Ispezione-interrogatorio al Meucci di Carpi
Francesco Mele - 08-05-2010
Dopo che il DS aveva impedito al collegio la votazione di una mozione


L'antefatto qualcuno lo ricorderà, lo trovate al link https://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=13810

A distanza di un mese e mezzo sono successi alcuni episodi degni di essere riferiti.

Ricordo solo che cinque giorni prima del collegio, la cui convocazione era stata chiesta da 64 docenti su 115, avevamo chiesto al dirigente dell'USP e al direttore generale dell'USR (con lettera a firma di 20 docenti) se fosse lecito che il DS eliminasse 4 punti su 6 dall'odg indicato dai firmatari della richiesta.

Dopo il collegio del 16 marzo, che è andato come sapete, il dirigente dell'USP di MO ha risposto a ciascuno dei 20 docenti con un ricco elenco di "Competenze del collegio" (dalla a. alla o., j e k comprese) e relativi riferimenti normativi, ma senza alcuna contestualizzazione nello specifico della nostra situazione. Esaurito l'elenco, la comunicazione ai 20 docenti si concludeva con una frase sibillina che diceva testualmente: "pertanto ritengo che il comportamento del DS durante la seduta del collegio del 16/03 u.s. sia stato corretto ed abbia rispettato le disposizioni della normativa sopra indicata."
Peccato che i 20 non gli avessero chiesto nulla riguardo al comportamento del DS durante il collegio del 16/03, anche solo perché la richiesta di chiarimenti inviata, relativa alla manipolazione dell'odg, era dell'11 marzo e cioè di 5 giorni prima del collegio stesso.

Si è deciso allora di rispondere al direttore dell'USP per chiarire meglio i termini della richiesta ed esplicitare in modo inequivocabile i quesiti a cui si chiedeva risposta.
Il testo di tale seconda missiva veniva inviato per conoscenza al direttore generale dell'USR e al DS al quale si chiedeva di inoltrare per via gerarchica le due missive a USP e USR. Era il 31 marzo.

Questa volta la lettera veniva sottoscritta da 23 docenti che non erano gli stessi 20 della prima, nel senso che alcuni del primo elenco avevano deciso di non procedere oltre mentre dei nuovi si erano aggiunti. Ma il documento non era stato firmato da ciascuno, erano solo stati riportati i singoli nomi e cognomi.

Tale lettera non è mai partita dalla scuola e il 10 aprile, dopo aver chiesto telefonicamente alla DSGA se l'invio fosse stato fatto oppure no (era il mio giorno libero) ho deciso di inviarne copia ai destinatari (USP e USR) via mail.

Rientrato a scuola ho scoperto che proprio il 10 aprile, alcuni e solo alcuni, docenti dell'elenco dei firmatari, prima singolarmente e poi collettivamente, erano stati convocati dal DS il quale con frasi del tipo "ma lei era a piena conoscenza di quanto scritto in questa lettera?", "lo sa che lei sarà chiamato a rispondere di quanto c'è scritto in questa lettera?" e amenità del genere, chiedeva di firmare la lettera stessa.

I docenti convocati erano tutti giovani precari alcuni alla prima esperienza di insegnamento; nessuno dei docenti di ruolo dell'elenco è stato convocato, nessuno dei precari storici della scuola è stato convocato.

Risultato: tutti i convocati hanno preso tempo per apporre la propria firma al documento. Qualcuno mi ha confessato di aver vissuto come una palese intimidazione l'"avvertimento" del DS e di avere effettivo timore di ritorsioni, e mi ha chiesto pertanto di cancellarlo dall'elenco.

A questo punto le firme ho deciso di raccoglierle io e, tra quelli che si sono cancellati e altri che si sono aggiunti, sono stati 20 i richiedenti gli ulteriori chiarimenti al dirigente dell'USP e per conoscenza al direttore generale dell'USR. Questa volta però, risultato inaffidabile il canale istituzionale, ho deciso di inviare personalmente le richieste con raccomandata a/r il 22 aprile.

Per informazione occorre riferire che all'indomani del collegio sono state rese pubbliche alcune dichiarazioni di solidarietà e precisamente al collegio da parte dell'assemblea di un'altra scuola superiore di Carpi (cosa per la quale il DS della scuola in questione è stato fatto oggetto di ripetute e minacciose richieste da parte del dirigente USP che voleva i nomi dei firmatari del documento), al DS da parte della "giunta" di ASAMO di cui il DS fa parte (quindi da sé a sé), sempre al DS da parte di alcuni presidi dell'Unione delle Terre d'Argine (ma delle altre tre scuole superiori di Carpi solo uno ha firmato e un altro ha denunciato che compariva il suo nome a sua insaputa).

Sempre per informazione aggiungo che in più occasioni ho ufficialmente fatto richiesta al DS di mettere a disposizione dei docenti la bozza di verbale del collegio del 16 marzo il cui contenuto, data la particolarità dei fatti verificatisi, potrebbe essere oggetto di proposte di modifica in sede di approvazione durante la prossima seduta del collegio. In tutte i casi il DS ha risposto che il verbale sarebbe stato a disposizione in presidenza per chi l'avesse voluto leggere ma che non avrebbe provveduto nè a mettere a disposizione una copia in sala insegnanti nè a rilasciare una copia ai docenti interessati ad averne una. Il DS ha motivato tale sua decisione facendo riferimento ad una non meglio definita abitudine che sarebbe in vigore nella nostra scuola.

Da parte mia, prima di richiederne la diffusione, avevo preso visione di detta bozza in una delle tante occasioni in cui il DS non era presente a scuola e avevo proceduto a farne una copia personale con la fotocamera del cellulare; sono ora nel dubbio se diffondere o meno la copia in mio possesso. In realtà nella nostra scuola non esiste un regolamento del collegio che definisca procedure e comportamenti a cui attenersi da parte dei soggetti coinvolti e nel regolamento tipo non è fatta menzione del caso specifico. Per cui se è vero che in assenza di un regolamento il DS non è tenuto a conferire copia ai docenti in vista dell'approvazione, dall'altra parte non esiste alcun divieto alla diffusione per chi tale copia dovesse averla in qualche modo reperita, anche, al limite, copiandola manualmente.

La cosa singolare è che quella che io chiamo bozza (in quanto solo dopo l'approvazione del collegio può essere considerato il verbale definitivo) è già firmata dal verbalista e dal DS e incollata nel libro dei verbali a pagine numerate. Come dire che si dà per scontata l'approvazione.

Veniamo dunque all'ispezione.

Lunedì 3 maggio, all'insaputa dei più, si presenta a scuola un ispettore di Parma, con tanto di scrivano, che procede ad una serie di "interrogatori".

Dico all'insaputa dei più, perché si è appurato che uno solo dei tre RSU fosse stato avvisato dal DS tra giovedì e venerdì precedenti (senza che poi questi avvisasse gli altri due), e probabilmente ne avranno avuto notizia i due vice, ma nulla è trapelato, forse perché si voleva sfruttare l'effetto sorpresa, nel più scontato stile poliziesco.

Gli "interrogati" sono stati i due vice, alcune funzioni strumentali (un paio), una sola delle altre due RSU e una docente che aveva inviato una lettera ad un giornale locale in cui si dissociava da quanto sostenuto dalla maggioranza del collegio il 16 marzo.

L'ispettore, che aveva con sé un voluminoso faldone con tutta la rassegna stampa relativa al caso e tutti documenti circolati sul caso, durante ciascun interrogatorio ha ripetutamente chiesto di fare i nomi dei docenti presentatori della mozione e, specificamente, spesso i riferimenti erano alla mia persona, alle mie affermazioni, ai miei comportamenti, alle mie opinioni.

Dopo un'intera giornata di interrogatori, fino al pomeriggio, prima di andarsene pare che l'ispettore abbia detto, non si è capito se il tono fosse di minaccia, che sarebbe tornato per un ulteriore interrogatorio, non si sa bene se agli stessi docenti o ad altri.

L'attendiamo con ansia e non dispiacerebbe se ascoltasse anche le ragioni di chi ha lamentato un comportamento del DS lesivo dei diritti dei componenti dell'organo collegiale.

Certo è che per il metodo e per i toni utilizzati, più che un'inchiesta d'ufficio per l'accertamento dei fatti è sembrata un'indagine ispettiva per la costruzione di una verità di parte o, peggio ancora, per l'avvio di una procedura di natura disciplinare nei confronti dei sovversivi del Meucci.

In entrambi i casi, se si rivelerà necessario, sarà finalmente un giudice a stabilire da che parte sta la ragione, da che parte il torto, e se un DS può comportarsi da padre-padrone e, come egli stesso ha affermato pubblicamente, trattare il collegio come una classe ribelle che non vuole eseguire un compito.

Vi terremo aggiornati

Francesco

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 lixi    - 09-05-2010
Colleghi continuate a tenete duro, è l'unica cosa che posso dire...

 Cagliostro    - 12-05-2010
I D.S. si credono dei Padreterni.

 Leon    - 14-05-2010
Avete la mia solidarietà