Il furto del mio futuro
Diletta Basini - 30-10-2008
Questo è un mio sfogo che io ipoteticamente rivolgo al Ministro Istruzione

Onorevole Ministro,
Le scrivo la presente lettera per denunciarLe il furto del mio futuro. Sicuramente starà sorridendo di questa mia affermazione, ma come Lei sa il futuro non è un bene materiale, concreto di cui possa denunciare il furto alle autorità competenti; il futuro è un'immagine, un pensiero, un progetto che cresce nella mente giorno dopo giorno, dunque non esiste in questo particolare momento storico, di conseguenza posso rivolgermi solo a chi sta compiendo il furto, cioè Lei (ma non penso che sia l'unica a cui mi dovrei rivolgere...).
Le spiego perchè La ritengo "colpevole".
Io ho vent'anni e da qualche anno mi frulla nella testa un'idea balzana: fare l'insegnante, precisamente la professoressa di italiano e di storia perchè penso di sentire dentro quella che si chiama vocazione, a cui Lei nei suoi discorsi fa spesso rifermento. Purtroppo Lei non sa cosa significa sentire dentro questa
vocazione, perchè altrimenti avrebbe fatto un'altra scelta di vita; non si rende conto di cosa vuol dire pensare solo al momento in cui per la prima volta entrerai in una classe. Io ero sicura di fare l'insegnante: mi vedevo dietro una cattedra ed è per questo che mi sono iscritta alla facoltà di lettere, contro il parere di quasi tutti (compresa la mia professoressa di lettere) e ho scelto un certo indirizzo per potere accedere ad una laurea specialistica che mi permettesse di passare alla SSIS senza debiti formativi. Nella mia mente era tutto molto chiaro: 3 + 2+ 2 anni, mettendo che qualcosa fosse andato male ci avrei impiegato circa dieci anni di tempo per realizzare il mio sogno. Ero ben consapevole di questo ma ciò non mi ha spaventato e per questo che me ne sono andata via di casa e non mi ha terrorizzato neanche il fatto che sarei stata precaria per anni... in realtà speravo nei pensionamenti che a partire dal 2013-2015 ci sarebbe stati e che forse avrebbero agevolato la mia carriera.
Parlo al passato perchè non sono più così tanto sicura perchè
in un anno dalla mia immatricolazione è successo che l'indirizzo in cui sono iscritta non esiste più (nel frattempo è stata applicata l'ultima riforma universitaria), forse non esiste più neanche la laurea specialistica a cui volevo iscrivermi... e anche se esistesse? Quest'estate la SSIS è stata abolita (dal suo governo), anche se tutti ne continuano a parlare non esiste più e non c'è per adesso un modo alternativo per accedere all'insegnamento... Inoltre con la politica di tagli iniziata dal Suo governo sarà quasi impossibile entrare nel mondo della scuola o della ricerca (le cifre parlano da sole) soprattutto perchè ci sarà un blocco nelle assunzioni.
In questo preciso momento il mio progetto di vita è svanito; volevo fare l'insegnante e mi vedo tutte le strade bloccate. Mi chiedo addirittura se valga la pena continuare a studiare perchè so che nessuno (se la mia università verrà trasformata in fondazione privata) investirà su me o su altri che si applicano in materie come la paleografia o il latino o la storia, materie che non sono immediatamente fruibili nel mondo del lavoro... mi rispondo che forse fra poco non mi potrò neanche più permettere di frequentare l'università se il prossimo anno non mi saranno grantiti borse di studio e studentato o se le tasse universitarie aumenteranno ancora.
La vocazione che ho sentito dentro per mesi e mesi si sta affievolendo, come si sta affievolendo quella di molti insegnanti e molti aspiranti... Vede signor Ministro la vocazione da sola non è sufficiente per sopportare tutte le legnate che ogni giorno ci prendiamo sulla testa, non serve per pagare le bollette e non basta a insegnare!! Si non basta, è necessaria ma non sufficiente ... deve essere accompagnata dal metodo. Bisogna imparare a fare gli insegnanti, e della preparazione di tale categoria si deve fare carico lo Stato. E io non vedo questo.
Penso che me ne andrò all'estero, ma in fondo in fondo non ci voglio andare perchè voglio potere lavorare qui, voglio poter stare accanto alla mia famiglia senza interporre chilometri di distanza e anche perchè penso che se tutti scappiamo all'estero prima o poi ci chiuderanno le porte.
Le chiedo di non rubarmi il futuro, Le chiedo di impegnarsi per creare un sistema che permetta a noi giovani di realizzare i nostri sogni... Il mio sogno, come quello di molti altri è fare l'insegnante: voglio essere preparata per farlo e voglio poter provare a sedermi una cattedra; premetto che non so se sarò in grado ma ritengo che una possibilità mi debba essera concessa (a me e a tutti gli altri), poi se mi renderò conto di aver sbagliato chiederò umilmente scusa e me ne andrò.

Mentre Le scrivo mi rendo conto però che non posso permettere che qualcuno (chiunque sia) mi rubi il futuro, non voglio mettere fine ai miei sogni solo perchè qualcuno dall'alto ha deciso improvvisamente di cambiare le regole del gioco.Non rinuncerò a diventare insegnante. Al mio posto Lei lo farebbe?

RingraziandoLa per l'attenzione concessami, Le porgo distinti saluti

Diletta Basini (aspirante futura insegnante)


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