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Sicurezza e razzismo
Rete antirazzista napoletana - 16-10-2009
Comunicato Stampa

E' un esempio purtroppo assai significativo dell''apartheid che si sta costruendo in Italia la decisione del Kinky Bar di via Cisterna dell'Olio a Napoli di discriminare apertamente gli immigrati senza permesso di soggiorno per "paura di ritorsioni della polizia municipale".

Nel merito ci sentiamo di rimarcare una serie di punti per noi fondamentali:

1) Questo episodio è un esempio clamoroso del clima costruito in Italia dal "pacchetto sicurezza" che costruisce un muro di isolamento intorno agli immigrati in generale e quelli senza permesso di soggiorno in particolare, facendo di un irregolarità amministrativa la ragione criminalizzante per una condizione da "intoccabile" come nelle vecchie divisioni di casta dell'India.
In effetti per il pacchetto sicurezza i migranti irregolari sono dei criminali, non possono spedire i soldi guadagnati ai propri familiari, non possono fittare casa, non possono registrare i figli all'anagrafe, rischiano la denuncia ogni volta che hanno a che fare con la pubblica amministrazione!! Questo crea un clima di desolidarizzazione sociale che può estendersi anche ad altri campi del vivere civile, perfino quelli "futili", come dimostra il caso Kinky. Specie dopo che una sanatoria-beffa che pretendeva che tutti i lavoratori immigrati si trasformassero in "Colf e badanti" si è rivelata un flop anche nei numeri e di conseguenza ci sono centinaia di migliaia di persone in questa situazione in Italia. Per tutti questi motivi dalla Campania quasi 5000 persone partiranno in pullmans e treni sabato prox per contestare a Roma il nuovo apartheid di stato.

2) Resta a nostro avviso la pavidità e la disinformazione del proprietario del locale. Infatti non essendo un servizio di pubblica amministrazione, nè uno dei casi specifici previsti dalla legge (contratto di locazione, contratto di lavoro) non è tenuto a verificare le condizioni del soggiorno, ma solo un normale documento di identità come il passaporto (a prescindere dal visto di ingresso) anche se deve tesserare la persona in questione come socio, come si usa nei locali napoletani per evadere le tasse... Ma molto più grave è l'arroganza della polizia municipale, che si è subito proposta a gareggiare nell'applicazione più estensiva e intimidatoria del pacchetto sicurezza. Un primato che certo non gli fa onore.
La rete invita in ogni caso alla disobbedienza civile verso queste norme ingiuste e discriminatorie, anche quando c'è l'obbligo di legge. Perchè è una legge razzista! Una scelta già condivisa da tanti operatori del servizio pubblico che si sono autodenunciati dicendo che non dnunceranno gli immigrati. Contro il razzismo, questo è il tempo del coraggio!!

Oggi la rete aveva in programma un piccolo percorso musicale che partiva alle 18.30 dalla Cumana di Montesanto per pubblicizzare le ragioni della manifestazione nazionale di Roma del 17 ottobre. Abbiamo deciso che il percorso passerà anche dal Kinky per consegnare un permesso di soggiorno senza nome come permesso generico e generale di appartenenza all'umanità che il coraggiosissimo proprietario del Kinky potrà finalmente esibire ai vigili urbani. Mentre alla prima caserma della polizia municipale che incontreremo consegneremo un foglio di via dall'Umanità...


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 Federazione Anarchica Torinese    - 16-10-2009
Dopo le condanne inflitte dal Tribunale di Milano ai ribelli del CIE di via Corelli, a Torino sono comparse scritte alla RAI, alla Croce Rossa, al CPT per bambini, sulla sede dei vigili urbani di piazza della Repubblica.

La rivolta, il processo, la condanna

Il 13 ottobre al tribunale di Milano si è concluso il processo contro 14 immigrati arrestati e rinviati a giudizio dopo la rivolta nel CIE di Milano del 13 agosto.
13 condanne, un'assoluzione. Tutti i condannati restano dietro le sbarre perché è stata negata a tutti la sospensione condizionale della pena. Le pene inflitte oscillano tra i sei e i nove mesi di reclusione. Una sentenza "mite" rispetto alle richieste dell'accusa di due anni e mezzo di reclusione per i nove uomini e cinque donne alla sbarra per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e incendio doloso.
Le accuse sono state derubricate e la condanna esemplare sulla quale
puntava la polizia non c'è stata. È una sentenza comunque intollerabile come intollerabile è l'esistenza stessa dei CIE.

Dall'8 agosto, quando sono cominciati a fioccare i provvedimenti di estensione a sei mesi della detenzione, nei CIE di Milano, Roma, Bari,
Gradisca, Bologna, Torino, Modena ci sono stati scioperi della fame, materassi bruciati, suppellettili distrutte, attacchi alla polizia, proteste sul tetto. Un po' ovunque ci sono stati tentativi di fuga.
A Milano la protesta è dilagata il 13. I 14 ribelli sono stati arrestati dopo una nottata di scontri. Sin dalla prima udienza del processo contro di loro erano presenti numerosi antirazzisti, che erano presenti in strada anche ieri, con un presidio che è andato avanti dalle 9 sino alle 16.
I reclusi hanno trasformato il processo in un "je accuse" collettivo contro i loro aguzzini. In solidarietà con loro ci sono stati scioperi della fame ai CIE Gradisca e Milano.
Una ragazza africana, Joy, che aveva denunciato sin dalla prima udienza le gravi molestie e violenze sessuali subite dall' ispettore Addesso, è stata denunciata e verrà rinviata a giudizio per calunnie. Come sempre chi osa dire che un poliziotto picchia, insulta, stupra la paga cara. Chi osa ribellarsi contro le prigioni per senza carte viene pestato, umiliato, espulso in fretta e furia, spedito in galera. Ma la voglia di libertà e la dignità di chi resiste sono più forti di qualunque muro.

 una docente    - 20-10-2009
sono una docente di lingua italiana, in servizio in una scuola pubblica. vorrei che si chiarissero le modalità per l'iscrizione degli stranieri ai corsi di lingua italiana perchè c'è una grande disinformazione. Alla luce della "sicurezza" non sono accettati gli stranieri che hanno il procedimento in corso per il rilascio del permesso di soggiorno.