Gentile d.ssa Salacone,
ho appreso con stupore dal sito dell'INVALSI che la scuola Iqbal Masih di Roma, da Lei diretta, è tra l'elenco di quelle che hanno aderito alle prove di quest'anno scolastico.
Premesso che non c'è alcuna obbligatorietà, vorrei osservare che la scelta è in forte contraddizione con la linea seguita da Lei e dalla sua scuola fin dal settembre scorso. Infatti la scuola Iqbal Masih è stata capofila del movimento "Non rubateci il futuro" e ha avuto il merito di iniziare, attraverso una lunga occupazione, la protesta contro la L.133/08 e l'allora D.L.137/08 (decreto Gelmini), oggi L.169/08. Tra le tematiche in difesa della scuola pubblica, "Non rubateci il futuro" non ha mancato di esprimere la netta contrarietà al disegno di legge Aprea per le gravi conseguenze che questo determinerà sulla scuola. Lei stessa, in un'assemblea tenutasi alla scuola D'Antona Biagi, il giorno 12 marzo 2009, nella quale eravamo entrambe relatrici, ha esposto in modo puntuale ed esaustivo il ddl Aprea, stigmatizzandone i contenuti.
È da quattro anni, cioè dall'introduzione delle prove Invalsi, che il movimento si batte contro di esse ed oggi, alla luce del ddl Aprea, è ancor più chiaro quali siano le finalità della valutazione del sistema scuola.
Per capirle basta leggere il documento che l'INVALSI utilizzerà come base per la predisposizione del suo piano di lavoro per il prossimo triennio redatto dal prof. Daniele Checchi, dal prof. Andrea Ichino e dal prof. Giorgio Vittadini il 4 dicembre 2008.
Il documento che titola: " Un sistema di misurazione degli apprendimenti per la valutazione delle scuole: finalità e aspetti metodologici" è sicuramente di Sua conoscenza, quindi non mi dilungherò nel commentarlo ma ne citerò solo alcuni punti, a mio parere, significativi:
- l'autonomia decisionale delle scuole dovrà occuparsi della gestione delle risorse umane "di pari passo con la definizione di un sistema di valutazione che permetta di misurare i risultati ottenuti[...]";
- verrà costituito un "ranking provinciale, regionale e nazionale rispetto a tutte le scuole o alle scuole dello stesso tipo, costruito sulla base della media o della mediana dei risultati dei rispettivi studenti";
- "[...] sarà possibile studiare se e come collegare i risultati della valutazione a misure di natura premiante o penalizzante per i budget delle singole scuole";
- per assicurare alle scuole la necessaria autonomia il Ministero dovrà affrontare i seguenti nodi:
"a) Reclutamento e rimozione dei presidi sulla base della performance ottenuta.
b) Reclutamento e rimozione degli insegnanti.[...]";
- si prevede "la predisposizione di un'Anagrafe Scolastica Nazionale che segua nel tempo tutti gli studenti consentendo di abbinare la loro performance alle caratteristiche delle scuole frequentate e degli insegnanti incontrati, nonché a dati di fonte amministrativa sulle caratteristiche demografiche ed economiche delle loro famiglie" mediante la quale "è in linea di principio possibile abbinare ogni singolo insegnante alla performance degli studenti ai quali ha insegnato nel periodo di riferimento [...]". "È quindi teoricamente possibile disegnare un sistema di incentivazione che premi i singoli operatori della scuola in funzione del conseguimento di obiettivi relativi agli studenti con i quali essi siano entrati direttamente in contatto";
- la stima del costo complessivo potrà arrivare fino a 81 milioni di euro.
È evidente che le finalità sopra riportate sono in perfetta sintonia con le disposizioni previste nel ddl Aprea: la scomparsa del Consiglio di Circolo/Istituto sostituito da un Consiglio di Amministrazione, composto dal Dirigente Scolastico, dal DSGA senza diritto di voto, da almeno un docente e un genitore, da uno studente per le scuole superiori, da un rappresentante degli enti locali e da esperti esterni, che avrà anche il compito di nominare, tra i docenti esperti ed i membri esterni, il Nucleo di Valutazione del servizio scolastico; la distinzione in tre fasce stipendiali (docente iniziale, ordinario ed esperto ) dei docenti stessi; la costituzione di una commissione di valutazione degli insegnanti iniziali e ordinari presieduta dal Dirigente Scolastico, da tre docenti esperti e da un rappresentante designato a livello regionale e la costituzione del portfolio dell'insegnante sono solo alcuni esempi su come quanto affermato nel ddl Aprea e cioè che "la carriera docente deve essere fondata essenzialmente su standard, valutazione, sviluppo, professionalità, specializzazione e responsabilità per i risultati" insieme alla valutazione delle scuole per opera dell'INVALSI conducano inevitabilmente a piegare la didattica alla logica della valutazione in cambio di aumenti stipendiali e/o del budget della scuola.
Nella mia scuola, il 49° Circolo Didattico di Roma "Principe di Piemonte", la Dirigente Scolastica ha dato l'adesione alle prove INVALSI senza neanche la delibera del Collegio dei Docenti e non so in quante scuole questo sia accaduto; io, "semplice" insegnante, appena ne sono venuta a conoscenza ne ho dato notizia ai genitori della mia classe e al presidente del Comitato dei genitori ignari di tutto. Si tratta di persone avvedute che si sono subito informate su cosa fosse questo INVALSI, ne hanno dibattuto, sono emerse diverse criticità, ma ne sono usciti un po' confusi proprio perché, a noi insegnanti, non ci è stata data la possibilità del confronto collegiale. In ogni caso è stata presentata una diffida nei confronti del Dirigente Scolastico avverso la somministrazione dei test. Anche nell'anno scolastico 2005/2006, nella scuola in cui insegnavo, il 144° Circolo Didattico "Luigi Pirandello", mi rifiutai di somministrare le prove insieme ad altri docenti. Quest'anno, alla "Principe di Piemonte" so per certo che un insegnante, per pura ansia da prestazione e senza il miraggio dell'aumento, visto che la legge Aprea è ancora solo un disegno, ha abbandonato per una quindicina di giorni le normali attività didattiche per allenare i propri alunni ai test. Lei pensa che questo si sia verificato solo nella mia scuola e solo da un docente? O ritiene che, alla luce di quanto sopra, in futuro la logica della valutazione surclasserà quella dell'insegnamento-apprendimento? Lei non crede che la valutazione sia invece quel processo intrinseco all'insegnamento attento ai ritmi cognitivi di ogni singolo alunno nella sua diversità e specificità strettamente legata alle scelte programmatiche e metodologiche dei singoli docenti e che non debba e non possa effettuarsi su prove standard, decontestualizzate e nozionistiche per una cultura frammentaria e "frantumata"? Non sta già accadendo che gli insegnanti valutino in decimi anche sui propri registri? Sappiamo bene quanto sia facile metabolizzare tutto, anche ciò che fino a poco tempo prima sembrava impensabile, soprattutto se anche le persone più sensibili e progressiste come Lei iniziano ad accettare logiche fondate sulla discriminazione, sulla selezione, sul classismo, su falsi meriti e sulla competizione. È così difficile capire che tagliare tutti i fondi alle scuole pubbliche (a favore di quelle private) determini una situazione di forte disagio con gravi conseguenze sulla qualità delle stesse e che, parallelamente, pretendere di valutarle a costi elevatissimi sia una grave incoerenza? Basta pensare che con 81 milioni di euro (costo complessivo dell'INVALSI) si potrebbero, ad esempio, attribuire circa 8mila euro ad ogni istituzione scolastica per il funzionamento amministrativo e didattico o pagare i corsi di aggiornamento e formazione agli insegnanti se si desidera veramente alzare il livello di qualità della scuola pubblica.
Anche se la decisione di aderire alle prove INVALSI è il frutto di una delibera collegiale sappiamo benissimo che il Dirigente Scolastico formula l'ordine del giorno e che, in ogni caso, realisticamente parlando, è basilare nell'esposizione degli argomenti; la recente storia di questo movimento ha dimostrato quanto la Sua capacità di creare consenso sia stata determinante (e di questo La ringrazio) per la mobilitazione "anti-Gelmini" all'interno della sua scuola e fuori.
Concludo con l'esprimere tutta la mia delusione.
Roma, 31 maggio 2009
Bruna Sferra - insegnante di scuola elementare
Paola De Meo - 01-06-2009
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Roma , 01/06/2009
Risposta a Bruna Sferra di Paola De Meo
Come persona informata dei fatti, in quanto insegnante di classe V presso l'Iqbal Masih e pertanto direttamente coinvolta nei test INVALSI, mi preme rassicurare l'insegnante Bruna Sferra della non partecipazione alle prove da parte della nostra scuola.
L'iniziativa di aderire ai test era stata presa dalla Commissione Valutazione, che l'aveva interpretata in termini di partecipazione ad una sperimentazione sui test nazionali, adesione data in articulo mortis rispetto alla scadenza e non discussa in Collegio. Successivamente, preso atto del documento-quadro di Checchi, Ichino e Vittadini, il Collegio dei Docenti riteneva necessario porre alcuni quesiti all'INVALSI e di subordinare alle risposte che da questo sarebbero pervenute la nostra partecipazione. Riporto più sotto la lettera inviata. Non avendo ricevuto alcuna comunicazione da parte dell'INVALSI, il Collegio considerava nulla l'adesione e pertanto nelle date previste i test non sono stati somministrati agli alunni.
Paola De Meo
A INVALSI
Servizio Nazionale di Valutazione 2008 - 2009
Roma
Abbiamo l'esigenza di porvi alcune domande in merito alla valutazione in
corso.
La Commissione Valutazione della nostra scuola ha aderito alla sperimentazione da Voi proposta sulla valutazione degli apprendimenti degli alunni. La stessa Commissione ha perciò lavorato e per inserire i dati delle classi e per estrarre i nomi dei bambini/e – campione.
A seguito di un'ulteriore riflessione sul documento INVALSI e delle indicazioni fin qui ricevute, il Collegio dei Docenti, riunito il 4 maggio 2009, ha espresso diverse perplessità a riguardo.
* Vorremmo maggiori chiarezze sul piano generale in cui è inserita questa sperimentazione.
Avere informazioni step by step, come sta avvenendo, non ci consente di “avere una chiara ed esplicita informazione” come da voi enunciato.
Cosa farà l'INVALSI con i risultati di queste prove? Quali i suoi interventi successivi?
Come è avvenuto il campionamento? Perchè non possiamo conoscere le prove? Su quali Indicazioni si è basata l'INVALSI per la costruzione delle prove, le Nazionali o quelle per il Curricolo?
* In quale momento del percorso e con quali modalità la singola scuola può intervenire per interagire con l'INVALSI? Possiamo esser certi che alle nostre proposte sarà data attenzione e risposta?
* Quali le risorse a disposizione delle scuole? Oggi, per arrivare a questo punto del processo, alcune insegnanti della Commissione hanno già lavorato più ore oltre il normale orario.
Il Collegio Docenti ha deliberato il giorno 4 maggio 2009 di condizionare la prosecuzione della collaborazione al progetto ad una pronta risposta a questi interrogativi.
Certe di una Vostra esauriente risposta, in grado di rispondere alle perplessità del Collegio dei Docenti, inviamo distinti saluti.
La Commissione Valutazione
Scuola primaria Iqbal Masih
126° Circolo Didattico
Roma
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Alfredo Tifi - 30-06-2009
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Solo ora ho letto il documento degli esperti e mi rendo conto della follia INVALSI e sono d'accordo con lei. Invito tutti a rivalutare le certezze sulle politiche meritocratiche, a scuola, oramai quasi un luogo comune. Il mio blog: tifialf.blogspot.com |