Un'occasione di resistenza?
Francesco Masala - 24-09-2009
Non potrà essere scrutinato chi ha più del 25% delle assenze. Ma stiamo parlando del numero dei giorni grezzi? Perché non costringere chi dice e decreta queste cose a essere conseguente? Entro nel merito dei numeri. Chi dice queste cose lo fa in nome della serietà e del rigore. Siamo conseguenti e proviamo a dire che il 25% delle assenze corrisponde al 75% delle presenze. Per serietà il 75% delle presenze deve essere sul numero di ore curricolari, per esempio una materia con 4 ore settimanali per 33 settimane significa 132 ore curricolari. Chi ha visto come si compilano i diplomi del quinto anno sa che si scrivono davvero i numeri delle ore curricolari. Dicevo, il 75% di 132 ore corrisponde a 99 ore di lezione. Continiuamo nel discorso di serietà e rigore. Chi non ha fatto almeno il 75% delle ore curricolari in tutte le materie non dovrà essere scrutinato, perché bisogna evitare le furbizie di chi evita le ore di lezione nelle materie non gradite. Arriviamo adesso a un punto critico, le ore in cui la classe entra alla seconda ora e esce un'ora prima o in mezzo non fa lezione, sempre a causa dell'assenza dei docenti a disposizione non devono entrare a far parte della base di calcolo per il 75%. Per essere chiari, chi non ha il 75% delle ore che si devono fare, e non di quelle fatte, non dovrà essere scrutinato, per essere seri e rigorosi, come sloganizzano in Viale Trastevere. Con l'enorme carenza di ore a disposizione di capisce che almeno metà degli studenti, fra uscite anticipate, entrate posticipate, ore di abbandono negli anditi e nei cortili delle scuole, non sarebbero mai scrutinabile e scrutinati, con danno per loro e le famiglie.
La mia proposta è che in ogni scuola si segua questo criterio in modo rigido, gli studenti e le loro famiglie potranno essere un aiuto decisivo per rovesciare le schifezze che hanno portato al taglio dei precari, in primis tutte le cattedre a 18 ore di lezione effettiva.
Ci sarà il tentativo di affidarsi all'autonomia delle singole scuole per applicare queste regole in modo più favorevole agli studenti, cioè a fare i furbi, ognuno pro domo sua, levando le castagne dal fuoco ai selvaggi tagliatori di teste del ministero, assumendosi le scuole le responsabilità che arrivano dall'alto. Invece occorre costringere il Ministero a regole severe e uguali dappertutto e a rendere palesi le contraddizioni fra i loro slogan e le loro "riforme".

Tags: presenze, assenze, valutazioni, scrutini


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 enniocian    - 27-09-2009
Scusa Francesco.
Innanzi tutto buongiorno, poi passo ad un commento del tuo articolo.
Si può essere d'accordo o meno con quanto il Ministero decide. Però, questo 25% di ore in meno, fatto di ingressi ritardati, di uscite anticpate, di malattie vere o presunte (come accade anche nei posti di lavoro), perchè mai dovrebbe essere tollerato? Bada bene che la media di assenze dai posti lavoro (nazionale) è di circa il 7%; perchè dover tollerare una assenza dalla scuola di maggiore entità? A me sembra che al ministero siano stati anche troppo larghi, ma, forse, hanno usato la percentuale di assenza che si verifica in altri luoghi di lavoro diversi da quelli privati.
Ti auguro una buona giornata
Ennio

 Francesco Masala    - 28-09-2009
Caro Ennio, si parla solo delle assenze degli STUDENTI.
Per quanto riguarda le assenze dei lavoratori della scuola, come per tutti i lavori, il metodo della media è fuorviante. Nel senso che una media del 7% significa che alcuni hanno valori che sono altissini e la maggior parte si assenta da 0 a 3%.
Basterebbe concentrare l'attenzione, in silenzio, su quella piccola parte che è sopra la media e si verifica magari che hanno avuto incidenti, hanno malattie invalidanti, sono in maternità, mille motivi, e se qualcuno fa il furbo si colpisce quel furbo, in silenzio.
La strategia di urlare che tutti sono colpevoli assolve i veri colpevoli e svilisce la maggior parte dei lavoratori onesti.