Scuola, università: l'orrore chiamato Giorgio Napolitano
Kenny Dalglish - 21-10-2008
Si narra che in Russia all'epoca della rivoluzione fallita del 1905 migliaia di contadini, che abitavano non lontano dalla residenza dello zar, cominciarono a nutrire seri propositi di rivolta. Epidemie e penuria dei raccolti stavano falciando una popolazione contadina già stremata dalle gabelle. I pope ortodossi intervennero a placare i primi moti di rivolta, che si manifestavano nell'intenzione di saccheggiare i granai del sovrano, con un discorso che riportò la calma per un pò. Che suonava più o meno così: "voi siete in queste condizioni non a causa dello zar ma perchè lo zar non lo sa. Il sovrano è buono e misericordioso e quando conoscerà la vostra condizione si adopererà in vostro soccorso".
Quando la situazione nelle campagne si aggravò ulteriormente furono gli stessi pope a organizzare una marcia verso la reggia del sovrano. Alla testa del corteo, con tutti i paramenti sacri, c'erano i pope con dietro una lunga fiumana di contadini laceri e affamati. "Quando lo zar misericordioso ci vedrà" dicevano tutti lungo il corteo "cesseranno le nostre sofferenze". Ebbene, non appena i pope e i contadini si avvicinarono alla reggia dello zar di tutte le Russie trovarono sulla loro strada un reggimento di cosacchi. I pope agitarono i paramenti sacri urlando "vogliamo vedere lo zar misericordioso". In pochi minuti fu ordinata la carica. I morti furono migliaia, per colpi d'arma da fuoco, per cariche alla baionetta, travolti dagli zoccoli dei cavalli o dalla stessa folla impazzita in cerca di una direzione di fuga.

Questa storia viene in mente in questi giorni quando si ha notizia di una fiumana di fax e di mail diretti al presidente della repubblica Giorgio Napolitano con la richiesta di non apporre la firma alle leggi Gelmini una volta uscite dal Senato. E' una vicenda in cui i miti metropolitani sulle istituzioni come garanzia di diritti di tutti vincono sulla acquisizione di informazioni. Infatti il bombardamento di mail è cominciato dopo che Napolitano, in occasione del discorso di apertura dell'anno scolastico con la Gelmini a fianco, aveva parlato di "tagli necessari" e di bilancio pubblico da immolare "per le direttive dell'Unione Europea". Direttive che, come sappiamo, prevedono che la UE bruci migliaia di miliardi per salvare le banche dai giochi speculativi, operati da loro stesse, tagliando spesa pubblica ed istruzione per milioni di persone sul continente.
Quando le petizioni hanno raggiunto un numero record Napolitano ha ufficialmente parlato: "firmerò la legge, in qualsiasi modo mi arrivi dal parlamento". Evidentemente questa tetragona dichiarazione non gli è bastata visto che ha fatto anche filtrare al Corriere della sera le seguenti affermazioni "il presidente della Repubblica è particolarmente irritato dal bombardamento di messaggi di questa settimana". Insomma chi crede che in questa repubblica sia possibile la partecipazione democratica è servito.
Quindi più ci si rivolgeva al garante della costituzione, presunto al di sopra delle parti, più questo signore aveva politicamente preso posizione per lo smantellamento della scuola pubblica e dell'università. Subito dopo le manifestazioni di questi giorni, Napolitano è di nuovo intervenuto in difesa e soccorso della Gelmini "non si può dire sempre di no", riferendosi a chi protesta nei confronti dei tagli. Eh no, caro Napolitano, il problema è rovesciato: non si può dire sempre di sì. Solo poche e selezionate persone come te fanno carriera, dal Pci ad una presidenza della repubblica di sapore ultraliberista, suggerendo agli altri "di non dire di no" affinchè i poteri forti diventino sempre più forti. Ringraziando i Giorgio Napolitano con un avanzamento di carriera magari fino al colle più alto.

Se si scrive quindi al presidente della repubblica pensando che il garante della costituzione e quindi dell'istruzione pubblica, una volta informato dalle periferie, si attivi a difesa dei diritti costituzionali, si fa un grave errore. Napolitano sa benissimo quel che di grave sta succedendo nelle scuole e nelle università. Desidera intimamente che succeda, si sta adoperando perchè succeda e, se necessario, manderà i suoi cosacchi. Basta conoscere la sua storia politica per capirlo.

Insomma, se proprio volete scrivere allo zar chiedete almeno le sue dimissioni.

Kenny Dalglish

senzasoste.it


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 silvia    - 22-10-2008
Trovo scorrettissimo e offensivo il titolo, che inficia tutto l'aricolo e il suo profondo significato
Ottimo l'incipit: credo, se non sbaglio, si tratti di Tolstoy e, se così, è compreso in volume; vedi le sue opere complete stampate degli Editori Riuniti e dall'Einaudi.
Comunque "quel titolo" continua a non piacermi. Trovo assolutamente immature e massimaliste tali posizioni che tolgono credibilità alle sacrosante proteste di questi giorni.
Napolitano non può essere trattato in questo modo. E' un grave e puerile attacco al Presidente della Repubblica! Attenzione: il tutto può capovolgersi in arma a doppio taglio contro chi democraticamente rispetta le istituzioni, pur volendo denunciare le atroci ingustizie umane e sociali compiute ogni momento.