breve di cronaca
Prove tecniche di sperimentazione
Il manifesto - 20-09-2002


La sperimentazione se ne infischia delle critiche e parte. Il decreto che ne consente l'attuazione per il prossimo anno scolastico - e limitatamente alle scuole d'infanzia ed elementari - è stato firmato ieri da Letizia Moratti. Non senza che siano stati prima recepiti - come dichiara diligentemente la ministra - i rilievi sollevati dall'Anci e dal Consiglio nazionale dell'istruzione. Durissimo l'attaco di Enrico Panini della Cgil: «I tempi della scuola e dei bambini esigono attenzione e rispetto, non forzature inaccettabili». Parole sostenute da impegni concreti: la consegna al senato di oltre 200mila firme contro la legge delega sulla scuola, l'organizzazione di picchetti di protesta, la chiamata alle armi di tutta la scuola. Appuntamento per il 18 ottobre, in concomitanza con lo sciopero generale della Cgil.

Giornata ricca di promesse, quella del 18: a mobilitare le piazze italiane, anche lo sciopero generale dei Cobas per bloccare la riforma Moratti e la sperimentazione, garantire stipendi europei e ripristino della scala mobile in difesa all'occupazione.

Sul piede di guerra anche gli altri sindacati che a Moratti chiedono - unitariamente - un incontro urgente per discutere del rinnovo del contratto, degli stanziamenti in finanziaria e del piano di investimenti.

Quanto al progetto di sperimentazione - «varato» ieri e «ispirato» ai principi della flessibilità e dell'autonomia scolastica - vi potranno partecipare non più di due circoli didattici (le vecchie scuole elementari) o istituti comprensivi per provincia (quelli, per intenderci, che raccolgono sotto un'unica direzione infanzia, elementari e medie e che dal decreto originario erano stati esclusi). Nella sperimentazione verranno naturalmente coinvolte anche due scuole paritarie, preferibilmente per ogni capoluogo di regione. Il primo punto risulta, in fondo, abbastanza chiaro se non fosse che - ad anno scolastico già iniziato - non si conoscono nemmeno le scuole pronte a compiere il «gran salto» e a prestarsi come laboratorio di monitaraggio e verifica della «riforma che non c'è». Come che sia, le scuole coinvolte faranno quello che potranno, anzi quello che avrebbero fatto comunque grazie all'autonomia: del resto, ironizza Chiara Acciarini (Ds), «i soldi per la sperimentazione verranno prelevati da quelli destinati all'autonomia».

Più fumosa la questione dell'anticipo. Di certo i termini per le iscrizioni non verranno riaperti ma l'anticipazione della frequenza potrà essere comunque sperimentata. Di essa potranno usufruire - per la scuola d'infanzia - i bambini che avranno compiuto tre anni entro il 28 febbraio del 2003, per la scuola elementare i bambini che alla stessa data avranno compiuto sei anni. Dove? «Ove esistano le condizioni». Non fa una piega.

Marcia indietro anche sul maestro prevalente: nelle elementari, l'organizzazione della didattica si svolgerà rispettando i criteri del team e a tutti gli insegnanti verrà riconosciuta pari dignità. Ma attenzione, la scuola è azienda e se c'è un team c'è anche un tutor (parola inglese e gettonata che vuol dire maestro prevalente). Al tutor il compito di assicurare «una presenza temporale settimanale individuata tra le 18 e le 21 ore settimanali». Una sorta di «Deus ex Machina» che dovrà «curare la continuità educativa e didattica e il rapporto con le famiglie assicurando la coerenza e la gradualità dei percorsi formativi di ogni alunno». Sembrerebbe un corso per addetti al marketing. Lo è: al tutor spetta la compilazione del famoso «portfolio», gioco a premi che divertirà i bambini fino alla maturità.

IAIA VANTAGGIATO
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