Fu una batosta dura per me
Giorgio Narducci - 28-12-2009
Riceviamo un augurio che ci piace davvero molto e, senza alcun commento, così come l'abbiamo avuto, ci piace condividerlo coi lettori. Red

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Carissime/i, nell'augurarvi un sereno periodo di festività e un felice anno nuovo, vi invio un breve pezzo di carattere evoluzionistico, tratto da "Le Cosmicomiche" di I. Calvino, che ci aiuterà a riflettere in profondità sulle trasformazioni e i cambiamenti che ognuno di noi osserva su se stesso e il mondo che lo circonda.
Un abbraccio
Per il Circolo Gould
Giorgio Narducci


"Fu una batosta dura per me: Ma poi che farci?
Continuai la mia strada, in mezzo alle trasformazioni del mondo, anch'io trasformandomi.
Ogni tanto, tra le tante forme degli esseri viventi, incontravo qualcuno che "era uno" più di quanto io non lo fossi, uno che annunciava il futuro: ornitorinco che allatta il piccolo uscito dall'uovo, giraffa allampanata in mezzo alla vegetazione ancora bassa; o uno che testimoniava un passato senza ritorno, dinosauro superstite dopo ch'era cominciato il Cenozoico, oppure - un coccodrillo - un passato che aveva trovato il modo di conservarsi immobile nei secoli.
Tutto costoro avevano trovato qualcosa, lo so, che li rendeva in qualche modo superiori a me, sublimi, e che rendeva me, in confronto a loro, mediocre. Eppure io non mi sarei cambiato con nessuno di loro".

(Lo zio acquatico, da Le cosmicomiche di Italo Calvino).

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