La Scuola Pubblica e lo Jatevenne Day: la difesa dei beni comuni
Gemma Gentile - 09-10-2008
Lo Jatevenne Day è stata una manifestazione nazionale che si è tenuta il 27 settembre 2008 ed era stata indetta dai Comitati contro la discarica di Chiaiano e Marano e dalle Rete Campana "Salute e Ambiente", per difendere la Selva di Chiaiano e per respingere il piano criminoso di Berlusconi su tutta la Campania. Questo commento l'ho scritto per l'occasione, ma credo che contenga molti spunti ancora validi.

In questi giorni il mondo della scuola sta sostenendo un duro scontro in difesa della Scuola Pubblica. Tutti i beni comuni e i lavoratori, in realtà, oggi subiscono un duro attacco ed è in gioco la democrazia nel nostro Paese.

Come me tanti altri lavoratori e genitori della Scuola Pubblica della Campania hanno partecipato allo Jatevenne Day, così come l'hanno fatto negli ultimi mesi, condividendo le lotte delle popolazioni di Chiaiano, di Marano e di tutta la Campania che con coraggio e tenacia da mesi si battono per salvare il nostro territorio, che è ricchezza comune, opponendosi all'incostituzionale e liberticida decreto Berlusconi n° 90/08. La nostra regione è stata scelta come laboratorio del regime con l'uso della militarizzazione e dei pieni poteri, derogando dalle leggi democratiche, per attuare un disegno mostruoso che antepone il business di pochi, collocati nei punti chiave del potere economico-politico sia legale che occulto, alla salute e alla vita stessa dei cittadini che dallo Stato dovrebbero essere invece tutelati. Il governo sta attuando un piano che minaccia orribilmente le nostre vite prevedendo un abnorme numero di megadiscariche e di inceneritori, dove è permesso smaltire quei rifiuti tossici che finora sono stati sotterrati illegalmente sul nostro territorio, e boicottando letteralmente la raccolta differenziata e il riciclo richiesti dai cittadini e insegnati ai nostri alunni nelle scuole su iniziativa di molti docenti.

In particolare come gruppo di insegnanti abbiamo voluto diffondere le motivazioni della lotta per la Scuola Pubblica allo Jatevenne Day. Questa corre un grave pericolo per cui va difesa da tutti come bene comune fondamentale e patrimonio di tutto il Paese: perciò abbiamo organizzato un volantinaggio nel corteo e partecipato a un banchetto al presidio per raccogliere le firme agli appelli in difesa della Scuola Pubblica e contro le relative leggi che la vogliono distruggere. La scuola infatti è stata colpita negli ultimi anni da misure che l'hanno impoverita sempre di più ed ora subisce l'attacco finale perché la si vuole dare in pasto alla speculazione privata, snaturandola nella sua funzione di formare persone con capacità critiche.

Il metodo è sempre quello: hanno costruito artatamente un'emergenza da parte istituzionale con la sottrazione di risorse, per continuare poi alla stessa maniera con mille scuse, assestando alla fine il colpo definitivo, per via cosiddetta legale.

Tutto è avvenuto senza preamboli e in poche mosse:

1) campagna denigratoria contro gli insegnanti e la scuola;
2) varo di leggi e stesura di altre ancora in attesa di discussione che prevedono lo scardinamento totale dell'organizzazione scolastica, dalle elementari, fiore all'occhiello della nostra Istruzione, con il ritorno al maestro unico, fino alle superiori compromettendo in modo drastico la didattica per trasformare la scuola in un sistema aziendalistico-feudale, cancellando la costituzionale libertà di insegnamento,
3) risparmio dello Stato sulla scuola pubblica per finanziare quella privata e per aumentare le spese di guerra e di militarizzazione del Paese.

Tanti colpi assestati qua e là: taglio drastico dei finanziamenti, di classi, di tempo scuola, ritorno al maestro unico e negazione del tempo pieno, tagli ai facilitatori linguistici per i migranti e all'insegnamento di sostegno, chiusura di plessi nei piccoli centri, circa centocinquantamila lavoratori gettati sul lastrico con le loro famiglie. La stragrande maggioranza sono precari, sfruttati per decenni e poi gettati via con viltà.

Io credo che la nostra possibilità di vittoria si accresce se unifichiamo alla base i motivi di lotta che uniscono i cittadini colpiti nei loro diritti su varie questioni fondamentali come la salvezza dei territori, la salvaguardia della salute, l'acqua pubblica, la Scuola statale, la pace, il lavoro sicuro e in sicurezza, ecc.

Il consenso dei cittadini presenti, sia campani che di altre comunità, e i commenti favorevoli alla lettura dei volantini che esponevano queste problematiche sono di conforto. Alla fine della manifestazione c'è stato il brutale attacco delle forze del cosiddetto ordine, ma nel bilancio credo che vadano anche considerati questi esperimenti di unità alla base che sono preziosi e indispensabili per vincere.

Gemma Gentile - Foruminsegnanti

Napoli, 04-10-2008

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 Giuseppe Aragno    - 10-10-2008
Quella che tu indichi, Gemma, mi pare la via maestra: la lotta e l'elaborazione teorica che precede e segue ogni fase dello scontro. E' una battaglia politica difficile, decisiva, ma non ancora disperata. La vinceremo, se sapremo affrontarla con la consapevolezza che o si lavora per aggregare o si perde, o si fa della scuola statale e della formazione il punto nodale dell'opposizione al regime che si va costruendo, o la democrazia sarà cancellata.