Maria Teresa di Palma - 15-02-2009 |
1°) le questione delle nuove adozioni meriterebbe un ampio di battito. Innanzitutto utilizzando un linguaggio corretto. Nella circolare non si parla mai di "e-book" che sono un oggetto preciso, consistente in un supporto particolare, che consente appunto la lettura su video, la sottolineatura etc. L'uso del termine e-book è , a mio avviso, una distorsione massmediatica, per pubblicizzare l'iniziativa governativa e darle patente di grande novità tecnologica. La circolare specifica solo quanto già previsto nella L.133/2008, che cioè i libri di testo siano in parte digitalizzati e scaricabili da Internet, con tutte le conseguenze che l'articolo di Poli mette in evidenza. 2°) La questione dei 5/6 anni va ben ponderata in sede di adozioni: i libri di testo sono già in stampa, mentre i regolamenti attuativi della riforma, che dovrebbero riportare nuove indicazioni nazionali e quindi una definizione dei contenuti da insegnare, non sono ancora resi definitivi. Come fare ad adottare un testo per 5/6 anni, se poi magari i contenuti della riforma (al di là di cosa se ne possa pensare) sono diversi da quanto previsto dalla normativa in vigore? 3°) Ultima annotazione: è buffo che al termine dell'articolo di Poli, il banner pubblicitario pubblicizzi come comperare cartucce di inchiostro a prezzi inferiori! ; ) |
Giuseppe Calatri - 15-02-2009 |
C'è ben poco da aggiungere alle sensatissime riflessioni fatte dall'autore. I nostri grandi ministri si dimostrano solo capaci a sfornare slogan con i quali pretendono di abbindolare i creduloni che gridano contro gli sprechi e balle varie. Invece, chi è stato abituato a fare i conti della "serva", come mi diceva mia mamma, sa che deve fare in modo che i quattro soldi che ha per il mese bastino fino alla fine. Ma questa non è la mentalità che impera tra i nostri altissimi ministri docenti di economia finanziaria, ma non domestica-familiare. Perciò, finché sarà possibile sono dell'idea che ci si debba opporre in tutti i modi a questi menestrelli che fuorviano i reali problemi della scuola e della società con questi slogan da imbonitori. |