A noi il merito a voi il demerito
Francesco Di Lorenzo - 06-11-2010
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Ci sarebbe da fare questa riflessione. Non una volta che qualcuno, in questo governo della scuola, pensasse a chi non ce la fa. Per esempio, agli studenti che hanno bisogno di aiuto e di accoglienza. A voler essere buoni, e pensando anche a tutti gli altri al di fuori del governo, l'ultimo che ha detto qualcosa in questo senso è stato don Lorenzo Milani.
Qui, invece, si premiano (lo si sbandiera e lo si pubblicizza) l'eccellenza e il merito. Come se fosse facile. Come no? Si vede subito il merito. I concorsi truccati per notai ne sono la prova lampante. La pratica della raccomandazione attraverso le telefonate personali di segnalazione, esibita con assoluta nonchalance da esponenti politici, ne è la conferma.
Per non parlare della qualità. Le scuole private giocano, neanche tanto sottilmente, sullo sfascio della scuola pubblica. Miseramente pubblicizzano la loro qualità in contrapposizione al caos che regna nelle scuole statali.

Invece, è in corso la partita per vincere la gara della stupidità, tra BANKITALIA e la scuola di marca federalista padana.
La nostra banca nazionale attraverso il suo centro studi fa sapere che vorrebbe direttamente chiudere le scuole primarie. Perché che non servono, sono solo dispendiose, non portano risultati apprezzabili. E quindi, tanto vale investire solo sull'Università.
Sembra un discorso senza capo né coda, ma evidentemente gli studi che si fanno in Bankitalia, a noi, non hanno dato alla testa. Per questo non capiamo.

Intanto, i punti fermi della scuola padana, sarebbero questi:

- Uguali finanziamenti sia al settore pubblico che al parificato tramite dote alunno (bonus scuola).

- Assunzione locale del personale scolastico: a livello di distretto, o di istituto o di consorzio di scuole.

- Drastica riduzione del curricolo obbligatorio sia annuale che totale: max 700 ore annue (4 al giorno) per 12 anni anziché 13 per primaria+secondaria. (Il tempo scuola degli alunni deve essere pensato e diviso in due parti: obbligatorio ed aggiuntivo a scelta dell'alunno o della famiglia. La parte obbligatoria deve comprendere già una flessibilità forte tramite una quota nazionale, quella regionale e quella di istituto. La parte obbligatoria non dovrebbe superare le 20 ore settimanali).

- Direzione amministrativa distrettuale, direzione didattica di plesso.

La scuola dell'ignoranza è servita. Un dubbio. Ma che significa 'Direzione amministrativa distrettuale, direzione didattica di plesso'. No, perché tutti gli altri punti sono chiarissimi.

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 Egle Casadio Loreti    - 08-11-2010
Faccio osservare che, in questo caso sono stati premiati degli studenti che si sono impegnati onestamente, in condizioni (forse... vantaggiose) ma all'interno della scuola pubblica confrontandosi, anche, con colleghi di altri paesi.
Sono esempi della scuola pubblica ante riforma e siamo tutti preoccupati e "furiosi" per i danni che la "riforma epocale" avrà sulle nostre scuole, ma prendersela con questi studenti credo sia miope e OFFENSIVO.