La verità piranesca
Vittorio Delmoro - 11-11-2008
Ma perché i giornalisti sono così ignoranti (di scuola)?
Perché più ignoranti sono e più spazio ottengono sui giornali?

In questo momento ho in mente Mario Pirani e la Repubblica.

Tempo fa, dopo una martellante campagna sul bullismo, sul disfacimento della scuola, sulla necessità di correre ai ripari, il nostro Pirani viene folgorato sulla via di Damasco da una saetta inviatagli dal Movimento dei 500, che in quell'occasione sfondò il muro di gomma che da anni circonda la scuola.

Il fulmine prese l'aspetto dei Programmi nazionali di studio, un vecchio cavallo di battaglia del Manifesto dei 500, che Pirani assunse immediatamente come proprio.

Non c'entrava nulla - beninteso - con la campagna che aveva in precedenza scatenato, ma forse gli era sembrata una specie di soluzione e anzi un importante punto di contatto fra il giornalista (meglio l'opinionista) e il movimento attivo nelle scuole d'Italia da diversi anni.

Nell'occasione Pirani spiegò che si era ben studiato le carte, convenendo alla fine che sì, sarebbe stato meglio ripristinare i Programmi nazionali, piuttosto che l'Autonomia scolastica.

La folgorazione ebbe comunque vita breve, riprecipitando presto l'opinionista nel solito tran-tran delle denunce disinformate, raggiungendo il culmine pochi mesi fa con l'accoglienza entusiasta dei primi decreti gelminiani.

Quando poi quei decreti furono sommersi dall'onda delle proteste, come mai prima d'ora successo, ecco il Pirani opportunamente silenziarsi ed anzi ammettere che, certo, tutti quei tagli, forse non era proprio il caso di farli.

Ma il nostro non si è evidentemente dato per vinto - l'opinionismo dev'essere una specie di malattia : se ne vieni contagiato non c'è verso di guarirne - ed ecco che ricompare trionfalmente con un titolo che è tutto un programma : LA VERITA' SULLA RIFORMA GELMINI.

Il paginone di Repubblica di lunedì 10 novembre giunge (inatteso) in un momento clou della lotta del popolo della scuola : dopo la più grande protesta culminata il 30 ottobre con quasi due milioni scesi in piazza in cento città d'Italia (1 milione solo a Roma), dopo i primi passi indietro del governo e prima delle nuove forme di protesta con in vista uno sciopero generale di tutte le categorie.

Naturalmente mi sono precipitato a leggere : chissà quali verità avrà scoperto il nostro beneamato Pirani, dopo che la riforma gelminiana è stata studiata e rivoltata da ogni parte fino all'ultimo comma!

La lettura del paginone si è rivelata a tratti esilarante, se non fosse invece preoccupante.

Come ogni opinionista di complemento e di professione infatti il nostro supplisce alle proprie carenze conoscitive con il classico ritorno al passato : laddove altri suoi colleghi vanno in brodo di giuggiole ricordando la bellezza dei cari grembiulini e si struggono di nostalgia per la vecchia maestra (unica), al nostro è sufficiente la (mai abbastanza rimpianta DC doc) Falcucci, che diventa il paradigma con cui Pirani declina la riforma Gelmini.

Nell'analizzare dunque quella riforma di vent'anni fa il nostro inanella alcune perle che bisogna menzionare : ...man mano che le scuole si mettevano in grado di assumere (che cavolo di italiano è?) un insegnante per la lingua straniera, la cui introduzione era il vero clou della riforma.

Se dite ad una maestra modulare o del tempo pieno che la cosiddetta riforma dei moduli (cioè il passaggio dal maestro unico al team docente) aveva il suo clou nella specialista di lingua inglese, vi guarderà con occhio stralunato; ma evidentemente il nostro opinionista viaggia ancora sulla scia delle tre i berlusconiane di prima maniera.

Ancora : L'idea di più docenti per classe... era stata immaginata e sperimentata come una costellazione che, soltanto dalla terza elementare in poi, avrebbe ruotato attorno alla figura-chiave della maestra centrale...

Anche ammesso che sia vero per alcune sperimentazioni, la realtà storica è del tutto diversa e da qui in poi Pirani raggiunge davvero l'apice dei suoi ragionamenti all'indietro, ragionamenti che - lo si capisce ora - costituiscono la SUA verità sulla riforma Gelmini.

Ecco la soluzione piraniana ai (supposti) mali della scuola : la costellazione, con al centro la maestra (non più unica) circondata da un gruppo di specialiste (di inglese, di musica, di ginnastica, di arte, di sostegno ai disabili e magari di religione, anche se Pirani la dimentica).

E invece?

Ecco piombare sulla purezza della costellazione le arpie voraci del sindacato (citato in modo indifferenziato, come si addice ad ogni buon populista), che prigioniero della vetero ideologia egualitaria, impone la contitolarità docente, vale a dire il team che conosciamo e sperimentiamo da vent'anni.

Naturalmente non bisogna far ricadere ogni colpa del disastro sui soliti sindacati, e Pirani vi associa quasi tutto l'associazionismo cattolico e laico, tutto il centro-sinistra e il PCI. In sostanza oltre la metà dei rappresentanti del popolo italiano.

Anche allora aveva ragione la destra, quella beninteso impersonata dal mai abbastanza rimpianta DC doc ministro Falcucci; esattamente come ora ha sicuramente ragione la destra gelminiana, depurata da qualche eccesso nei tagli.

Questa è la summa della verità piraniana sulla scuola.

Che dire?

Cadono le braccia a leggere siffatte sciocchezze, soprattutto perché chi le scrive ambisce ad iscriversi alla cosiddetta sinistra, o comunque ad uno schieramento progressista democratico, tanto da essere una penna di un giornale dichiaratamente contrario alla destra ora al potere.

Bisognerebbe avere il coraggio (in quel giornale) di dire che le opinioni della destra vi hanno la stessa dignità di quelle della sinistra e che il giornale stesso si situa a metà strada, in quel vecchio ruolo cerchiobottista che il vecchio Eugenio (Scalfari) rimprovera sempre al concorrente Corriere.

E il Pirani non vuole certo smentire il suo ruolo mediano e, nel mentre che esalta i provvedimenti gelminiani sulla cittadinanza, sulla condotta, sul voto in decimi, sui libri di testo e sul reclutamento dei docenti, bacchetta a sangue le ultime prese di posizione del PD, giudicate troppo sbilanciate a favore del movimento e alcune addirittura discutibilissime.

Da parte nostra, da parte del popolo della scuola, l'unica risposta a simili dichiarazioni dovrebbe essere un silenzio misto a commiserazione, come a chi non val la pena neppure di replicare, che tanto non capirà mai; a meno che il buon Manifesto dei 500 non riesca a lanciare una nuova folgore...


Vittorio Delmoro - maestro
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 Adriano Gloriana    - 15-11-2008
Sono d'accordo con la critica che Vittorio Delmoro ha rivolto a Pirani. evidentemente questo grande giornalista non è , alla pari della Gelmini e di Brunetta, entrato mai in una scuola di Stato. forse questi eminenti uomini hanno frequentato qualche Università privata o qualche scuola strana. Sono comunque, prima di parlare a sproposito, invitati a vedere come lavorano gli insegnanti elementari. Baby- sitter, psicologi, medici, consulenti ecc..... questi sono i nostri impegni nella scuola delle poche risorse e dagli edifici fatiscenti, senza stampanti e senza laboratori.