A decorrere dal 30 ottobre 2010 cesserò dal servizio come Ispettrice (Dirigente tecnico di seconda fascia) presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca con diritto a percepire il trattamento di quiescenza dalla stessa data, nonché l'indennità di buonuscita entro 105 giorni dalla cessazione del servizio.
Dopo quarant'anni di servizio, pertanto, dalla metà del mese di novembre la mia retribuzione dovrebbe essere sostituita con l'assegno di pensione.
Alla data odierna non mi è dato modo non solo di conoscere l'importo mensile netto dell'assegno di pensione, né tanto meno l'importo dell'indennità di buonuscita, ma anche di avere la giusta conferma che dalla data di sospensione del mio stipendio (mese di ottobre) potrò usufruire dell'assegno necessario per tutelare "un'esistenza libera e dignitosa" come sancisce l'articolo 36 della Costituzione.
Come in una sorta di assurda lotteria sia al Ministero dell'Istruzione, sia all'Inpdap, si "vocifera" che non si sa se la data verrà rispettata, che forse ci saranno dei ritardi, che non è il caso di fare tante storie perché si può vivere anche senza l'assegno di pensione e lo stipendio.
Mi domando in base a quale normativa gli Uffici più sopra citati siano autorizzati non solo a violare l'articolo 2099 del Codice civile ma anche a fare i conti in tasca agli altri.
Dopo ben due tentativi di saperne di più presso gli uffici dell'Inpdap di Roma 4, in una sorta di mega ufficio che potrebbe dare molte suggestioni a Carlo Verdone per un film, ho cercato senza successo di avere spiegazioni dal Direttore Generale per le Risorse umane del Ministero dell'Istruzione, e dal Direttore dell'Ufficio Inpdap Roma 4.
Ora attendo questa sorta di "estrazione finale" che mi dirà se dal 16 novembre potrò beneficiare dell'assegno di pensione oppure dovrò attendere senza stipendio non so fino a quale data.
Non riesco a rassegnarmi al fatto che, dopo quarant'anni di lavoro con una prestazione professionale riconosciuta eccellente nelle sedi internazionali in cui ho operato, debba subire questo violento trattamento, indegno di un paese civile.
Credo che le responsabilità non siano solo da attribuirsi a chi materialmente ha operato e dal 28 maggio, data in cui ho presentato le dimissioni al ministero dell'Istruzione, ha fatto in modo che il mio dossier sia stato protocollato all'Inpdap il 20 settembre, ma anche a chi nel livello dirigenziale non ha saputo vigilare sull'efficienza di un'amministrazione che deve essere al servizio del cittadino.
Che fare? Soltanto sperare che il Ministro Brunetta intervenga e che.............l'ignobile lotteria cessi nella salvaguardia dei diritti di un lavoratore.
Alba Chiara Zanatta Ispettrice MIUR
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