Esami di maturità: studenti a scuola con il codice fiscale
La Redazione - 06-06-2009
Certe volte le cose vanno in senso inverso rispetto a quanto la logica e le scelte che ne conseguono farebbero supporre. Così, dopo anni di sperimentazioni e lavoro, nelle scuole, per accogliere gli alunni stranieri, dopo che si è cercato di dare un senso ai loro percorsi, dopo che si è raggiunto il risultato, a volte davvero insperato, di vederli presentarsi alla maturità, dopo che ci si sarebbe atteso un plauso e un moto di chiara soddisfazione, che troviamo?
Sadicamente, verrebbe da dire, anzichè proporre che uno studente straniero, dopo anni di studio in Italia, abbia il diritto al permesso di soggiorno per poterli continuare, lo si attende al varco della certificazione con trappole burocratiche dalle finalità oscure.
La si può girare come si vuole, la frittata, ma il "merito", che dovrebbe essere universale, scivola sulla buccia di banana della cittadinanza e crea nuove fratture all'interno di compagini sociali alla ricerca di equilibri.
Non servirà dire che la presenza di alunni stranieri nelle scuole ha, in molti casi, aperto gli occhi dei docenti sulle "diversità" nostrane. E neppure citare il "diritto all'istruzione" che la stessa Costituzione sancisce. Dobbiamo accontentarci di interrogazioni che per lo meno esprimano indignazione e delusione profonde.

La redazione



Del Sen. Mariangela Bastico ed altri (Pd)


Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che:


a decorrere dal corrente anno scolastico 2008/2009 è stata attivata una nuova modalità di rilevazione sugli esiti degli esami di Stato per gli alunni delle scuole secondarie statali di secondo grado;

il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha avviato le procedure per garantire una costante rilevazione sull'andamento degli esami di maturità di tutti gli studenti (e non quindi a campione), attraverso l'utilizzo del codice fiscale di ogni studente;

una completa ed efficiente anagrafe degli studenti, che purtroppo manca nel nostro Paese, dovrebbe essere innanzitutto finalizzata a seguire il passaggio degli stessi dalla scuola media alla scuola superiore, in modo da acquisire le informazioni necessarie per attivare interventi volti a ridurre la dispersione e l'abbandono scolastico, soprattutto nei 10 anni di obbligo scolastico;

la nota del Ministero che avvia questo procedimento stabilisce che i codici fiscali degli alunni, comunicati dalle scuole, saranno validati da parte dell'Agenzia delle entrate e, in caso di mancata corrispondenza, si dovrà procedere alle necessarie rettifiche;

sulla rilevazione dell'andamento degli esami di maturità emerge una preoccupazione di discriminazione relativa agli studenti stranieri appartenenti a famiglie "non regolari", preoccupazione rafforzata, peraltro, dalle norme sugli studenti figli di immigrati irregolari, contenute nel disegno di legge "sicurezza" in via di approvazione, nonché dall'applicazione anticipata delle stesse - impropria e illegittima - che alcuni dirigenti scolastici hanno recentemente compiuto in alcune città, come Genova e Padova;

non si comprende quali possano essere gli effetti di questa disposizione per gli stranieri "non regolari", nonché il motivo dell'introduzione di una norma di validazione da parte dell'Agenzia delle entrate, considerato che il codice per gli studenti dovrebbe avere una funzione prettamente identificativa a fini informativi e statistici,

si chiede di sapere:

quali siano la necessità e le conseguenze dell'introduzione della norma relativa alla necessità di validazione dei codici fiscali degli alunni da parte dell'Agenzia delle entrate e, soprattutto, quali siano le conseguenze nel caso di mancata validazione del codice o mancata corrispondenza dei dati;

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di chiarire che l'introduzione di una nuova modalità di rilevazione sugli esiti degli esami di Stato per gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado statali non si traduca in una misura di controllo improprio e indiretto sulla regolarità degli studenti stranieri e soprattutto in uno strumento di discriminazione.


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 da Repubblica    - 07-06-2009
La ragazza è ucraina ed è priva del codice fiscale necessario per iscriversi
Le nuove norme non lasciano speranze. Petizione dei compagni per aiutarla
Napoli, bravissima ma clandestina


Per Daria niente esame di maturità



NAPOLI - A scuola è bravissima, ma non ha il codice fiscale. E per questo non può fare l'esame di maturità. Daria è ucraina, parla 6 lingue e, nel suo paese, ha già il suo titolo di studio. Che, però, in italia non è valido: per questo ha dovuto rifare il liceo. Ma ora, giunta all'ultimo anno, l'ennesimo ostacolo. Daria è clandestina, non ha documenti e tantomeno il codice fiscale. E senza quel tesserino di plastica non può fare l'esame di Stato. La vicenda, riportata dal quotidiano "Il Mattino", si svolge al liceo Margherita di Savoia di Napoli.

E non è altro che la logica conseguenza delle nuove norme varate dal governo. Il ministero dell'Istruzione, infatti, per compilare l'anagrafe dello studente deve rilevare i dati relativi a ogni singolo candidato. Compreso il codice fiscale, che, successivamente, passerà al vaglio dell'agenzia delle entrate.

Un'operazione che deve essere fatta entro dopo domani. Siccome la circolare del 22 maggio 2009 del ministro Maria Stella Gelmini vuole che senza codice fiscale non si possa sostenere l'esame, per Daria il sogno di diplomarsi rischia di infrangersi per sempre.

Daria a Napoli vive insieme ai genitori: la madre fa le pulizie ad ore, il padre il saldatore. A scuola, intanto, è scattata una vera e propria gara di solidarietà per aiutarla mentre i suoi compagni pensano di inoltrare una petizione.

(7 giugno 2009)