Senso di realtà
Claudia Fanti - 01-10-2009
Obama parla al mondo della catastrofe climatica e dà inizio all'era del darsi da fare entro breve per rimediare.
Ok, si sa che i GRANDI della Terra possono con le parole esorcizzare addirittura il senso del tempo che è passato inesorabilmente vuoto di contenuti e idee. Parlano, e i media si occupano delle loro parole, le ripetono fino a farle sembrare concrete, foriere di cambiamenti possibili. Potenza del potere dei GRANDI!

La realtà però sta lì inosservata, incapace di essere, di farsi verità. La guardiamo scorrere, mutare, trasformarsi. Per secoli l'essere umano ha la possibilità di guardarla in faccia, ma non la sa osservare, non la sa amare, non la sa gestire a suo favore, non la sa misurare col futuro possibile.

E' quella della catastrofe culturale che abbiamo sotto gli occhi, il nulla.
Lentamente le idee devastanti della conservazione della propria specie per mezzo di quella dei processi produttivi, economici, consumistici, divengono azioni di governo, azioni spaventate di irrigidimento, inflessibili politiche di rigore.

La disciplina esteriore, il risparmio della spesa sociale, la follia dei tagli nel pubblico, il considerare pericolose la solidarietà, l'accoglienza si fanno strada nelle menti per raggiungere il cuore, il profondo sentire dell'umanità, così inizia la morte della consapevolezza per dar vita alla nascita, prima in sordina e poi via via più esplicita, degli egoismi di razza, di religione, di cultura.

Il pubblico tutto, in particolare e drammaticamente la scuola, la fucina del pensiero critico, velocemente si schianta sul muro dell'indifferenza verso i valori di un vivere a contatto con la realtà dell'altro.

Gli adulti arraffoni, volgari, aggressivi, egotici, bugiardi, fortemente autoconservativi, prevaricatori, falsi, opportunisti, violenti, bestemmiatori, qualunquisti, ecc... presentano modello di sè alle nuove generazioni ovunque, ma, ovviamente, soprattutto dentro la scatoletta falsamente innocua del televisore.

Con una semplice pressione del dito ognuno può aprire il mondo, falso e bugiardo, melenso o atrocemente spietato, urlato o sussurrato, "sirenamente" accattivante, dell informazione-intrattenimento.

Un'ora, nella scatoletta, appaiano immaginette rassicuranti, un'altra squartamenti verbali o concreti, non importa: la mente ingloba l'argomentare villano e gli stupri della cronaca, ingloba le melliflue informazioni rassicuranti dei politici al potere, le tranquillizzanti parole di rinascita e impegno globale, e resta seduta in poltrona, amorfa, stanca, pigramente rassegnata o rasserenata.

La distruzione della scuola che i figli frequentano, degli ospedali che si frequentano, dei tribunali e degli uffici pubblici che si frequentano, del settore pubblico in generale, porta con sè la dipartita dell'idea confuciana di coniugazione di umanesimo e burocrazia per esaltare il privato a scapito del pubblico, così, senza colpo ferire, la rete dell'ultimo barlume di protezione si smaglia.

Un tempo affermare di essere insegnante, medico, magistrato, impiegato dell' ufficio anagrafe... non era pericoloso, umiliante, foriero di maledizioni, ora è a rischio di linciaggio, ma ciò sarebbe perfino sopportabile, se non si dovesse poi lavorare a contatto con gli utenti nei luoghi preposti e tuttavia resi infrequentabili e irrespirabili da politiche dissennate.

Non è catastrofismo a buon mercato: è realtà vissuta negli spazi angusti sia idealmente sia concretamente. D'altra parte qualcuno ben noto a coloro i quali si interessano della scatoletta continua a sostenere che politica di governo è chiudere la bocchetta dell'ossigeno al pubblico che in toto non lavora in favore del privato in toto che produce. I tagli, le ingiurie, le recriminazioni sono lì alla portata di chi vive e lavora (ops, non lavora!).

La follia è materia magica quando si dispiega nell'immaginario (ops, l'immaginario degli artisti fa orrore al potere!), diviene catastrofe quando si fa materia che distrugge l'immagine del lavoro al servizio del prossimo .

E così chi non produce beni consumabili e appetibili agli appetiti insaziabili degli istinti umani va ucciso togliendogli l'aria...

Bello, educativo, formidabile strategia di sopravvivenza delle politiche governative-economiche...

Foscolo, Leopardi, Manzoni e via via tutti i letterati, i poeti, i registi, gli attori, i cantanti, i musicisti, i pittori, gli scultori...diventano pericolosi, inutili predicatori di illusioni fuorvianti, distrazioni dall'unico bene riconosciuto: il produrre materia e materiali più o meno necessari al quotidiano vivere.

Invece il lavoro nel pubblico impiego si fa caserma: orari sincopati, spezzati, strategie di battaglia ai tagli, boccheggiamento, soffocamento...


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 Pier Luigi Lunerti    - 04-10-2009
Sono d’accordo con la sua analisi. Ora, per superare questa realtà ormai catastrofica, forse, bisogna mettere un punto a capo e ritornare alle cose fondamentali e “più semplici”. Ritorniamo ad esempio al nostro patto fondante: LA COSTITUZIONE. Pretendiamo la sua applicazione, lottiamo per questo.
Perché, come diceva Piretro Calamandrei, “bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è una malattia dei giovani ( e aggiungo oggi di molte altre categorie).
«La politica è una brutta cosa», «che me ne importa della politica»: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante.
Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: «Ma … siamo in pericolo?», e questo dice: «Se continua questo mare, il bastimento tra mezz’ora affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!». Quello dice: «Che me ne importa, non è mica mio!».Questo è l’indifferentismo alla politica.”
Bentornata Maestra Claudia

 claudia fanti    - 05-10-2009
Caro Pier Luigi Lunerti Lei ha ragione, intanto incollo qui una lettera che ho appena spedito sperando in una risposta. Ci si deve ormai arrangiare su tutto, fare una politica dei piccoli passi, perchè per ora non vedo le barricate per difendere i cittadini più deboli da parte di chiunque...forse perchè ormai siamo tutti più deboli e schiacciati...i fronti sono infiniti...


Ai Tar del Lazio, di Bologna, e di Parma

Gentilissima Amministrazione,
scrivo per avere delucidazioni in merito alle fasi che occorrono per attivare una procedura di ricorso contro la norma che prevede una decurtazione dello stipendio, proprio nel caso in cui ci sia maggiore bisogno di denaro e cioè quando una maestra (è il mio caso, ma non certo il solo) si ammala di influenza con febbre alta e tosse continua e deve obbligatoriamente restare a casa ( a maggior ragione ora che il MIUR con prot AOODPIT/2410 recita" i DOCENTI...DEVONO RESPONSABILMENTE RIMANERE A CASA NEL PROPRIO ED ALTRUI INTERESSE, ED E' CONSIGLIABILE CONTATTARE IL PROPRIO MEDICO...). Tra l'altro faccio presente che nella scuola elementare i giorni di supplenza vengono coperti da colleghi di ruolo a rotazione che altrimenti lavorerebbero su recupero e arricchimento dell'offerta formativa nelle proprie classi, ciò sempre per risparmiare il denaro (peraltro inesistente!) dei fondi di istituto. Si immagini la qualità degli apprendimenti e delle relazioni dentro le classi!!!
I bambini e le loro famiglie hanno di che stare sereni!
Chi è ammalato si agita per la situazione e sta male senza possibilità di difendersi COME CITTADINO. Chi è al suo posto nella classe si sente quasi ridicolo per l'impossibilità di avviare un qualsiasi percorso pedagogico con alunni e alunne visti per un'ora!
Attendo con ANSIA una vostra risposta, perchè francamente l'umiliazione e l'indignazione verso una tale ingiustizia sono profondissime.
Con rispetto e fiducia
Maestra Claudia Fanti
P.S.: lavoro da trent'anni nella scuola elementare e francamente le mie colleghe e io di assenteismo ne abbiamo visto ben poco, se non nullo! Ma aldilà del fatto contingente, dal punto di vista della Costituzione, è da ritenersi nella norma e cosa buona e giusta ciò che sta accadendo?