Una riforma epocale
Francesco Di Lorenzo - 20-09-2010
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Quando la mistificazione raggiunge livelli preoccupanti, siamo a cavallo. La signora Merkel, cancelliera tedesca, nella sua ultima finanziaria di 'fuoco' (il senso è chiaro), ha stanziato 12 miliardi di euro in più per l'istruzione. Il nostro ministro della pubblica istruzione ha tagliato 8 miliardi di euro ad una scuola italiana disastrata. Ma sui giornali, alcuni, viene celebrata, la Gelmini, come la promotrice di una riforma epocale. Magari bastasse! In più, per non sbagliare, chi scrive l'articolo celebrativo manipola le notizie in modo indecente.
Ecco cosa dice.
Che c'è stato il boom dei licei musicali. Ma dove? Sono stati istituiti meno di 2 licei musicali per regione. È un boom questo?
Si strombazza che ci sono solo 6 indirizzi liceali, a fronte delle 396 tipologie precedenti. Falso: i licei sono almeno 13. Ma si omette di dire che sono state soppresse tutte le sperimentazioni che erano l'essenza della nostra offerta formativa e che avevano, negli anni, preparato studenti ad una professionalità di livello.
Addirittura, viene sbandierato che al quinto anno dei licei una materia viene insegnata in inglese. Si invitano tutti coloro che lo vogliano, a fare un giro nelle scuole superiori e a cercare in quale angolo invisibile possa essere stata originata tale notizia.
In ultimo, si parla degli istituti tecnici e professionali. Essi sono presentati come risposta alla crisi dell'economia: con più ore di laboratorio, dove si lavora per aree culturali, con classi aperte.
Parole in libertà. Praticamente, la riforma ha distrutto sia gli istituti tecnici che i professionali. Tant'è che c'è stato un segnalato calo di iscrizioni. I laboratori sono stati smantellati perché le ore settimanali sono diminuite, e né di aree culturali né di classi aperte c'è in qualche modo sentore.
Pardon. Sulle classi aperte una verità ci sta. Le classi sono aperte perché devono restare per forza aperte. Il motivo? O sono talmente numerose che non ci entrano tutti, o non ci sono sedie sufficienti e qualcuno attende sulla porta, o si aspetta con ansia un prof che non si sa se viene. La sfortuna è che non passa di là neanche uno di quelli che hanno mistificato la realtà. Ci sarebbe, nel caso, la possibilità di sbattere il muso su uno degli innumerevoli infissi rotti delle aule dove si attua la 'epocale riforma'scolastica del ministro Gelmini.

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 Giorgio Dellepiane Garabello    - 26-09-2010
Nel mio (nostro) piccolo chi lavora nella scuola queste cose le sa, e le dice, se non vuole ridursi a muto testimone.
Credo meno nelle chiamate a raccolta, autoconvocazioni, ecc.: prima o poi c'è sempre il rischio di finire etichettati in qualche area, movimento, partito e NON mi va.
La mia trasgressione è fare al meglio il mio lavoro, captando occasioni e energie con le unghie e con i denti se occorre.
Ognuno di noi è quello che fa, e quindi non si rinuncia a un bel nulla, credendoci ovvio...!