I figli del Grande fratello
Laura Alberico - 18-02-2010
Ad uso e consumo la televisione ci offre ogni anno lo spettacolo del Grande fratello. L'occhio indiscreto della telecamera cattura e amplifica le "naturali" attitudini dei partecipanti: esternazioni e imprecazioni, discussioni e aggressività a buon mercato. E ogni anno lo scenario diventa più greve e inutile nella sua totale mancanza di stimoli positivi per il pubblico giovane, abituato ormai ad assorbire modelli e copioni da riprodurre inconsapevolmente nella vita reale. Si parla spesso e forse troppo della preoccupante mancanza di valori dei giovani, della loro superficialità e aggressività senza ragione. Notizie che fanno scalpore ma che subito vengono messe nel dimenticatoio perchè dopo le parole mancano i fatti. La presa di coscienza delle problematiche giovanili non basta a "guarire" le ferite che gli stessi adulti hanno indirettamente provocato e alimentato nel corso degli anni che ci hanno visti partecipi dell'evoluzione dei canali di comunicazione multimediali. La comunicazione si è impoverita, il linguaggio è contaminato oltre misura da un uso eccessivo di improperi e parolacce che viaggiano liberamente e quotidianamente sul piccolo e grande schermo. La generazione a cui gli adulti si apprestano a lasciare il futuro non è una comunità vera perchè l'individualismo rappresenta una caratteristica quasi generale dei giovani d'oggi. Gli adulti che usano i divieti non si accorgono di concedere sotto banco ciò che loro stessi negano e ritengono dannoso per una crescita psicologica equilibrata. Se non si riescono ad arginare e a dirottare verso altre mète gli insegnamenti più o meno manifesti della televisione il rischio è molto alto, assisteremo forse alla formazione di cloni, figli innocenti e vittime di un "grande" ma inesistente "fratello".

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