Lo Smau
Marino Bocchi - 25-10-2002
Ieri sono andato allo Smau, con le mie alunne. Ho visto belle signore in
divisa d'azienda, eleganti aspiranti-manager con pantaloni firmati, giacca
firmata, camicie firmate e sgargianti cravatte, probabilmente firmate anche
quelle. E poi ragazze in jeans e maglioncino rosso procedere a braccetto,
ciascuna con una lettera stampata sul golf a formare il nome della dot com
da publicizzare. E il vecchio e giallo torpedone in stile san Francisco
della Cisco, attraversato dal nero del Logo. Ho visto lo stand di Rai News
con un palco dove si esibiva un Simulacro di Jovanotti. E una ragazza su un
cubo, mezza nuda, attorcigliarsi ad un' asta, come fanno le pornostar. Ho
visto studenti di varie parti d'Italia prendere e ricevere spintoni per
afferrare al volo un martello gonfiabile con il Logo di un'importante
software-house. Ho mangiato in un self-service stretto tra uno yuppie con
auricolare all'orecchio e un'hostess di un'importante multinazionale. Ho
partecipato ad una conferenza su un programma d'archiviazione dati, tenuto da
un giovane in abito casual, con l'aspetto esteriore di hacker e il
linguaggio del sole 24 ore. Ho di nuovo visto le mie alunne annoiarsi alla
presentazione dei nuovi cellulari, dotati di macchina fotografica,
mini-monior per ricevere il telegiornale e altre brillanti invenzioni che
fanno impazzire tanti miei colleghi. Alla fine, in attesa del pullman,
eravamo tutti molto stanchi. E molto arrabbiati. Era la prima volta che
andavano allo Smau. Era la prima volta anche per me. "Ci torniamo anche il
prossimo anno?", ho chiesto, beffardo. "Mai e poi mai, prof. Piuttosto mi
faccio interrogare in Storia". Nel viaggio di ritorno una mia scolara si e'
fatta prestare l'ultimo libro di Dario Fo, quello che racconta i suoi primi
setti anni di vita, i luoghi, i personaggi che hanno formato la sua
crativita'. Non e' riuscita a leggerlo tutto. Gliel'ho regalato. Sono molto
orgoglioso dei miei alunni del Professionale in cui insegno. A loro delle
nuove tecnologie non importa quasi nulla. Usano Internet e il computer per
motivi di studio, alla sera preferiscono al monitor le loro cattive
compagnie. E infatti non saranno gli yuppie di domani, saranno semplici
impiegati e operai che non vedranno l'ora di piantare in asso Windows per
farsi una spaghettata e una bevuta in birreria. Sono molto orgoglioso dei
miei alunni.
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