Ciao a tutti,
vi segnalo una provocazione raccolta nella giornata internazionale delle persone con disabilità che mi ha portata a raccontare la cronaca della giornata di ieri lontana dai riflettori
Ringrazio Franco Bomprezzi, il nostro amico giornalista, cavaliere a rotelle che ha pubblicato nei commenti al suo articolo la mia email annunciata.
Buona lettura!
E.D.
Da
FrancaMente il blog senza barriere di Franco Bomprezzi
4 Dicembre 2009, ore 13.59
Allego volentieri in questo spazio le emozionanti riflessioni di Elena Duccillo, inviate via mail. Io faccio solo il postino, e le inserisco qui, a beneficio dei miei affezionati navigatori
Caro Cavaliere a rotelle,
non dovevi offrire questo tuo spazio ai tuoi affezionati lettori, primo perché mi hai provocato su un campo che ci accomuna, la facilità di penna e poi su quello che non ci manca: il coraggio di ricominciare ogni volta che gli eventi ci travolgono. Non parlo, Franco, del ricominciare da zero, ma di farlo guardando quanto di buono si è costruito, senza nascondere di contro pericolosi arretramenti che appaiono obiettivi.
Getto un sasso nello stagno in questo 3 dicembre 2009, cerco di usare parole semplici per chi non vive come me da sempre nel mondo della scuola.
Voglio raccontare ai tuoi affezionati lettori come ho trascorso questo 3 dicembre essendo impedita non da una frattura ma da un dovere di stato a partecipare alle iniziative delle varie organizzazioni.
Come ogni mattina da due anni in alternanza con un'altra mamma ho accompagnato mio figlio Paolo a scuola prima di recarmi a lavorare.
Paolo è il mio figlio primogenito mandante del 90% delle mie battaglie, la mia scommessa quotidiana contro tutto e contro tutte le ottusità, gli stigmi, le reticenze e le discriminazioni.
Ha scelto un indirizzo di scuola superiore a 23 chilometri da casa, è felice della sua scelta, studia con profitto e sogna un futuro da chef.
Latitante e responsabile della mancata erogazione di un servizio obbligatorio e previsto per legge la Provincia di Roma che insensibile alle mie reiterate richieste e proteste mi costringe ad accumulare permessi lavorativi e a rischiare di schiantarmi contro un albero della via dei Laghi ogni volta che sono in ritardo sul lavoro, quando fior fior di sentenze la inchiodano alla sua responsabilità: al trasporto scolastico degli scolari con disabilità che frequentano le scuole superiori.
Dopo la prima necessaria dissertazione ritorno al mio 3 dicembre in mezzo a quelli che per sono la vera speranza nelle mie mani: gli alunni di una scuola statale primaria della provincia di Roma.
E' con loro che il giovedì condivido le mie sette ore di lavoro interrotte da una pausa pranzo di un'ora.
Ho imparato a conoscerli da poco e loro a conoscere me, perché è dal primo di settembre che dopo quindici anni di insegnamento in un istituto del mio paese di residenza mi muovo in un ambiente lavorativo nuovo e mi destreggio cercando di ricostruirmi una reputazione una vita lavorativa e materiali per una tesi di laurea che arriva tardino ma realizza il mio sogno nel cassetto.
Tra una dinamica da smontare che vede Nina affermare "
nun ce so bona" prima ancora di mettersi in gioco in una performance da voto sul registro e una cartella da svuotare per fare tana a Lino che vaga tra i compagni alla ricerca di una merenda ambita e socialmente accettabile ( nascondendo accuratamente la sua perché non fa tendenza un semplice pacchetto di crackers il cui destino è fare nel pacchettino il pangrattato sotto il mortaio dei libri di testo per qualche settimana), cerco di crearmi uno spazio .
Mi serve lo spazio di una lezione che vada dal brain storming al mio quiz senza premi finale, in cui non lascio andare a casa nessun bambino prima che mi abbia risposto alla domanda fatidica: "
Che cosa ho imparato oggi?". Avete presente quello spot pubblicitario in cui il bambino delle tre B cioè bello, bravo, buono risponde alla domanda di rito: - Che cosa hai fatto oggi a scuola?
- Nieeenteee!!!
Ecco, dovrei creare un gruppo su face book di quelli che dicono: "
Ad una domanda di rito distratta di mamma o papà rispondo con un avverbio che tronca ogni interrogatorio e corro invece a raccontare tutta la mia vita su un social network"
Quelli che, poveretti loro, incontrano sulla loro strada una maestra del mio stampo, devono, almeno una volta al giorno compiere lo sforzo di dire a sé stessi, mentre lo comunicano al gruppo, una sola, semplicemente una sola cosa che hanno imparato alla fine della loro giornata scolastica e... se nessuno può ripetere la stessa risposta, miracolo! Avrete totalizzato venti, in media venti cose che si portano a casa da giornata di studio così da poter permettere ad una docente di rimirarsi nello specchio del bagno di casa tranquillo di aver guadagnato una delle paghe più basse d'europa impegnandosi come se fosse la più alta.
Da dove si inizia a parlare del 3 dicembre a bambini di nove -dieci anni ?
Naturalmente da chi ha deciso quella data e perché.
Dopo questo panegirico si torna alle loro di esperienze, ma soprattutto alle esperienze vissute da loro coetanei. Il libro di Alice, di Alice Sturiale, dal quale ormai non c'è testo scolastico che non abbia ripreso una pagina è il mezzo magico di questa fiaba. La fiaba è quella di far credere ai bambini quello che gli adulti disincantati non credono più. Gli elementi magici e fantastici sono quelli che sogniamo diventino reali come da un burattino sortisce un bambino in carne ed ossa. "
Tutti uguali, tutti diversi" e in questo slogan la speranza di un domani in cui non si vorranno uniformare i bisogni speciali ai comuni bisogni in una sorta di delirante negazione dell'irripetibilità di ogni essere umano e delle sue peculiarità che ne fanno un omologato, globalizzato e sempre più isolato utente, ma una "
persona" prima di uno sfigato sfidante per dirla alla Imprudente (Claudio Imprudente, mio cugino virtuale acquisito in quel di fb n.d.r. )
Ecco perché non ho scelto la piazza, ecco perché non ho scelto il teatro.
L'ho preso molto più alla lontana lo spirito di questo giorno! "Se ascolto dimentico, se vedo imparo, se faccio capisco" diceva Confucio ed io dopo aver studiato le teorie più avanzate in fatto di metacognizione sono ritornata ai principi di un filosofo cinese che si basava sul costume personale e politico, sulla correttezza delle relazioni sociali, sulla giustizia, sul rispetto dell'autorità familiare e gerarchica, sull'onestà e la sincerità. Ho affidato ad una lavagna interattiva multimediale i pensieri dei bambini su questa giornata, ho cercato di scoprire con loro il mio ideale di inclusione e se all'inizio qualcuno non ha voluto mettersi in gioco e cimentarsi in uno slogan che grazie alla sua penna elettronica veniva trasformato da graffito in testo alla fine nessuno ha voluto rinunciare a fare il suo Urban sign per ricordare la giornata internazionale delle persone con disabilità.
In tutto questo esperimento a metà fra la filosofia cinese e la didattica inclusiva con la Lim ci ha accompagnato Alice, morta in classe a dodici anni mentre sorrideva alla battuta di un suo compagno di classe.
Certo, li ha lasciati sgomenti pensare che la morte può arrivare a dodici anni durante una lezione scolastica per una bambina con disabilità... ma quanti alunni sono, anche se perfettamente sani, stati travolti dalle macerie insieme alle loro maestre o nella casa dello studente senza destare il giusto sdegno nella maggioranza di famiglie italiane che cenano davanti al telegiornale insieme ai loro bambini?
Buon 3 dicembre per questi 10 minuti che vi sono rimasti nel 2009 per riflettere su quello che ho voluto condividere con voi grazie a Franco.
Francesco Sola - 10-12-2009
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A proposito di cura della disabilità riceviamo e pubblichiamo
Il TAR della Calabria, sez. di Catanzaro, con decreto cautelare ex art. 3 legge n. 205/00, accoglie il ricorso presentato dai genitori di un'alunna delle scuole superiori di Castrovillari rappresentata e difesa in giudizio dall'avv. Domenico Lo Polito del foro di Castrovillari e, per gli effetti, assegna alla stessa n. 18 ore di sostegno dell'area umanistica AD02, tante quante richieste dall'organo scolastico competente in luogo delle precedenti 9 ore assegnate dall'USP di Cosenza.
La decisione del TAR è stata emessa inaudita altera parte ravvisata l'estrema gravità e l'urgenza richiesta quale presupposto della tutela cautelare anticipata sussistendo adeguati elementi di fumus boni iuris con l'intimazione all'esecuzione da parte dell'USP di Cosenza.
Il sindacato SAB ( Fed.ne Scuola.Base), con il segretario generale prof. Francesco Sola, non può che accogliere positivamente il riconoscimento di tale diritto che era stato prima negato sia dall'USP di Cosenza e sia dall'USR della Calabria che, trincerandosi dietro la polita dei tagli, negli organici adeguati alla situazione di fatto, avevano dimezzato le ore ed i posti di sostegno nella provincia di Cosenza.
Contro tale politica, in tempi non sospetti, con vista lungimirante, il SAB aveva già indetto sin da agosto azioni di sensibilizzazione e di protesta della categoria e dei genitori degli alunni disabili che aveva portato ad un sit-in di protesta del 31 agosto seguito da incontro con la direzione scolastica regionale dove si trovava conferma del forte taglio dei posti, anche di sostegno, in provincia.
L'amministrazione si è dimostrata insensibile al grave fenomeno denunciato dal SAB che ha portato a lasciare alunni, spesso più alunni nella stessa scuola, senza l'insegnamento del sostegno, anche perché, pare, alcune scuole, non avevano inserito i dati al sistema ormai informatizzato.
Alla luce di ciò il sindacato SAB consigliava ai genitori di ricorrere immediatamente al TAR per vedersi riconosciuto un sacrosanto diritto atteso che, promesse vaghe o revisione degli organici, non portavano a risultati positivi auspicati in quanto, ormai, l'organico era monitorato costantemente dal Ministero e dalla Direzione Regionale per cui, incrementi di ore e/o posti di sostegno, in particolare per le scuole superiori, per le varie aree. restavano solo una chimera.
Poiché il decreto di cui sopra non è il primo e non sarà nemmeno l'ultimo, il SAB patrocinerà, gratuitamente, i ricorsi che altri genitori vorranno affrontare per il riconoscimento delle ore richieste dall'organo scolastico competente o dei posti fino ad oggi negati per garantire il pieno diritto allo studio senza più ostacoli burocratici e tagli di organici.
Prof. Francesco Sola
Segretario Generale SAB (Fed.ne Scuola.Base)
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Nuccia Duccillo - 19-12-2009
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Rispondo al Commento del sindacato risalente al 10 dicembre, con la mia risposta ad un articolo di "Repubblica" apparso ieri sull'edizione di Bari
"Gentile redazione, chi sono lo potrete scoprire con un click, basta fare motore di ricerca con il mio nome e cognome.
Ieri sera ho inviato un mio commento scritto di getto e con molta rabbia ad una delle molte mailing list cui sono iscritta leggendo l'ennesimo articolo sulle nostre vittorie di genitori usate ad altro scopo.
Non ho nulla da temere dal mio sfogo, sono stufa di prestare il fianco a chi ne fa uno straccio del mio coraggio della mia determinazione.
Ho visto che nel vostro articolo in forma elettronica non si può aggiungere sotto il commento, io ve lo invio perchè per me è un errore bloccare qualsiasi titpo di informazione anche quella scomoda e di farla giungere ai lettori.
Questo messaggio è stato mandato in copia nascosta a coloro che io ritengo debbano esserne al corrente.
Cordiali saluti
Nuccia"
Risposta inviata il 18 dicembre alle 21,20 alla mailing list sociale-edscuola:
"Ma che ne sanno i docenti che hanno possibilità di lavorare, di avere più posti da poter usare il sostegno per entrare in ruolo grazie a queste sentenze che vengono divulgate quasi come a dire: "Tiè, abbiamo fregato Tremonti!!!" di quanti pianti lontani dagli occhi dei nostri figli facciamo senza una spalla su cui far scendere le nostre lacrime, di quelle due o tre telefonate che facciamo mettendo da parte la vergogna e l'orgoglio quando i soldi non ci bastano per le terapie, per le cause, per le cure all'estero e ci sono i nostri genitori, fratelli, vicini, che mettono mano al portafoglio per farci far fronte, quanti i dindaroli nel bar che spostiamo per zuccherare il caffè.
Quando tutti al massimo ti danno una pacca sulla spalla, a dirti: " Però, sei forte, sei coraggioso, ti ammiro!!!" poi continuano la loro vita se non ammirandoci compatendoci, ma lasciando le nostre mura, le nostre vite e tornando nella loro routine.
Di tutti, e sono tanti quelli che ho invitato, a vivere una settimana seguendo quello per cui mi adopero dalle prime ore dell'alba fino a notte fonda, nessuno, nessuno, ha mantenuto la promessa / proposta / intenzione di entrare nelle nostre case, nelle nostre vite.
Delle cause fatte dal 2002 al 2009 molti genitori non sanno nemmeno se è finita, come è finita, se recupereranno almeno le spese di istruttoria, la CTU pagata con i nostri sacrifici, tutte le osservazioni e test ai quali abbiamo sottoposto i nostri figli per avere una perizia giurata, non le maestre sotto osservazione, non gli economisti: i nostri figli!!!
Dove sono i sindacati dei bambini, dove sono le leggi che tutelano i loro interessi al di sopra dei diritti dei lavoratori che lavorano con persone disabili???
Dove sono i fondatori dei gruppi di fb, gli iscritti, i frequentatori del popolo web, del mondo liquido, quando c'è da reggere uno striscione sotto il CSA per dire che non sono solo i precari a patire quando restano senza lavoro nella scuola, dove sono i giornalisti quando si parla di disabilità???
Dove sono quelli che fino a quando si recuperano voti in qualsiasi tipo di elezioni cercano argomenti che facciano leva sui sentimenti sugli elettori sui finanziatori delle campagne e poi quando amministrano allargano le braccia perchè non hanno più i poteri che in fieri sbandieravano???
Dove sono le case editrici, gli enti di formazione, gli sviluppatori di tecnologie quando il target non gli consente di investire per migliorare la qualità di vita di una minoranza.
Dove sono tutti, ma tutti quelli che hanno lavoro "grazie" ai nostri figli e mai mai pensano che sono in primo luogo dico in primo luogo questi i loro datori di lavoro".
Vediamo quanta gente mi dirà che ha letto le mie parole e che sto dicendo una punta di falsità!!!
Vediamo quanto gira questo grido disperato!!!
Vediamo quante denunce per diffamazione riceverò!!!
Mettete questo biglietto di auguri sotto il vostro scintillante albero di Natale, altri auguri di buone feste non ne ho, non per stasera...
Elena Duccillo
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