Conferenza stampa del Ministro della Pubblica Istruzione
Giuseppe Fioroni - 29-06-2008
Direttiva INVALSI 2007-2008

Intervento del ministro Giuseppe Fioroni

Roma, 05 luglio 2007



La direttiva all'INVALSI che presentiamo oggi prosegue la costruzione, avviata lo scorso anno, di un sistema di valutazione della scuola italiana da lungo tempo invocato prima di tutti dalle scuole stesse. Il percorso che stiamo seguendo è pluriennale e prevede il progressivo, graduale e condiviso avvicinamento verso un modello di valutazione del sistema scolastico che risponda a diverse esigenze:

- offrire alle singole scuole uno strumento di diagnosi del proprio lavoro per migliorare l'efficacia della propria azione didattica ed educativa;

- dare a chi governa il sistema scolastico un punto di riferimento per allocare meglio la spesa dell'istruzione, per alimentare di contenuti misurabili e verificabili le scelte, le azioni, il percorso dei docenti, dei dirigenti scolastici e di tutto il personale;

. offrire all'intera collettività nazionale, ed in primo luogo alle famiglie, un momento di verifica dell'operato di una funzione cruciale quale l'istruzione delle nuove generazioni.

Un modello di servizio nazionale di valutazione che risponda a queste necessità si deve basare su alcune caratteristiche fondamentali quali:

- la sua natura censuaria,

- un suo disegno finalizzato alla misurazione del valore aggiunto prodotto dalle singole scuole in termini di miglioramento dei livelli di apprendimento degli studenti,

- la rilevazione del contesto sociale in cui le scuole sono inserite,

- la rilevazione delle caratteristiche socio-demografiche degli alunni,

- la rilevazione delle modalità e dell'efficacia con cui è svolto il servizio da parte delle scuole.

I ) i primi dati della rilevazione degli apprendimenti 2006-2007.

I primi dati della rilevazione degli apprendimenti fatti quest'anno ci confortano nella strada che abbiamo intrapreso. Lo scorso anno abbiamo deciso di bloccare la rilevazione censuaria degli apprendimenti degli studenti per le molte perplessità che quella rilevazione aveva suscitato: i risultati dell'indagine della scuola primaria restituivano una scuola del Sud che andava molto meglio di quella del Nord (secondo la rilevazione del 2005-2006 i ragazzi del Sud avrebbero livelli di apprendimento superiori a quelli del nord nell'ordine di oltre il 10 per cento), una realtà territoriale in palese contrasto con la percezione collettiva e con le risultanze delle indagini internazionali PIRLS e TIMSS. Questi risultati facevano sorgere alcune domande. Ci si può fidare di questi risultatati? Sono davvero affidabili? Si può mettere in circolo una informazione sulla cui qualità ci sono molti dubbi? E' vero che questi risultati derivano dalla preoccupazione di alcune scuole sugli esiti di una valutazione le cui finalità non sono state ben comunicate inducendo gli insegnanti ad "aiutare" gli studenti nei test? Avremmo avuto risultati diversi se la vigilanza durante le prove fosse stata affidata ad insegnati di scuole diverse da quelle testate?


Per rispondere a queste domande nell'anno scolastico appena concluso abbiamo deciso di attuare una rilevazione campionaria con somministratori esterni. Abbiamo cioè fermato la macchina per fare i necessari controlli. Abbiamo fatto bene a interrompere? Che cosa ci dice la rilevazione campionaria eseguita quest'anno con somministratori esterni? I risultati li avete nella cartellina. Ve ne indico solo alcuni:

A. Secondo i risultati della rilevazione censuaria del 2005/2006 nei test di italiano nella seconda elementare i ragazzi del Nord avevano un punteggio inferiore a quelli del Sud di oltre 11 punti percentuali. Per matematica la differenza era di 10,7 punti, e per scienze di 8,5 punti percentuali sempre a discapito del Nord.
B. Per la quarta elementare i risultati dei test di matematica indicavano addirittura che i punteggi del Nord erano di circa il 20 per cento inferiori a quelli del Sud, per l'Italiano del 9,7 per cento, e per scienze del 6,4 per cento. sempre a favore del mezzogiorno.


Francamente è difficile credere a questi numeri anche perché le indagini internazionali eseguite sulla 4 elementare indicano risultati del tutto diversi.

A. L'Indagine PIRLS eseguita nel 2002 sui ragazzi di 9-10 anni, cioè in quarta elementare, ci dice che per quanto riguarda la capacità di lettura e di comprensione dei testi c'è una differenza a favore del Nord di circa 5,6 punti percentuali.
B. Il test TIMSS somministrato ai ragazzi di IV nel 2003 indica una migliore performance dei ragazzi del Nord di 3,2 punti percentuali in matematica e di circa il 3,6 punti percentuali in scienze.

Come è possibile che ci siano indicazioni tanto diverse? Non è corretto prendere le medie come numeri assoluti. Ogni statistica ha un errore standard associato, ma differenze così alte non possono essere attribuite a variabilità statistica.


Che cosa dicono i dati dell'indagine campionaria del 2006/2007 in cui i somministratori erano esterni ?

A. Per la 2 elementare dicono che in Italiano i ragazzi del Nord hanno un punteggio superiore del 2,8 per cento rispetto a quelli del Sud. Per matematica e scienze i livelli sono sostanzialmente analoghi.
B. Per la IV elementare i dati indicano un vantaggio degli studenti del Nord del 5 per cento in italiano, ed una sostanziale uniformità per matematica e scienze.


Quali sono i numeri giusti? I dati dell'ultima indagine sono più affidabili per due ragioni. Primo, sono più simili a quelli fornite dalle indagini internazionali, come risulta dai grafici 1, 2 e 3. Secondo, sono più coerenti con la nostra percezione di una scuola del Sud più in difficoltà soprattutto per le situazioni di contesto (basti pensare ai dati sulla dispersione scolastica).


Per quanto riguarda i risultati della scuola secondaria di primo e secondo grado i dati confermano che esiste un divario tra il Nord e il Sud del paese e che questo cresce nei gradi superiori. La buona notizia è che questo divario sembra essere meno marcato di quello che ci indicano le indagini internazionali e in particolare PISA. Crediamo che questa differenza sia dovuta al fatto che quando le indagini si concentrano su quello che la scuola effettivamente fa, cioè lavorare all'apprendimento dei ragazzi, le differenze tra aree sono meno marcate. Il divario nelle competenze misurate da PISA riflette anche quello che i ragazzi apprendono dal contesto in cui sono inseriti. In questo le scuole del sud sono più svantaggiate.


II) La nuova direttiva 2007-2008.

La credibilità della rilevazione degli apprendimenti non è data dal fatto che ci sia un carabiniere a sorvegliare. Occorre la collaborazione delle scuole. Il somministratore esterno è un segnale di serietà; la valutazione degli apprendimenti si fa con le scuole e non contro le scuole, cioè con la collaborazione degli insegnanti e non contro gli insegnanti. A questo si deve accompagnare, come è già stato fatto quest'anno una rilevazione dei dati di contesto e delle condizioni socio-culturali degli studenti sulla base delle quali leggere i dati sugli apprendimenti. Entro l'autunno l'INVALSI diffonderà i risultati di questa analisi di lettura critica e più completa.

Per questo all'interno della direttiva emanata per l'anno scolastico 2007-2008 ci sono alcuni forti segnali di questo spirito di collaborazione con le scuole;


A. "La somministrazione delle prove, per ciascun ciclo scolastico, dovrà essere effettuata mediante rilevatori esterni, preferibilmente insegnanti di altre scuole adeguatamente formati".

B. Per dare concreta attuazione all'idea che la valutazione sia uno strumento utile alle scuole e condiviso da insegnanti e dirigenti scolastici occorre creare in ogni scuola delle figure di riferimento per la valutazione che siano il perno per impostare tutte le procedure relative alle valutazioni nazionali ed internazionali e per promuovere la riflessione con i propri colleghi sui dati delle indagini.

C. Per dare alle scuole il senso che si lavora insieme si dice immediatamente dopo "I risultati della valutazione saranno messi a disposizione delle relative istituzioni scolastiche, rispettando il grado di scuola e i criteri di rappresentatività del campione, anche per favorire i processi di autoanalisi e autovalutazione di istituto"

D. Ulteriore segnale di attenzione alle istituzioni scolastiche sta nel fatto che si fa espressa previsione di evitare la "molestia statistica" alle scuole. I dirigenti scolastici e i loro staff devono occupare il tempo pensando a come migliorare la scuola non a riempire fogli statistiche che chiedono informazioni già mille volte fornite o impossibile da reperire. Chiediamo all'INVALSI di invertire la logica. Occorre compiere una ricognizione su tutte le fonti di dati raccolti a qualsiasi titolo per predisporre una serie di indicatori da fornire alle scuole per aiutarle nella programmazione della loro attività. Alle scuole vanno chieste solo le informazioni che attengono strettamente ai loro specifici processi e che non siano reperibili altrimenti.

E. L'attenzione è incentrata non esclusivamente sulla rilevazione dei livelli degli apprendimenti per stilare improbabili classifiche, ma su dove la scuola vive e cosa fa concretamente fa. Rilevare i livelli di apprendimenti senza conoscere il contesto è operazione sterile perché non permette di decifrare il meccanismo attraverso cui le condizioni socio-economiche influenzano il livello di apprendimenti degli alunni. Se la scuola deve dare uguali opportunità a tutti dobbiamo sostenerla per contribuire a superare le difficoltà trasmesse ai ragazzi dall'ambiente di origine.

Questa collaborazione delle scuole è condizione prioritaria per poter arrivare ad una valutazione del valore aggiunto.

Abbiamo avuto prova che le scuole hanno recepito questo segnale di cambiamento e che si può dunque procedere ad un ulteriore passo modificando le classi sottoposte a rilevazione. A partire dal prossimo anno verranno valutati i ragazzi nei momenti di ingresso e di uscita dalle singole scuole, su base campionaria, nella prospettiva di passare già dall'anno scolastico 2008-2009 a quello censimentario. Le classi sottoposte a test di italiano, matematica e scienze, saranno la II e la V della scuola primaria, la I e la III della scuola secondaria di primo grado e la II e V della scuola secondaria di secondo grado (punto 2 della direttiva).

I nostri studenti sono abituati ad essere valutati sulla base di prove complesse come quelle presenti agli esami di stato finali. Per questo chiediamo all'INVALSI di proseguire il lavoro di valutazione dei livelli di apprendimenti utilizzando le prove svolte dagli studenti. Già da quest'anno, infatti, l'INVALSI ha chiesto alle 12.000 commissioni di inviare un elaborato di prima e di seconda prova estratto casualmente.

Quanto è stato detto fino ad ora costituisce il cuore della direttiva, che sorregge anche gli altri compiti affidati all'INVALSI:



A. Definire un sistema di valutazione dei dirigenti scolastici che non può prescindere dal momento di valutazione della scuola.

B. Sostenere con un' opportuna azione di valutazione lo sforzo delle scuole meridionali di innalzare il livello di apprendimento degli studenti e ridurre la dispersione scolastica mettendo a frutto in modo efficace i 3.7 miliardi di euro che arriveranno alle istituzioni scolastiche delle regioni tramite il PON nei prossimi 7 anni.

C. L'adesione a tutte le indagini internazionali che rimangono un'importante ancora di paragone con il resto del mondo.

Tutte le azioni che abbiamo annunciato devono essere ovviamente supportate dalle più avanzate metodiche, utilizzando collaborazioni con Enti ed istituti di ricerca nazionali ed internazionali e proseguendo nell'opera di stabilizzazione e consolidamento dell'ente dal punto di vista dell'organico. Il recente accordo siglato con tutte le parti sindacali del comparto ricerca per trasformare il personale comandato in personale dipendente dall'INVALSI è un importante punto di partenza.

Allegati

Grafici


Presentazione dell'INVALSI


Servizio Nazionale di Valutazione - rilevazione 2006 - 07


Valutazione degli apprendimenti - Scheda dei risultati


Da Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione




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