breve di cronaca
I sogni infranti degi studenti
Repubblica Napoli - 22-12-2010

Gli studenti medi stanno "liberando" le scuole occupate. Come da tradizione, più che per il discreto intervento della Digos. Qualche colpo di coda nei prossimi giorni, un altro corteo di sostegno agli universitari, giusto per legare la protesta al lungo periodo di vacanze natalizie, e rimandare alla ripresa il regolamento di conti: interrogazioni, scrutini, pagellini e pagelle. Il movimento degli studenti medi era nato in tono minore quest´anno. Poi, man mano, pochi proclami, pochi slogan e tante adesioni: si sono intensificate le manifestazioni e i cortei sono stati sempre più partecipati. Questo ha colpito anche gli addetti ai lavori: più consapevolezza e più attenzione ai temi della crisi economica, sociale e politica. Presto i dirigenti scolastici si sono resi conto di non poter gestire le relazioni con gli studenti attraverso i tradizionali rappresentanti d´istituto. Le iniziative dei ragazzi si sono svolte nell´indifferenza mista a ostilità della gente, tra le preoccupazioni dei genitori, tra i corteggiamenti dei cosiddetti disoccupati organizzati che speculano su ogni contraddizione e protesta. I collegi dei docenti hanno tiepidamente considerato i motivi della protesta.
Gli studenti toccano con mano, come gli capita raramente, il saldarsi della loro piattaforma rivendicativa a quella di tanti lavoratori e tanti cittadini, e per una volta non si sentono isolati e sotto osservazione. Allora si sono impegnati, anche con iniziative e spettacoli, a garantire la partecipazione di tanti loro compagni a Roma il 14 dicembre e oggi, alla manifestazione nazionale. Le incredibili immagini, dal parlamento alle piazze, di quel che è avvenuto il 14 rimarranno nella storia della Repubblica. La fiducia, gli attacchi della polizia, i professionisti dei disordini che si infiltrano. Ci sono stati tanti sconfitti quel giorno, ma come rappresentare i sogni infranti degli studenti medi? Sono tornati a scuola il giorno dopo. Con l´intenzione di riprendere generosamente la protesta, inventando nuove forme di occupazione "positiva". Ma il rapporto di forza si è ormai profondamente modificato. A loro svantaggio. Chi interloquiva con loro con rispetto e prudenza, ora impone le sue regole. Con minacce neppure tanto velate: quanti giorni di lezione sono necessari perché un anno scolastico sia valido? I genitori si organizzano in squadre di controllo. I collegi studiano strategie di allungamenti di trimestri, di piano straordinario di interrogazioni: qualcuno propone voti in condotta esemplari. Costi quel che costi, anche una bocciatura. Non ci sfiora neanche lontanamente, a noi adulti, l´idea del danno che arrechiamo ai nostri ragazzi. È vero, ogni anno di questi tempi si consuma il rito delle occupazioni. Ma siamo così convinti che i ragazzi vogliono solo fare più giorni di vacanza? Forse vogliono essere i protagonisti della scuola, vogliono essere alla pari con le altre componenti, e davanti a dinieghi e chiusure occupano la loro scuola. Vogliono fare il loro esercizio di democrazia senza le nostre regole. Perché noi non siamo credibili. Se sapessimo inserirci con strategie educative in questi delicati momenti. E invece sciupiamo tutto. Gli facciamo bruciare in un attimo questa opportunità.

Franco Buccino - Repubblica Napoli
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