Invalsi: chiariamoci prima che sia troppo tardi
Elena Duccillo - 29-04-2010
Carissimi,
non faccio distinzioni di sorta tra organizzazioni, associazioni, organi di stampa, etc, uso i contatti che ho in memoria.
Non mi faccio scudo dei miei incarichi e delle mie competenze.
Chiedo la pubblicazione della seguente lettera aperta con urgenza a tutti coloro in cui ho fiducia e che sanno quante energie ho dedicato in passato alla questione "Invalsi".
A chiunque si senta di rendere pubblico e diffondere il mio appello dichiaro che mi assumo la responsabilità di quanto ho scritto e che sono reperibilissima per dare conto di quanto dichiaro senza timori.
Dopo la terza testimonianza ricevuta di persone attendibili che mi dichiarano i danni che subiranno figli, alunni, immagine delle scuole inclusive, ho deciso di non avallare con il silenzio ciò che è imminente. E.D.


Invalsi. Chiariamoci prima che sia troppo tardi.

Carissimi lettori,
non mi dilungo sui sei anni passati ad opinare cose lapalissiane sulle discriminazioni compiute e perpetrate a danno degli alunni con disabilità dalle prove di apprendimento somministrate dall'anno di istituzione dell'Invalsi ad oggi. In primis i "progetti pilota" che non più "sperimentali" sono stati proseguiti senza tenere conto dell' ottanta per cento delle obiezioni già sollevate e reiterate da molte associazioni e da molti insegnanti. Quando si paventava di abolirle sono diventate volontarie ed in più con un campionamento lo scorso anno maggiormente discriminante non solo per gli alunni con disabilità ma anche per gli alunni stranieri scartati dal campione con pubblicazione il 18 novembre scorso sul sito ufficiale di questa esclusione avvenuta e dichiarata dai risvolti sanzionabili. Senza fare tesoro delle esperienze e delle proteste nel corrente anno sono state rese "obbligatorie" con la complicazione di: scuole campione, alunni campionati, osservatori e questionari studente. Ci vuole una mobilitazione ed un dispendio di energie notevole a fronte ancora una volta di una procedura "altamente escludente" sancita da una nota del 15 aprile ( che non penso abbia la forza di legge ) in cui si contraddicono addirittura le circolari ministeriali in materia di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con disturbo specifico di apprendimento.
Sarebbe sufficiente questo ed i contenuti della nota per appellarsi alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ma il bello deve ancora essere portato alla luce.
Nel manuale del somministratore ( provvisorio alla data del 28 aprile 2009 cioè a 8 giorni dallo svolgimento ) gli studenti con disabilità non vengono affatto menzionati e questa non menzione ha fatto interpretare a molti docenti anche di sostegno che le prove vanno somministrate senza nemmeno una "personalizzazione" a tutti gli alunni qualsiasi sia la loro condizione per la regolarità dello svolgimento. Nel ribadire che nemmeno le prove della sezione Sid dell'invalsi sono somministrabili sic et simpiciter ad alunni con programmazione educativa individualizzata, torno ancora una volta a levare le mie proteste per le continue decisioni discriminanti e non utili a fini statistici che penalizzeranno nei risultati delle prove di apprendimento le scuole maggiormente inclusive e non daranno luogo a dati attendibili sulle prestazioni degli alunni italiani "tutti". I docenti si sentono giudicati attraverso gli alunni e non comprendono la macchinosità delle istruzioni, non c'è chiarezza sulla somministrazione che avverrà per gli alunni autorizzati dalle direttive ministeriali ad usare gli strumenti di cui hanno diritto per tutto l'anno scolastico ( tranne che nelle prove di apprendimento a quanto si legge ) senza tenere conto dei disturbi certificati. Non ci sono i presupposti per le opportune procedure a garanzia dei diritti di coloro che sono coinvolti tra i 188.000 alunni tra i 6 e i 14 anni disabili che i dati ( fermi al 1999 ) statistici dichiarano frequentanti le scuole italiane e che svolgeranno o saranno esclusi a discrezione delle scuole in virtù della nota del 15 aprile sugli alunni con disabilità diramata dall'invalsi. A pochi giorni dallo svolgimento questo è quello che ritengo fondamentale rilevare e divulgare. Vi chiedo la pubblicazione a titolo personale assumendomi la responsabilità di quanto rilevato, non trattandosi di giudizi ma di constatazioni


Roma 28 aprile 2010
Elena Duccillo



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 maestra Nuccia    - 30-04-2010
Dal Corriere di Lunedì, 19 Aprile 2010
Il razzismo dell'Invalsi
I primi giorni di maggio L'istituto Nazionale per la valutazione (Invalsi) somministrerà delle prove per la rilevazione degli apprendimenti. Così viene stabilitò per gli alunni diversabili:
NOTA SUGLI ALUNNI DISABILI
Di fronte alle numerose domande pervenute, l'INVALSI ritiene opportuno fornire alcuni chiarimenti in merito alla partecipazione degli alunni disabili1 alle prove SNV.
Si sottolinea, in premessa, che le prove SNV (II e V primaria e I secondaria di 1° grado) non sono finalizzate alla valutazione individuale degli alunni, ma al monitoraggio dei livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico, nel suo insieme e nelle sue articolazioni.
Qualunque sia la tipologia di disabilità di un alunno, essa deve essere segnalata sulla Schedarisposta dei singoli studenti, barrando l'opzione più appropriata fra quelle di seguito indicate (che rispecchiano la categorizzazione utilizzata per l'esame di conclusione del primo ciclo): 1=disabilità intellettiva; 2=disabilità visiva: ipovedente; 3=disabilità visiva: non vedente; 4=DSA; 5=altro.
Ciò consentirà di considerare a parte i risultati degli alunni disabili e di non farli rientrare nella elaborazione statistica dei risultati di tutti gli altri alunni.
Tenuto conto di quanto sopra, la decisione di far partecipare o meno (e se sì con quali modalità) gli alunni con certificazione di disabilità intellettiva (o di altra disabilità grave), seguiti da un insegnante di sostegno, alle prove INVALSI è rimessa al giudizio della singola scuola.
Questa può: 1) non far partecipare alle prove gli alunni con disabilità intellettiva o altra disabilità grave, impegnandoli nei giorni delle prove in un'altra attività; 2) farli partecipare insieme agli altri studenti della classe, purché sia possibile assicurare che ciò non modifichi in alcun modo le condizioni di somministrazione, in particolare se si tratta di classi campione.
Gli alunni ipovedenti o non vedenti partecipano alle prove nelle stesse condizioni degli altri (i fascicoli loro destinati sono stampati con caratteri ingranditi o sono in scrittura Braille).
Gli alunni con diagnosi di DSA partecipano alle prove SNV nelle stesse condizioni degli altri.
Si ribadisce che, in ogni caso, i risultati di tutti gli alunni per cui sia stata segnalata sulla Schedarisposta individuale una condizione di disabilità verranno elaborati in maniera a sé stante così da non incidere sul risultato medio della scuola o della classe.


Cosa pensare?????


 Cosimo De Nitto    - 03-05-2010
Per l'INVALSI gli alunni disabili semplicemente non esistono e se per loro avventura dovessero esistere le scuole ne facciano quello che vogliono. Partecipano, non partecipano, decidano le scuole. Ecco finalmente chiarito il senso dell'autonomia. Il campo su cui non si ha interesse o non si ha una risposta, o non si capisce un tubo... facciano le scuole.
Se i disabili non contano negli standard di apprendimento conseguiti come risultati, contano eccome nei processi che portano a quei risultati. E ciò non riduce ad una farsa tutto il rituale delle cosiddette prove che non provano niente?
Ma non è una cosa seria.

 Giorgio Canzoneri    - 03-05-2010
Sottoscrivo in pieno quanto letto, poichè da tempo mi ero posto il problema della selettività delle prove INVALSI.

 Marco Trentarossi    - 12-05-2010
Sono padre di un bambino diversamente abile che nelle prove di preparazione ai test, effettuate nei giorni precedenti, aveva riportato 29/30 e 30/30 (primo della classe).
L'insegnante di sostegno gli aveva semplicemente letto le frasi con lettere troppo piccole da poter essere da lui riconosciute.
Ieri, durante la prova ufficiale di matematica, il preside ha impedito sia all'insegnante di sostegno di leggere a mio figlio le frasi piccole "" sia di fare delle fotocopie ingrandite dei fogli, affermando che tanto non sarebbero state prese in considerazione.
Risultato: mio figlio ha completato le prime cinque risposte e poi si è bloccato.
Io e mia moglie non abbiamo parole per esprimere la rabbia per tanta arrogante ignoranza dimostrata nell'adempimento del proprio "dovere" di preside.
Come si può sentire un bambino che fa tanta fatica per stare al passo quando gli "buttano via" i test perchè tanto non servono?