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Appello per la difesa dei diritti della ricerca storica
Antonio Limonciello - 08-09-2002
Il prossimo 4 ottobre presso la Pretura di Partinico (Palermo) si
aprirà il processo intentato dal generale dei Carabinieri in pensione
Roberto Giallombardo, contro Giuseppe Casarrubea, uno studioso che da anni
si batte per la ricerca della verità sui mandanti della strage di Portella
della Ginestra e degli attacchi contro le sedi di sinistra e le Camere del
Lavoro, nella provincia di Palermo (1° maggio- 22 giugno 1947)

Tra i caduti anche suo padre, uno dei tanti sindacalisti ammazzati
dalla mafia in quegli anni bui della nostra Repubblica. Diverse sue
pubblicazioni sono testimonianza del suo impegno di ricerca. Tra le tante,
Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato, edita a Milano
da Franco Angeli nel 1997 (50° delle stragi) nella collana di studi di
storia contemporanea diretta dal prof. Franco Della Peruta.

L'autore, sulla scorta di una lunga bibliografia, di atti processuali e
di documenti della Commissione Antimafia, aveva sostenuto che alcuni
elementi chiave di quelle stragi, come Salvatore Ferreri, alias 'Fra
Diavolo, ne erano stati gli esecutori materiali pur essendo, al contempo,
confidenti delle più alte autorità di pubblica sicurezza in Sicilia, e come
tali, chiusa la manovra stragista, erano stati premeditatamente eliminati.
Cosa che Casarrubea aveva ribadito in un'intervista concessa a una emittente
televisiva locale in occasione del cinquantenario di quelle stragi.

Lasciamo alla magistratura il compito di chiarire i fatti, anche se a
distanza di oltre mezzo secolo nessuna verità ufficiale e credibile sappiamo
né sulle stragi del 1947, nè sulla morte del bandito Salvatore Giuliano e
del suo luogotenente Gaspare Pisciotta.
In un'epoca che troppo facilmente è propensa a rimuovere passato e
memoria di quelle lotte che videro il movimento sindacale e contadino alla
testa del processo di rinnovamento democratico del nostro Paese, Casarrubea
è un testimone di ricerca della verità e della giustizia. Non lasciamolo
solo e attiviamo in suo favore ogni nostra iniziativa: scrivendo un articolo
per un giornale, una e-mail, presenziando al processo, formando dei gruppi
di solidarietà concreta, telefonando a un amico, a una rivista, ecc.
Affermiamo il principio costituzionale che la scienza non può essere
processata, la conoscenza storica non può essere trascinata nelle aule dei
tribunali, né può essere surrogata dai monopoli dell'informazione.
E' intollerabile che oggi il diritto della libertà della ricerca scientifica
debba essere messo in discussione persino contro gli stessi familiari delle
vittime, alle quali lo Stato non ha consegnato, neanche dopo cinquantacinque
anni, né verità né giustizia.

(Se aderisci, copia questa lettera, inserisci il tuo nome e spediscila a un amico
dalla voce 'inoltra' del menù 'messaggio' e in copia a Giuseppe Casarrubea
Presidente di Non solo Portella ,
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Portella della Ginestra,
della mafia e di altre stragi compiute in Sicilia )



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