Depennarne molti per insegnare tutti
Gianfranco Pignatelli - 07-04-2009
Potrebbe essere questo il motto per un provvedimento importante ed urgente da attuare, in via amministrativa o legislativa, in previsione del DDG che regolamenterà il rinnovo delle graduatorie per gli incarichi e le supplenze nella scuola. Fino ad oggi nelle cosiddette GaE (graduatorie a esaurimento) sono inclusi insegnanti precari in attesa di immissione in ruolo o di incarichi a tempo determinato ma anche colleghi occupati da anni a tempo indeterminato per altri insegnamenti. Questo procura affollamento degli elenchi, produce lentezze nella composizione e nell'utilizzo delle graduatorie, provoca aggravi di costi e assenza di trasparenza sulle nomine. Ma c'è di più. I docenti di ruolo utilizzano le graduatorie come canale aggiuntivo alla mobilità professionale. Questo ulteriore canale si aggiunge ai trasferimenti per i quali è già riservato loro il 50% dei posti disponibili.

La richiesta di depennare i docenti di ruolo dalla graduatorie è dettata dalla congiuntura negativa che affligge da troppo tempo,ed oggi più che mai, tanti precari. Ma non solo. L'unidirezionalità della mobilità professionale degli insegnanti a tempo indeterminato già occupati su altre cattedre danneggia le competenze acquisite dai precari nell'insegnamento specifico. Per scongiurare la definitiva espulsione di questi precari dalla scuola si chiede ai colleghi in ruolo, attraverso i loro delegati sindacali, un pegno di solidarietà che contenga il flusso dalla scuola primaria alla secondaria, e da quella di 1° a quella di 2° grado. Questi spostamenti avvengono sempre dal basso verso l'alto così da penalizzare molti insegnanti delle superiori in attesa di definitiva sistemazione e impossibilitati a "migrare" in altri ordini di scuola.

Un contributo di solidarietà. È questo che i precari della scuola si aspettano, perché i colleghi in ruolo pongano un freno a quel "cannibalismo professionale" che li porta a passare dal bene al meglio, incuranti di quanti versano in condizioni di perenne precarietà. Alla politica delle ridotte quantità e dei tagli o della "razionalizzazione delle risorse", che dir si voglia, praticata dal ministero, devono corrispondere scelte di qualità. Per migliorare l'offerta formativa occorre che la politica si adoperi per scelte di buon senso, a costo zero e dal grande valore aggiunto. Tutto questo si può e si deve fare a partire dal DDG per il rinnovo delle graduatorie per gli incarichi e le supplenze nella scuola. Occorre che dagli elenchi siano esclusi tutti gli insegnanti già in ruolo. Perché ciascuno insegni ciò per cui è abilitato e di cui ha acquisito abilità ed esperienze dirette e continuative.

Gianfranco Pignatelli per i C.I.P. - Comitati Insegnanti Precari


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 Libero Tassella    - 08-04-2009
DDG precari, una gabbia e tre code

Se una legge dello Stato nel 2007 ( la legge finanziaria) trasformava le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento, e se le graduatorie permanenti prevedevano l’istituto del trasferimento da una provincia all’altra senza alcuna penalizzazione ( a pettine), ci spiegate perché le graduatorie ad esaurimento per il 2009/2011 non dovrebbero prevedere la mobilità territoriale del precariato docente?
Nel biennio precedente l’amministrazione aveva previsto una mobilità in coda ( sic!), e questo è stato censurato dalla giustizia amministrativa; ora , per aggirare l’ostacolo dei tribunali, con un’astuzia tutta italiana, i ministeriali, con l’accordo dei sindacati, questi ultimi preoccupati solo di non perdere iscritti nei loro serbatoi provinciali; decidono in tutta fretta e con grande superficialità di stralciare l’istituto del trasferimento e di sostituirlo con il contentino dell’opzione con l’accodamento in tre province diverse, ma di fatto prevedendo l’inamovibilità dalla provincia di appartenenza!
Ci troviamo di fronte a una decisione dell’amministrazione scolastica, su mandato politico del governo di centrodestra, assunta con il passivo consenso di tutti i sindacati, di limitare la libera circolazione dei docenti precari sul territorio nazionale, discriminandoli in rapporto alla loro residenza e/o alla loro provenienza, e, avendo altresì previsti vistosi tagli d’ organico per il prossimo anno, condannandoli anche di fatto alla disoccupazione.
E’ una situazione indegna di un paese civile, una brutta prova di “ pseudo federalismo”. Libera circolazione del precariato scolastico in Italia, uguali diritti su tutto il territorio nazionale in base ai titoli posseduti, no alle graduatorie delle gabbie e delle tre code, no ai docenti di ruolo nelle graduatorie dei precari.