Berlusconi, la scuola e la forza della disperazione
Giuseppe Aragno - 22-10-2008
Le ragioni profonde del suo crescente nervosismo, dott. Berlusconi, si possono anche capire: l'ei s'è illuso.
Un governo formato da ministri evanescenti, l'acquiescenza dell'opposizione, un Parlamento costruito su misura da una legge elettorale liberticida, un Presidente della Repubblica che non ha la tempra del combattente, il dominio pressocché incontrastato su giornali e televisioni, il momentaneio consenso di larghi strati della popolazione, stanca della politica e intossicata dalla spazzatura televisiva: ce n'era a sufficienza per ritenere di avere in pugno il Paese. Ci ha creduto, dott. Berlusconi e per mesi non s'è accorto che, ingannando la gente, lei ingannava se stesso. "Qualunque grandezza - insegna Montesquieu - qualunque forza, qualunque potenza è relativa. Bisogna far ben attenzione che cercando d'aumentare la grandezza reale non si diminuisca la grandezza relativa". Mi creda, dott. Berlusconi, la mediocrità di cui si circondano i capi assoluti sfalsa irrimediabilmente la realtà e, vecchio com'è, per quanto messo a nuovo più volte dai miliardi spesi in plastica e chirurghi, lei s'è trovato a far i conti col rapporto difficile che alla sua età si instaura spesso tra miopia e presbiopia; tutto le si è così confuso davanti, quando ha provato a guardare da vicino, e poco o nulla ha potuto vedere quando gli occhi hanno cercato la verità complessiva oltre la punta del suo naso. Ubriacato dall'ubriacatura del Paese, fuorviato dalle veline abilmente confezionate per Vespa e compagni, lei ha cominciato a credere che l'Italia fosse davvero quella che le raccontano Bondi e Cicchitto.
Quando la verità, che nulla ha da spartire coi sondaggi, è venuta a bussare fino ad Arcore, dove ha sede la repubblica dei sogni, il risveglio è stato terribilmente brusco: i giudici, che credeva schiacciati dalle intemerate del suo Alfano, hanno inviato alla Corte Costituzionale il castello di carta che dovrebbe sottrarla al legittimo giudizio della Magistratura. Il tremito che da un po' le agita impercettibile la mano, ha avuto episodi convulsi e un'ansia senza nome ha preso a divorarla. Come non bastasse, tesori di deferenza e miracoli fiscali assicurati alla Chiesa non sono bastati a piegare i cattolici militanti e invano il papa tedesco ha "sconfessato" la sua stessa stampa. Come un tarlo micidiale che scava e rode senza mai fermarsi, "Famiglia Cristiana" è giunta ad evocare il fantasma di quel fascismo che l'otto settembre Ignazio La Russa, uno che di Istituzioni Repubblicane capisce quanto lei - ha portato sugli scudi sino al Milite Ignoto.
Le ragioni profonde del suo crescente nervosismo, dott. Berlusconi, si possono davvero capire e ci sono giorni in cui fa persino pena vederla recitare, come un disco incantato, la cantilena dei comunisti che le fanno la guerra. E' vero, Bondi e Cicchitto continuano a raccontarle un'Italia che esiste solo nei suoi sogni e, tuttavia, più il tempo passa, più tutto diventa un incubo e i comunisti che si era inventati crescono come funghi, sembrano in ogni dove e più la sua polizia li manganella, più il Paese si scuote.
Consigliato male da uomini d'azienda, eroi da burletta abituati ad esercitare potere senza contraddittorio, a vincere col ricatto del licenziamento una guerra che non combattono mai, lei s'è avventurato su un campo minato e, ad ogni passo che muove, dentro le cresce la paura. Trema ogni giorno di più, presa da un'ira impotente, la sua bella voce padronale e invano Riotta e compagni tagliano, epurano, censurano. Lei non può non vederle le piazze, le famiglie, gli insegnanti, gli studenti, i lavoratori, i precari, in una parola il Paese vero, che si levano sdegnati dalla Sicilia alle Alpi, emergoo dal suo difficle rapporto tra miopia e presbipia, tagliano a fette la nebbia dei sogni di Bondi e Cicchitto e la raggiungono ovunque, la incalzano e le fanno paura. Oggi, dott. Berlusconi, sfidando il Paese che pretende di governare, pallido, teso, lei ha minacciato di ricorrere alla forza. Può farlo signor capo del peggior governo della nostra storia. Nessuno può impedirglielo. E'' un dramma antico quello che lei vive. Antico e tragico. Contro la paura dei diritti rivendicati dalla ragione, ogni anima autoritaria cerca tremando rifugio nella forza. E, tuttavia, più ne fa uso, più suscita coraggio. E più coraggio gli si para avanti, più dentro gli cresce la paura. Faccia, dott. Berlusconi. E' una condanna che non può evitare. Noi questa storia la conosciamo bene e gliela raccontiamo con poche parole che hanno la forza devastante di un uragano: lei lo sa, non vinceremo subito, ma vinceremo.

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 Salvatore Lucchese    - 23-10-2008
Gli interventi di Giuseppe Aragno sono sempre brevi, lucidi ed efficaci ed infondono coraggio, speranza e determinazione.
Forza versus ragione, legalità versus legittimità, violenza versus diritti sono le contraddizioni nelle quali si sta avvilluppando il governo Berlusconi (dalla militarizzazione della "monnezza", alla minaccia di sgombro forzato di scuole ed università, dall'eccesso di decretazione, alla limitazione del diritto di sciopero), non sensa alimentare contrasti, per ora ancora lievi, all'interno della stessa compagine governativa.
Per le classi lavoratrici sussite il problema di un vuoto di rappresentanza. A partire dal movimento contro Gelmonti, si rafforzerà la consapevolezza di avviare un processo costituente teso alla formazione di un "Partito del Lavoro"? Onde evitare le strumentalizzazioni dei soliti noti, il movimento dovrebbe nascere dal basso e rilanciare con forza e lucidità i temi sociali ed ambientali, al di là delle proclamazioni asfittiche e di comodo di una sinistra cosiddetta democratica e progressita del tutto subalterna alla cultura liberista. Una "sinistra" che oramai da tempo non ha più il coraggio e la forza di affermare che tra crescita e sviluppo, tra imprese e lavoratori, tra capitale e lavoro le contraddizioni stanno divenendo sempre più acute ed insanabili, facendosi trovare del tutto impreparata, se non in alcuni casi acquiscente, rispetto alle derive autoritarie tanto sul piano interno quanto su quello internazionale.

 Maria Maddalena Agostino    - 26-10-2008
Comincio a credere che la tua sia una felice intuizione. Con la scuola il governo ha fatto un vero e proprio passo falso. Se la protesta non si sgonfia, si è cacciato in un vicolo cieco.

 Patrizia Martinenghi    - 26-10-2008
E' davvero un intervento lucido e che ridà speranza a noi tutti, quelli che credono che un'altra Italia è possibile, che i furbi prima o poi siano destinati a soccombere e che la legalità possa farsi di nuovo strada in un paese non ancora del tutto distrutto. La scuola forse, questa volta, è il volano di una nuova consapevolezza.