Dallo Speciale Racconti |
Gemma Gentile - 22-11-2009 |
Bella e calzante l'allegoria della storia dell'emancipazione umana dalla superstizione usata come arma di dominio e che, Geppino, hai scritto da maestro dell'affabulazione. Il potere, è vero, conosce i punti deboli dell'Università italiana, in primo luogo il potere baronale che in tanti anni, nonostante le battaglie sessantottine, non è stato estirpato. Finge allora di voler riformare l'istituzione universitaria per migliorarla, così come sbandiera ai mille venti che tutte le leggi messe in campo nel settore della conoscenza sono finalizzate a facilitare il merito. Il ministro urla allo scandalo vergognoso, per cui tutti si dovrebbero sentire in colpa per aver "accettato" l'andazzo del cosiddetto baronato ("forse conveniva anche ai precari, magari raccomandati" sembra insinuare...). Guarda caso la verità si trova capovolgendo la propaganda. Il DDL su "governance" (già la parola è indicativa) e reclutamento è ispirato ai dettami in materia da parte di TREELLE (ormai non fa più scandalo il conflitto di interesse di chi pretende leggi che confliggono con l'interesse pubblico per aumentare i propri profitti) e del PD. Non elimina i "baroni", ma li rafforza, riorganizzando l'Università in senso privatistico e conferendo loro più potere, favorendo in modo particolare i rettori, che ne sono entusiasti e, di fronte a questa gustosa carota, non vanno a pensare a problemi di validità costituzionale: con la legge proposta avrebbero infatti poteri simili ad un amministratore delegato di un'impresa. Ma l'autonomia universitaria storicamente non costituiva solo quella separatezza che ha generato il baronato, ma significava anche garanzia del luogo deputato alla conoscenza e alla ricerca da ingerenze esterne che ne condizionassero il libero sviluppo: l'autonomia universitaria era anche libertà di insegnamento e di ricerca rispetto al potere, era affermazione di libertà di pensiero. Ha mancato finora però di democrazia, per cui si sente il bisogno di un'organizzazione di tipo orizzontale, controllata dal basso. Si propone, al contrario una struttura piramidale e gerarchica diretta da un Consiglio di amministrazione a maggioranza esterna. La libertà di pensiero, come avviene in ogni regime, viene messa sotto chiave, la cultura è apertamente riconosciuta come merce e consegnata a Confindustria. Mi ha impressionato la presa di posizione nettamente favorevole al DDL Gelmini di Repubblica (articolo di Pirani) e Corriere della Sera e il rifiuto dei due giornali di pubblicare le lettere contrarie al DDL pubblicizzate dall'ANDU, che ha puntato il dito contro la stampa da "regime accademico". Di "cattivi maestri" ce ne sono tanti, ma anni e anni di lotta per l'emancipazione dall'oscurantismo dispotico e per i diritti non sono passati invano. Non si illudano! Con la distruzione dell'Università si completa il processo incostituzionale di smantellamento dell'Istruzione pubblica, a partire dalla scuola dell'Infanzia. Il ventennio faceva rogo dei libri e li censurava. Questo regime vorrebbe risolvere il problema all'origine, attraverso la promozione dell'ignoranza di massa. Si illude: in tanti, anche se ancora troppo pochi, hanno già capito il senso di ciò che sta accadendo e, in prospettiva, vincerà il libero pensiero degli sfruttati di tutto il mondo che non riusciranno a dominare. Lo dimostrano gli operai che non solo occupano le fabbriche ma mostrano nelle interviste piena competenza della produzione e del loro lavoro. Essi sanno, come il pastore della favola, che "il formaggio non appartiene al padrone". Ben detto, Geppino! |