Credere a Fini
Roberto Malini - 23-04-2010
C'è chi ha paura della politica "di destra", paventando una sua natura ancorata a valori obsoleti o addirittura illiberali, antitetici allo spirito di libertà e rispetto reciproco che caratterizzano la democrazia ideale. E' un errore, che nasce da pregiudizi le cui radici affondano nella Storia e sono ormai tagliate da tempo. La destra non può essere identificata pregiudizialmente come erede del fascismo o del nazionalsocialismo, così come la sinistra non può essere ritenuta figlia di Stalin o di Mao Zedong. La destra è rappresentata in Europa dal Partito Popolare Europeo, che è attualmente il gruppo di maggioranza e in quanto tale ha espresso quale presidente il polacco Jerzy Buzek. Nel PPE l'Italia è rappresentata dal Popolo della Libertà, dall'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, dall'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, dai Popolari UDEUR; il Partito Popolare Sudtirolese (Südtiroler Volkspartei) è accolto non come membro, ma in qualità di osservatore. E' evidente a tutti, però, nell'Unione europea, come le posizioni del Popolo delle Libertà siano più vicine a quelle dei gruppi "Non iscritti", come la Lega Nord o i partiti di estrema destra, che sono movimenti anti-immigrazione, lontani da una cultura europea e multietnica, prigionieri di pregiudizi demagogici con cui arringano l'elettorato, pericolosamente favorevoli all'energia nucleare e poco interessati a combattere mafia e corruzione politica (per i loro leader, gli obiettivi di "legalità" e "sicurezza" si perseguono reprimendo le minoranze etniche e le fasce indigenti della popolazione, che a loro dire non subiscono, ma originano "degrado" e devianza).
Gianfranco Fini, nonostante la lunga militanza politica, è l'uomo nuovo del centrodestra in Italia, la personalità politica più vicina ai valori espressi dal Partito Popolare Europeo. Le sue idee e le sue posizioni coraggiose conquistano via via il consenso degli italiani che vorrebbero vivere in un Paese unito e proiettato verso un futuro moderno, vitale e internazionale. Un futuro senza isterismi fobici, emergenze montate ad arte, chiusure a riccio entro confini nazionali o regionali, perché è tempo di aprirsi verso giorni di crescita e innovazione! C'è un mercato del lavoro da espandere e rendere più efficiente ed efficace, per restituire agli italiani i loro sogni e metterli a portata di mano. C'è una scuola da riformare non limitandola entro forme ideologiche o localistiche, ma nobilitandone la missione educativa, dischiudendo ai giovani le porte di una cultura universale, basata su innovazione e rispetto dei Diritti inviolabili dell'uomo. Il progresso è nelle idee, nella cooperazione fra i popoli, nella cultura del divenire, nei programmi mirati al raggiungimento del bene comune e non del privilegio di una casta. Se questa è la "destra", riteniamo che sia importante credere a Gianfranco Fini, anche per le donne e gli uomini "di sinistra", che possono identificare in lui, se non un punto di riferimento, quantomeno un interlocutore onesto, vicino ai valori della Costituzione e della democrazia, della Carta dei diritti fondamentali nell'Unione europea e dello spirito cristiano, spirito che al di là delle credenze personali ci chiede di essere fratelli e di sorreggerci a vicenda, ponendo la fratellanza universale in cima alla scala delle conquiste che il futuro ci pone davanti.


Ecco un ipotetico programma politico che si può individuare e riassumere analizzando il pensiero di Gianfranco Fini:


• Difesa dell'unità d'Italia e dei valori costituzionali, quali fondamenta del Paese
• Creazione di nuovi posti di lavoro.
• Il protezionismo deve essere evitato. Le politiche fiscali e monetarie vanno coordinate.
• Favorire la trasparenza e monitorare i mercati finanziari.
• Sostenere e promuovere in Italia le tecnologie verdi.
• Incrementare le energie rinnovabili.
• Flessibilità per i genitori lavoratori a vantaggio delle famiglie.
• Favorire l'arrivo di lavoratori specializzati dal resto del mondo, per rendere l'economia italiana più competitiva e dinamica.
• Combattere il crimine organizzato e i suoi legami con la politica, l'impresa e i media.
• Arginare la povertà e l'emarginazione sociale attraverso programmi ben strutturati di welfare e inclusione.
• Valorizzare cultura e innovazione italiane di livello internazionale.
• Sviluppare cultura, innovazione, ideali europei e internazionali nella scuola, avvicinandola alla realtà delle moderne conoscenze, della ricerca e del mercato.


Per il Gruppo EveryOne, i co-presidenti Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Stefano de Stefano    - 23-04-2010
Invito tutti i frequentatori di questo sito a non prestare né attenzione né fede alle affermazioni contenute nel contributo del sig. Roberto Malini & c. Ci troviamo di fronte ad una incredibile sceneggiata il cui unico scopo è quello di annientare la sinistra, di toglierle lo spazio, addirittura di toglierle il diritto a rappresentare l'opposizione. Perché è chiaro che i due attori ( Berlusconi e Fini) stanno costruendo una sceneggiatrura nella quale loro due siano i personaggi principali, al governo e all'opposizione. Chi ci invita, su questo sito, a "credere a Fini" svolge un'azione di chiara marca provocatrice, perché il cofondatore non si distingue di un millimetro dal fondatore su tutte le questioni fondamentali che riguardano la scuola pubblica, i redditi dei lavoratori, il meccanismo iniquo di tassazione dei redditi dei lavoratori dipendenti e quant'altro! L'ipotetico programma è una pura invenzione, e d'altra parte, dal 1919, in Italia, quelli lì sono stati sempre glin stessi!

 oliver    - 25-04-2010
Lo scrivente è palesemente demagogico, la sua analisi è scorretta e antistorica. La sinistra italiana annovera intelligenze raffinate che hanno difeso con rispetto valori e progetti. Questo signore vorrebbe farci credere che l'attuale governo e i suoi sostenitori sono per i più deboli e per la loro salvaguardia sociale. Questo signore ignora o fa finta che il suo "padrone" si è mosso solo per i suoi interessi personali, dimenticando quelli (tanti) dei cittadini. Da due anni parliamo solo di giustizia che lo riguarda e di spot pubblicitari del nulla. Concludo ricordandogli che in questo momento si stanno decidendo leggi che dovrebbero permettere l'arresto di giornalisti che pubblicano notizie giudiziarie e non solo.
Questo è il paese che il signore esalta e questa è la sua destra.