Ministro Gelmini si fermi un attimo...
Miha - 06-09-2008
Gent.ma Maristella,

sono un insegnante qualsiasi di scuola elementare, ho un ascesso e non riesco a dormire. Colgo così l'occasione per inviarle alcune considerazioni nonchè di porle qualche domanda su quanto sta avvenendo nella scuola italiana.
Ultimamente mi ritrovo spesso con la sensazione di vivere in uno di quei b-movie dell'orrore e precisamente nel momento classico nel quale i mostri di turno, cha parevano sconfitti, danno invece segno di inesorabile risveglio. Mi rendo conto come ciò possa sembrarle un'esagerazione ed in effetti, se consideriamo quello che stanno passando in questo momento tanti clandestini sui barconi in Mediterraneo o i contadini afgani o gli alluvionati di Haiti mi rendo conto di essere comunque un privilegiato.
Tuttavia, gentile Ministro, provi a mettersi nei panni di chi è in ruolo da 12 anni e fa il proprio lavoro con passione: in questo breve periodo abbiamo vissuto la trasformazione della legge incompiuta sull'autonomia, poi è venuta la riforma del 4+2 e l'onda lunga di Berlinguer subito abrogata dalle riforme Moratti successivamente destrutturata dal cacciavite di Fioroni. Oggi arriva lei col maestro unico. Per ognuna di queste modifiche noi abbiamo letto, studiato, valutato e talvolta criticato le nuove normative con il risultato che oggi non sappiamo più quali programmi seguire e soprattutto cosa succederà domani.
Provi a guardare per un attimo la situazione dall'esterno: facendo un paragone tra scuola e calcio è come se il Presidente Berlusconi dopo un'annata disastrosa del Milan, scivolato da anni in serie B, dicesse:"Bene adesso per migliorare la situazione della squadra ho deciso di tagliarvi i fondi anzi dirò di più la squadra d'ora in poi la deciderà il commercialista". Rivolta a S.Siro.
Invece nella scuola funziona così: se ci pensa la frase che apre l'art.64 della legge 133 " Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente " è un brutto ossimoro. Come è possibile migliorare un servizio peggiorandolo?
Su alcuni "golem" come il tutor, il portfolio,le prove Invalsi, le Indicazioni nazionali, che a quanto si legge saranno presto rievocati, abbiamo già versato cascate di inchiostro e non vorrei tediarla ulteriormente.
Mi permetta invece qualche perplessità, vedo con piacere condivisa anche dai vescovi italiani, su alcune modifiche all'attuale assetto scolastico e sul ritorno al Maestro Unico. Lei afferma, supportata in veste pedagogica da un'autorità come il Sen. Bossi, che a quell'età i bambini necessitano di una figura unica: sarà così però bisognerebbe coerentemente iniziare la riforma dalle scuole materne, o anche al nido, dove i fanciulli hanno già a che fare con svariate educatrici. Anche la famiglia poi con la caotica sovrapposizione di genitori, nonni e parenti andrebbe rimodularizzata.
Il problema è che siamo nel 2008 e la nostra società è un attimino cambiata negli 40 ultimi anni: questo oscuro oggetto chiamato televisione ha decisamente modificato la vita dei bambini, alcuni dicono anche la loro struttura sinaptica, ed è innegabile che viviamo in un mondo di forti stimoli cognitivi. Il maestro unico dei bei tempi poteva permettersi di passare mesi a far fare aste, in cinque anni si imparavano le tabelline e a scrivere qualche pensierino, oggi metà classe arriva in prima che sa già scrivere, in quarta si impara a suonare il flauto e a usare Power point. Tutto ciò può anche non piacerle ma le lancette del tempo non si fermano. Lo sa che ci sono scuole in Australia dove gli alunni non hanno più nè libri nè banchi? La specializzazione è un dato di fatto.
La necessità di lavorare in team non è assolutamente nata da un puro calcolo occupazionale ma dalla constatazione proprio delle modifiche socio-culturali in atto. Dietro c'era tutta un'analisi fondata sulle teorie ad esempio di Gardner sulle intelligenze plurime o la necessità di adeguarsi all'inevitabile frammentazione della cultura moderna e a quella di esplorare in modo specialistico varie modalità espressive. Questa realtà e sotto gli occhi di tutti e non certamente frutto del "pedagogismo sessantottino" ammesso sia mai esistito. Certo, se lei mi cita come basi pedagogiche il fine Tremonti o il coriaceo Brunetta.....
Secondo lei quanti maestri hanno oggi le competenze per insegnare, mantenendo la qualità attuale, le 11 discipline previste? E questa Pansofia andrebbe somministrata per 1200 euro al mese, che mi spenderò in un colpo solo per curarmi l'ascesso? Dice che guadagnerò di più ma la proposta di legge Aprea è abbastanza inquietante in tal senso: e se il Dirigente Scolastico non mi trova simpatico? E cosa succederà al Sud dove, vedi Reggio Calabria..., gli esami non sono proprio cristallini ?
Lei dice che in un modulo ci sono tre insegnanti su due classi ( ce ne sono anche da 4 su 3 ) ma non è che per questo stiano a girarsi le dita....con i tagli agli organici degli ultimi anni spesso le maestre hanno solo due ore di compresenza per settimana indispensabi per svolgere progetti o lavorare con i tantissimi extracomunitari, che certamente non c'erano quarant'anni fa, e che non hanno esattamente alleggerito il nostro lavoro.
Un accenno anche alla questione del voto per contrastare il bullismo. Scriveva nel 1902 il Mussolini Benito, all'epoca maestro, che :" La disciplina l'ho sempre ottenuta con mezzi semplicissimi: destando l'allettativa, l'interessamento, vigilando. Non è disciplina, quella che si ottiene con mezzi coattivi. Comprime l'individualità infantile e genera tristi sentimenti. Il maestro deve prevenire e rimuovere le cause del male per non dover poi dolorosamente reprimere." Non è che fosse un sessantottino "ante litteram" anche lui ?
E siamo sicuri che i membri del governo che ci invitano ad una maggiore attenzione verso i valori della Costituzione abbiano atteggiamenti coerenti? Leggendo i libri di Stella e Rizzo, oppure osservando i beau geste estivi di alcuni ministri, viene da dubitarne assai.
Io capisco che lei subisce forti pressioni ma cerchi di vedere la medaglia da entrambe le facciate. Chi contesta queste novità non è necessariamente un post-sessantottino e nella scuola ci sono moltissime persone che si impegnano da anni al 110%.
Si chieda: e' proprio questo quello di cui necessita la scuola italiana? Io penso che i provvedimenti dovrebbero essere esattamente l'opposto da quanto ci viene proposto ultimamente in modo raffazzonato e senza logica. Ma come può scagliarsi contro il centralismo elefantiaco quando propone leggi di tanto impatto senza una minima concertazione con il mondo della scuola, come ad esempio hanno fatto in Francia in occasione della riforma scolastica? Provi a riguardarsi invece la proposta di legge popolare sulla scuola presentata in parlamento un paio di anni fa e sottoscritta da quasi 80.000 cittadini.
Certo la scuola italiana necessita di modifiche ma sicuramente la ricetta dei tagli e delle iniziative estemporanee non possano migliorarla. L'art.64 della legge 133 va rivisto per evitare altri grossi disagi a famiglie, alunni e docenti: ci pensi bene. Lei farà anche carriera ma a che prezzo?
Non credo che lei abbia il tempo per rispondermi, sarei già molto soddisfatto se potesse leggere questa lettea e magari rispondere a qualche domanda durante la serata del 22 settembre a Modena.

Grazie per l'attenzione
Michele Bonicelli

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 claudia fanti    - 07-09-2008
Oltre che BRAVOOO, sei anche simpaticooo!
Un bacione!
Se non ci legge Gelmini, almeno ci tiriamo su noi sentendoci uniti.
Ah, dimenticavo! Mille auguri per il tuo dente. Certo che, con i nostri stipendi, alla fine ci riconosceremo dal fatto che andremo in giro sorridendo senza denti!