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1 maggio con i contanti e con tanti tanti auguri
Doriana Goracci - 30-04-2010
Alla fine di una giornata del popolo in nero per il lavoro che c'è o non c'è, ecco l'informazione con la i minuscola che c'è o non c'è, volano le Borse e le Misure Dolorose. E allora scrivo, da pensionata che non fa niente, di 3 amiche e del loro primo maggio, a ricordare le lotte per la riduzione dell'orario del lavoro, la memoria ridotta a niente nel ventennio fascista.

Una brevemente: "Il primo maggio lavorerò anche solo per due ore, ma lavorerò. Devo andare a rifare il letto, che i parenti della donna da me assistita non hanno intenzione di ri-fare pur abitando al piano di sopra (la palazzina 4 vani, è di proprietà dei figli, figliastri, nipoti e nipotastri...). Vuoi mettere due giorni di riposo di fila? E nonostante un bambino che rimarrà da solo nel suo giorno di vacanza? Guadagno 500,00 euro. Mica 1500. La schiavitù non riguarda solo le immigrate. Qui, si 'tratta' di/le bianche. Anita".

La seconda : "Che fa il popolo in nero il 1° maggio? Lavora! Buona festa ai/alle garantiti/e non potrò esserci e sai perché. Che il piacere e l'amore siano con voi. Stefania "

La terza non è affatto breve, di seguito invio la sua storia, un altro curricuriculum vitae...

"...la mia storia non ha niente di particolare, di eccezionale, se non nei limiti in cui "eccezionale" è la situazione occupazionale delle donne in calabria (quota di donne occupate tra i 15 e i 64 anni (30,8%) risulta inferiore per oltre la metà a quella dell'Emilia Romagna (62,1%). Molte donne rinunciano prematuramente all'idea di un lavoro oppure sono catturate dal sommerso).Fine 2004 per motivi familiari e personali sono ri.tornata in calabria. pensavo di poter continuare a fare il lavoro che ho sempre amato, disegnavo materiali archeologici, lavoravo negli scavi, un po' ovunque, ben pagato quando c'è. mi sono ritrovata a lavorare per la soprintendenza, senza contratto, per un museo. finito il lavoro il soprintendente in persona (erano appena arrivati 11 miliardi di vecchie lire per il parco archeologico) mi ha convocato, mi ha mostrato i jeans e mi ha detto: vede Marina, ho i jeans bucati, non me li posso neanche ricomprare, abbia pazienza. mai più ' vidi un euro, ci ho rinunciato presto ovviamente (conta che a differenza ad es. del lazio non c'è in calabria una graduatoria regionale dei disegnatori arch., e questo ovviamente facilita la lobby). allora mi sono messa a lavorare per un ente di certificazione, perchè avevo bisogno di lavorare non per la gloria,non sono scema sono organizzata e mi hanno preso, a lavoro nero per 4 anni, ma ho dovuto anche "ringraziare" . ho lavorato fino a 2 settimane dalla data del parto, mattina e pomeriggio, ho scoperto solo il giorno del parto che avevo avuto una gravidanza a rischio e per fortuna è andata bene. quando ..... aveva un anno la sede ha chiuso, qui chiude tutto prima o poi. da allora non ho fatto l'impossibile per il lavoro, sinceramente. ho rifiutato un lavoro al call center perchè non mi garantivano neanche un cent se non riuscivo a piazzare i prodotti e rischiare di lavorare a gratis col bimbo a casa non mi andava proprio. da settembre ..... andrà a scuola, e mi peserà oh se mi peserà. tutti mi biasimano (tranne mia mamma) perchè non ho fatto "almeno" un altro figlio nel frattempo. sono guardata così, come se non avessi altra chance nella vita oltre che DARE un figlio, neanche avere, ma questa è. delle mie amiche con figli le uniche che hanno tenuto il lavoro sono quelle che lavorano per lo "stato". insegnanti, dirigenti scolastiche. le altre, tutte liquidate, anche una cara amica con 2 figli e il marito in cassaintegrazione. per fortuna piero lavora e la spesa si fa, una vacanza l'anno pure, ma io "bene" non sto cosi'. certo non mi piango addosso MAI, perchè davvero sono fortunata però : io non festeggio perchè sono disoccupata (per le donne di solito aggiungono: non volontaria!!!!!!!), anche se in realtà mi sbatto tra casa, bimbo e famiglia, perchè si sa: Marina non fa un cazzo quindi può fare tutto. baci Marina"

Se potessi avere mille lire al mese ...


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