Marzo 2003 - la legge dello Stato definisce la finalità del sistema scolastico.
Giugno 2008 - la legge dello Stato assegna al MIUR il compito di razionalizzare il servizio per assicurarne l'efficacia e l'efficienza.
Marzo 2010 - un D.P.R. riordina l'istruzione secondaria di secondo grado.
Maggio 2010 - un decreto interministeriale elenca gli obiettivi specifici dell'apprendimento.
Alla scansione temporale dei provvedimenti corrisponde il livello gerarchico delle norme: i decreti interministeriali sono sottordinati ai DPR che, a loro volta, sono sottordinati alla legge.
Si tratta di un procedimento che, iniziando dalla specificazione del risultato, prosegue per successivi raffinamenti fino a identificare e a indicare la strategia risolutiva.
Così sarebbe dovuto essere.
I documenti del maggio 2010, invece, non possiedono il necessario carattere di consequenzialità perché sviluppano un modello scolastico differente da quello voluto dal legislatore. La scuola è stata orientata alla trasmissione della conoscenza; la promozione e il potenziamento delle qualità dei giovani, che rappresenta il traguardo istituzionale, sono elemento di contorno.
Si tratta di un tipico esempio di composizione fuori traccia: come si può lavorare per garantire l'efficacia del servizio se non si orientano le elaborazioni al conseguimento dei risultati attesi?
Le indicazioni nazionali, a causa del mancato rispetto delle disposizioni concernenti le finalità del sistema educativo d'istruzione e di formazione, sono confuse, contraddittorie, inefficaci, germe d'anarchia.
Questo scritto scandaglia lo scenario disegnato dalla legge del 2003 per precisare la finalizzazione del sistema scolastico e per esplicitarne natura e componenti.
Legge 28 marzo 2003, n. 53
"
Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale".
Art. 2 (Sistema educativo di istruzione e di formazione)
1. I decreti di cui all'articolo 1 definiscono il sistema educativo di istruzione e di formazione, con l'osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) è promosso l'apprendimento in tutto l'arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea.
g) il secondo ciclo [della scuola secondaria], finalizzato alla crescita educativa, culturale e professionale dei giovani attraverso il sapere, il fare e l'agire, e la riflessione critica su di essi, è finalizzato a sviluppare l'autonoma capacità di giudizio e l'esercizio della responsabilità personale e sociale.
Ne discende che:
La promozione dell'apprendimento è la primaria responsabilità delle scuole.
L'apprendimento si sostanzia d'itinerari volti al raggiungimento di elevati livelli culturali che presuppongono lo sviluppo di capacità e di competenze.
La promozione di capacità e di competenze rappresenta il traguardo istituzionale da perseguire utilizzando strumentalmente conoscenze e abilità.
Il mandato affidato alle scuole corrisponde all'individuazione e alla strutturazione delle conoscenze in funzione della promozione e dello sviluppo di capacità.
Da cui:
Le capacità sono qualità dell'uomo, visibili quando una persona, affrontando un compito, esibisce un comportamento produttivo (competenza).
Il procedimento volto alla definizione delle capacità umane è analogo a quello usato per il concetto di bellezza: precisazione e descrizione delle sue manifestazioni; elencazione dei suoi caratteri.
Le competenze [generali] sono entità non primitive i cui componenti sono capacità e conoscenze.
Per eliminare fraintendimenti e porre le basi per la progettazione di percorsi d'apprendimento è bene riflettere sul significato di capacità, abilità, competenza, conoscenza.
Capacità: sono processi che evolvono passando da uno stato allo stato successivo.
Gli stati, se non ulteriormente scomponibili, esprimono abilità.
La capacità "
argomentare/dimostrare", ad esempio, si sviluppa attraversando:
La definizione dell'obiettivo -> la formulazione d'ipotesi significative/l'elencazione dei dati necessari -> il riconoscimento/l'assunzione di punti di vista differenti -> la costruzione di concatenazioni causa-effetto per pervenire a consistenti conclusioni -> la formalizzazione del ragionamento -> la registrazione puntuale di tutte le azioni/decisioni prese nel corso dello sviluppo di un progetto.
Nella scuola le capacità sono da definire "
per elencazione".
Costituiscono l'architrave della "
programmazione dell'azione educativa" [T.U. 297/94].
Abilità: maestria di portare a compimento compiti elementari.
Sono l'oggetto dei processi d'addestramento, caratterizzano percorsi formativi prescrittivi.
Attengono ad ambienti statici, etero diretti.
Competenza: comportamento esibito da una persona che affronta un compito.
Possono essere generali se si sostanziano di capacità quali, ad esempio, "
essere consapevoli della diversità dei metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado valutare i criteri di affidabilità dei risultati in essi raggiunti" [riordino licei]; possono essere specifiche quando si riferiscono ad abilità, come "
collocare su base cartografica, anche attraverso l'esercizio di lettura delle carte mute, i principali Stati del mondo" [indicazioni nazionali licei - geografia].
Conoscenza: il contenuto delle discipline.
Nei secoli passati, caratterizzati dalla staticità, le discipline erano identificate con quanto è scritto nei trattati e nei libri di testo.
Nel mondo contemporaneo, dinamico e complesso, il concetto di disciplina si è dilatato per far fronte all'impetuosa e incessante evoluzione del sapere, evoluzione che avviene per ristrutturazioni, non per accumulazione.
Le discipline sono entità in movimento, spiraliformi che muovono dalla percezione e dalla definizione dei problemi, che si sviluppano con la rigorosa applicazione dei loro tipici metodi d'indagine per giungere a consistenti conclusioni. Queste, modificando la realtà, pongono le basi per la cattura di nuove questioni.
Le raccomandazioni "
fondamentali e imprescindibili" contenute nei regolamenti di riordino hanno come riferimento tale concezione:
1. "
lo studio delle discipline in prospettiva storica" consiste nella focalizzazione di come i problemi siano stati percepiti, formulati e risolti nel corso del tempo;
2. "
la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari" afferma che il sapere, sradicato dal suo terreno generativo, ha poco significato. Tale asserzione è rinforzata dall'esortazione: "
Uso costante del laboratorio";
3. "
la pratica dell'argomentazione e del confronto" conduce alla validazione dei risultati delle ricerche condotte.
Significativo il fatto che i documenti ministeriali abbiano cassato la categoria capacità: la progettazione formativa e la progettazione educativa, essenza dell'autonomia delle scuole, diventano itinerari impercorribili.