breve di cronaca
Fini e l'emergenza educativa
Libero Tassella - 07-07-2010
E chi se lo aspettava, che dovesse essere proprio Gianfranco Fini a esprimere l'emergenza educativa nel paese; fino a ieri ha appoggiato con i suoi luogotenenti in Parlamento la politica dissennata di Berlusconi - Tremonti sulla scuola, realizzata dal ministro Gelmini, che, anche in questo frangente ( seconda manovra Tremonti ) non ha speso una sola parola, dico una, in difesa degli insegnanti a differenza dei suoi colleghi degli altri dicasteri ( es. difesa e interni). Ora esce allo scoperto con dichiarazioni alla stampa, la vera mission dell'avvocato bresciano e del suo dicastero sarebbe stata quella di aprire il mercato alla scuola privata, distruggendo il pubblico con tagli, giustificati , di volta in volta, con la crisi economica e spacciati per riforme in nome di un ipotetico quanto improbabile qualità e di una valorizzazione degli insegnanti e della scuola pubblica statale, attraverso una comunicazione berlusconiana, ispirata alla propaganda e al marketing.
L'emergenza educativa di cui parla Fini è l'amaro frutto di una dismissione della scuola pubblica statale, la qual cosa ad esempio non è successa in Germania dove, a fronte di tagli, ancora più pesanti, la spesa sull'istruzione non solo non è stata toccata, ma è stata addirittura incrementata; la Germania pensa al futuro, l'Italia al presente e alla salvaguardia degli interessi del 10% della popolazione ove si concentra ogni ricchezza, si salvaguarda chi ha, ha avuto e avrà, le famose caste, la Germania pensa a navigare, l'Italia solo a galleggiare, dopo aver distrutto un' istituzione di tutti che ha unito l'Italia dal 1861 e che dal dopoguerra ha educato generazioni ai principi della solidarietà , ella democrazia e della libertà. Un paese condannato all'immobilità sociale sempre in difesa di quei ceti in cui si concentra la ricchezza,gli stessi in cui si annida l'evasione fiscale, la razza padrona si sarebbe detto negli anni '70.
Solo ora Fini parla di emergenza educativa, non è mai troppo tardi!
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 C66    - 14-07-2010
Mi dispiace dirlo, ma è troppo tardi per ammettere quanto migliore fosse la scuola italiana prima che quattro lustri di riforme una più velleitaria e dissennata dell'altra la riducessero in un cumulo di macerie.
Hanno iniziato gli ultimi governi della Prima Repubblica, hanno proseguito imperterriti nell'opera di "distruzione creatrice" (?!?) i governi della Seconda Repubblica, non importa se fossero di pseudodestra o di pseudosinistra (l'opera di destabilizzazione più radicale, la cosiddetta "autonomia", non è certo imputabile al Cavaliere ed alla sua parte politica) ... sarà che la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni, sarà che i politici di qualunque colore sono stati totalmente proni al pensiero unico economicista dell'ultimo trentennio ma il risultato non cambia: più che di emergenza educatica si dovrebbe parlare di apocalisse educativa