tam tam |  storie  |
Sulla strada del ritorno
Pina Montesarchio - 31-07-2010
Le origini della nostra comunità rimandano a tempi lontani, quando le popolazioni delle distrutte Cuma e Miseno trovarono spazi in contesti diversi dell'agro atellano e aversano, al di là del Clanio, soprattutto a Frattamaggiore, erede dell'epica Miseno, fondata intorno all'850 dai fuggiaschi di Miseno, allora distrutta dai Saraceni. Le origini Misenati sarebbero evidenti nel dialetto, nell'industria delle funi (attività molto diffusa a Miseno, importante porto militare). Riscontri, tradizioni, idiomi, cultura religiosa ne sono le fonti vive. Nonostante emigrazioni e immigrazioni 'Sulla strada del ritorno', ove mai si potesse pensare a un ritorno. Immaginare un sentiero che ci riporti in quei luoghi. Mettere in comunicazione le scuola di Frattamaggiore con quelle di Bacoli per un singolare e stimolante gemellaggio culturale teso a rievocare e riscoprire comuni radici e pari origini, per un "ritorno a casa" ai comuni antenati. Per educare a una cittadinanza unitaria e plurale a un tempo, una via privilegiata è proprio la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie; non si possono realizzare appieno le possibilità del presente senza una profonda memoria e condivisione delle radici storiche.
La scuola è il luogo in cui il presente è elaborato nell'intreccio tra passato e futuro, tra memoria e progetto.
Non è vero che il passato sta da parte dal presente e dal futuro. Solo ripensando il passato in una più vasta dialettica delle tre dimensioni temporali passato-presente e futuro sarà possibile mantenere passato-presente e futuro allo stesso livello di originarietà, denunciando al tempo stesso l'impossibilità di una loro totalizzazione.
Intere famiglie fuggirono dalla morte lasciandosi alle spalle il mare, quella zona bellissima dove è possibile vedere in un solo sguardo Capri, Ischia e Procida...avevano negli occhi la paura e il mare.
Frattamaggiore e Miseno: legami antichi si intrecciarono a legami nuovi, non ancora raccontati, soltanto ipotizzati in un percorso che vide nel 2009 gli alunni di Bacoli riscoprire il testo dell'Eneide per ritrovare nel giovane Miseno la forza e l'entusiasmo del giovane d'oggi, quando con la propria irruenza contesta e sfida l'adulto. Un'altra storia, non ancora scritta, che un altro motivo lasciava intravedere: l'amicizia. Enea dona il proprio tempo all'amico nel tempo della sepoltura.
"Quindi il pio Enea ricopre l'eroe di un sepolcro d'alta mole e dell'armi, nonché della tromba e del remo sotto un monte elevato che oggi in onore di lui di con Miseno ed eterno conserva nei secoli il nome". (Libro VI, vv. 232-235)
La cura della morte dice del valore che si dà alla vita. Evidentemente l'una cura rimanda all'altra.
L'amicizia è questo: donare il proprio tempo all'altro.
Anche la relazione educativa è una relazione di amicizia, nella misura in cui il docente sa donare all'alunno il proprio tempo, pur non smarrendo mai il proprio ruolo.
Di questa 'favola' mi innamorai.
Ne parlai ai docenti delle scuola di Bacoli, al vicesindaco prof. Sciaudone, al prof. Aiello assessore alla cultura, all'ing. Renzo Genorazzo, presidente dell'associazione Amici di Capo Miseno. Ne parlai al presidente degli Studi Atellani dott.Montanaro. Sottoposi l'idea alle scuole e all'amministrazione di Frattamaggiore.
Praticare la rete , andare in cerca di legami, guardare lontano volgendo lo sguardo verso altri luoghi e altri tempi.
'Praticare la rete' dice di un cammino. Fare rete tra le scuole, le associazioni e la comunità tutta, consapevoli che rete non si è, si diventa.
Il copione, costruito dagli alunni risultò qualcosa di molto bello e delicato.
Sofia di Lauro, docente della Scuola Media di Frattamaggiore raccontò agli alunni di Bacoli una leggenda. Quando i Misenati scapparono inseguiti ai Saraceni, si davano coraggio l'un l'altro ripetendo "fuje fuje, curr curr".
Ne nacque una canzone, la cantarono gli alunni di Bacoli. Mi intenerii ricordando la cornice che aveva ispirato gli autori.
Sicuramente difficile l'adattamento dei Misenati nelle zone interne. L'incontro con chi già viveva in quelle terre dell'antica Atella. La fatica di darsi delle leggi interne al gruppo. La religiosità, la devozione al Santo Patrono San Sossio che i Misenati portarono a Frattamaggiore.
Mi ricordò il vicesindaco prof. Sciaudone: "Abbiamo un santo in condominio"
Ma tutto questo andava spiegato al pubblico presente a Bacoli il giorno della messa in scena della sepoltura di Miseno e della fuga dei Misenati verso Frattamaggiore.
Concepimmo il momento come un raccontarci i momenti vissuti insieme nel costruire il copione, consapevoli che non si poteva da subito portare in scena un testo così ricco, altro ancora restava da fare. Quasi un pretesto per non lasciarci.

Per approfondire

http://tessereinrete.italianoblog.com/Primo-blogi-b1-14.htm

www.scuoleaperte.com



Tags: Scuola, territorio, educazione alla cittadinanza


  discussione chiusa  condividi pdf