Meritocrazia difettosa
Francesco Di Lorenzo - 11-12-2010
Dallo Speciale Notizie dal fronte



(Solo di sfuggita perché tali notizie sono diventate stancanti...).

Il ministero continua ad attribuirsi i meriti per gli ultimi risultati 'Pisa' sulle capacita di lettura e sulle conoscenze matematiche dei nostri studenti. C'è qualcosa di inaccettabile nel comportamento dell'apparato. È scandaloso che si attribuiscano meriti che sono di altri. Ad esempio, degli insegnanti. Per farlo, si alterano le notizie o si danno solo a metà.
Al ministero fanno finta di non sapere che praticamente l'Italia resta ben sotto la media Ocse. E che siamo solo tornati ai livelli del 2000, recuperando sui peggioramenti del 2003 e del 2006 . Niente da gioire, quindi. Tanto più che gioisce chi predica la meritocrazia in forma solenne e pomposa. Si capisce allora a quale tipo di merito fanno riferimento: prendersi quello degli altri ( che poi risulta comodo perché non si deve lavorare molto).

Si dovrebbe invece far sapere ( ma si occulta) che gli studenti italiani precipitano in fondo alle classifiche internazionali perché influisce sul risultato finale la scarsa qualità degli istituti privati.
Qualcuno ha detto: "Senza il loro 'contributo' (delle private), la scuola italiana scalerebbe le tre classifiche Ocse anche di dieci posizioni". Che è una bella notizia, ma non per il ministero.

Altro? C'è un'indagine svolta dalla Cisl Scuola che dice quanto segue: il 75% dei professori, la media di tre docenti su quattro, esprime un giudizio assolutamente insufficiente sulle riforme del ministero Gelmini. Partendo dalla scuola elementare per arrivare alle 'nuove' superiori, il voto che gli insegnanti hanno scritto sulla pagella del MIUR è uno scarsissimo 3,6. Tanto per ribadire il ritorno al voto numerico.

Infine, c'è la notizia che l'onorevole Melandri del PD, per fare qualcosa, ha presentato una proposta di legge per introdurre l' insegnamento di 'storia delle religioni' nella scuola secondaria. Non si capisce ancora se si tratta di una nuova materia o di una integrazione ad un insegnamento già esistente. Nel testo presentato è scritto che tale insegnamento deve partire "dall' analisi del fenomeno religioso quale fenomeno trasversale all'esperienza umana e alle culture, ma anche dalle caratteristiche e dall' evoluzione delle grandi tradizioni religiose... Non dovrà mancare lo studio della storia delle tre religioni monoteiste nei loro aspetti più rilevanti, anche se particolare attenzione sarà riservata alla storia del cristianesimo".
Praticamente quello che già avviene nelle ore di religione nella maggioranza delle scuole italiane. Ma questo è solo un dettaglio.

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