Afghanistan: ucciso dall'Isaf a 13 anni in bicicletta per errore
Doriana Goracci - 29-09-2009
"Una pattuglia statunitense dell'Isaf ha ucciso per errore in Afghanistan un ragazzino di 13 anni che tornava a casa in bicicletta. E' successo a Madatkhel, alla periferia del capoluogo di Paktika, Sharan. Un portavoce dell'Isaf ha confermato l'episodio, parlando di un "doloroso incidente" causato da un "proiettile sparato in aria", poi, presentando "le più sentite condoglianze" della Forza, ha assicurato che la famiglia della vittima riceverà un indennizzo per l'accaduto".
Ladri e criminali per sbaglio? Un errore ? Doloroso incidente? Indennizzo per la morte di un minore alla famiglia?
Propongo il Tema a tutte le scuole dell'obbligo in Italia, migliaia di giornate di Silenzio alle Istituzioni, Chiusura di tutti i Tavoli di Mediazione, Dialogo, Contrattazione, Partecipazione a questo Lutto, voluto consapevole cercato e discreto nel finire dolente notizia di cronaca nera internazionale, dalla Stampa che si indigna il 3 ottobre, in Italia, nella piazza del Popolo, rinviando l'appuntamento con chi non ha voce e aprendo spazi alla Guerra e a rifinanziamenti armati di Comunicazione tra Ordini.

Ho aiutato ieri un bambino curdo- turco che frequenta la seconda elementare in una scuola di Capranica, sotto gli occhi della mamma. Mi aveva chiesto una mano a capire la paginetta del sussidiario per i compiti, da svolgere a casa. Verteva sulla "comunicazione, mittente, ricevente, codice", questi i termini usati per la vignetta da tradurre e a cui rispondere, in cui si vede la maestra che comunica all'alunno non essere un'addizione vedere il resto degli euro. Cos'è?
Già, questa è una Sottrazione, il resto che rimane alla Favoletta della Pace in Terra. L'errore per il bambino, è quello di vivere, di correre per una strada dove cammina la pura violenza e di resti come i ladri di biciclette e illusioni, ne abbiamo fino a morirne. Non mi faccio nessun segno della croce, non scambio nessun segno di pace: queste sono croci sul voto del Mutuo Silenzio.

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 Doriana Goracci    - 29-09-2009
Ringrazio per l'inserimento, non è facile far emergere queste notizie, di stragi ce ne sono a migliaia, l'ultima è in Guinea, dove si spara sulla folla... e ci riguardano tutte e tutti , maledettamente quì in Italia, a scuola , al lavoro, in casa. Io ho solo più tempo perchè in "pensione", tempo per ripescare ciò che è divorato da un'altra notizia e gli squali non si fermano, emerge solo ciò che batte il comando del momento e del padrone che segna il ritmo...

Mentre scrivevo questa notizia stamattina se ne aggiungeva subito un'altra di sottrazione vite:
KANDAHAR – Un autobus e’ rimasto coinvolto in un attentato a Kandahar, in Afghanistan. Dodici persone, tra cui donne e bambini, sono rimaste uccise. Lo hanno reso noto fonti del governatorato locale. (RCD)

Ma non basta:

Frattini esegue i suoi "compiti" con chiarezza, segue la Chiesa, more solito.
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L'impegno dell'Italia in Afghanistan è "senza e senza ma", ma la missione non può essere a tempo indeterminato.

Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini intervenendo alle Commissioni Esteri di Camera e Senato.

"Occorre chiarezza verso i nostri alleati, che devono sapere senza se e senza ma che la volontà politica dell'Italia, del governo e della maggioranza ampia del suo Parlamento rimane quella di contribuire all'impegno per l'Afghanistan", ha detto Frattini.

"Chi parla di exit strategy mette a rischio l'interesse della coalizione ed è per tutti controproducente", ha aggiunto Frattini, "ma è vero che la missione non può essere a tempo indeterminato".

"Occorre un obiettivo preciso, che l'Afghanistan sia un paese autosostenibile e questa è la condizione minima che ci consentirà di dire che il lavoro è compiuto", ha aggiunto il ministro.

Dopo aver ribadito che l'impegno dell'Occidente per il Paese asiatico non può essere solo militare, Frattini ha sottolineato che il Parlamento italiano non può dividersi sulla missione.

"Esprimo la mia gratitudine a tutte le forze parlamentari di maggioranza e opposizione che in questo Parlamento non hanno fatto mancare il loro sostegno alla missione in Afghanistan".(Reuters)

(ASCA) - Roma, 29 set - La Chiesa italiana non vuole prendere posizione nel dibattito sull'opportunita' di proseguire o meno la missione dei militari italiani in Afghanistan, ma, come ha spiegato questa mattina mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, al termine dei lavori del Consiglio episcopale permanente, ''c'e' da condividere una responsabilita' internazionale, verso la quale i nostri governanti hanno gli strumenti per poter valutare questo aspetto''. ''Si tratta - ha detto Crociata a proposito della missione italiana - di decisioni che vanno intese come espressione di una responsabilita' politica e istituzionale di una nazione nel novero di altre nazioni''. L'importante, ha aggiunto, ''e' che si compia davvero un processo di superamento delle violenze e dei conflitti e s'inneschi un processo di pace dove questa ancora e' lontana''. Tuttavia, ha precisato il vescovo, ''non tocca a noi come vescovi esprimere se continuare o recedere''. Allo stesso tempo, ha concluso mons. Crociata commentando la partecipazione della Chiesa dopo la morte dei sei militari italiani a Kabul, ''le vittime del terrorismo suscitano sentimenti di profondo cordoglio e amarezza. Auspichiamo che si cerchino i modi affinche' la violenza finisca mentre esprimiamo solidarieta' e vicinanza alle famiglie dei caduti e a quanti operano in un ambito esposto a grandi rischi''.


 Virginia Mariani    - 30-09-2009
... mons. Crociata? ricordo sempre il commento di Grillo sull'allora Conto gabbietta, Occhetto, ecc... ecc...: neanche Walt Disney sotto l'effetto di una pera sarebbe riuscito a pensare una cosa simile!
Povera Italia!
Ah! se avessimo avuto una Rivoluzione come quella francese! se avessimo fatto un regolare processo a Mussolini e ai suoi! e, se prima ancora, avessimo avuto una Riforma protestante!
... ma, forse siamo ancora in tempo! non voglio perdere la speranza nel cambiamento!

 Doriana Goracci    - 01-10-2009
Cara Virginia non possiamo delegare il Cambiamento a nessuno, dobbiamo partire singolarmente e facendo una strana diversa strada comune, nel cambiare noi. Intanto invadendo con l'informazione, le nostre storie e raccontandoci quanto riusciamo a fare, giorno per giorno, in autonomia e libertà. Questi sono i dati di ascolto che dobbiamo proporre, cominciare ad ascoltare chi ci è vicino, molto.
Sono certa che ce la faremo, basta volerlo e cambiare un po' per volta, scegliendo strade che già esistono e compagni di cammino. Un carissimo saluto, laico e resistente più che mai...

 Doriana Goracci    - 01-10-2009
Scritto appena adesso:
“ Sei bambini e tre donne sono morti in un raid aereo della Nato nella provincia di Helmand, nel sud dell’Afghanistan. La nuova strage accidentale di civili è stata denunciata da Daud Ahmadi, portavoce del governatore provinciale.“

Di morti accidentali ne abbiamo da vendere in Italia, archiviate. La notizia se così possiamo chiamarla, continua con un riferimento al 4 settembre, in cui accidentalmente persero la vita decine di civili, inclusi donne e bambini. La uso anche io la ” notizia” per farne riemergere un’ altra con burka e bavagliolo, del 29 settembre, data storica per Certi Eroi.

Dopo aver letto la “notizia chi l’ha vista” che ricopio perchè corsa via: “Una pattuglia statunitense dell’Isaf ha ucciso per errore in Afghanistan un ragazzino di 13 anni che tornava a casa in bicicletta. E’ successo a Madatkhel, alla periferia del capoluogo di Paktika, Sharan. Un portavoce dell’Isaf ha confermato l’episodio, parlando di un “doloroso incidente” causato da un “proiettile sparato in aria, poi, presentando ”le più sentite condoglianze” della Forza, ha assicurato che la famiglia della vittima riceverà un indennizzo per l’accaduto”…. Scrissi: Afghanistan ucciso dall’Isaf a 13 anni in bicicletta per errore.

Rammento a chi andrà in piazza il 3 ottobre, e non come venne stabilito il 19 settembre, che l’ Intervallo Informazione in Lotta e Resistenza, è stato per rispetto dei “nostri morti”, in Afghanistan. La consegna del doloroso silenzio.

Il convitato di pietra del Bilderbourg Group, ride a crepapelle, è dal 1954 che ride. Giustamente, fanno a botte per apparecchiare il prossimo Tavolo-Banchetto, i loro servitori, chissà forse a Lisbona…

Se ma però…noi abbiamo da vedere ben altre puntate, senza veli, senza bavaglio: stasera, domani e dopodomani. E lasciateci in Pace con no Giampi no party, in prima fila! Le vittime della Guerra ringraziano di farle campare, accidentalmente, nelle prossime puntate.

Doriana Goracci

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