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Forse l'occidente non sparirà per l'inarrestabilità dei processi migratori contro cui tutti urlano e neppure per la minaccia terroristica che tutti temono, ma per non aver dato senso e identità e quindi per aver sprecato, le proprie giovani generazioni" (U.Galimberti, L'ospite inquietante).
Non credo che Berlusconi, che ha ben altro per la testa come si è visto in questi giorni, si interessi al degrado culturale e valoriale in cui versano le giovani generazioni. E, ahimè, da quel che si apprende, pare che anche il Ministro Gelmini (col suo prode sottosegretario Pizza) nonostante il fare volonteroso, ha poco presente la reale dimensione del baratro, né tantomeno pare abbia chiaro l'immane lavoro che spetterebbe in questo caso al ministro dell'istruzione di un paese 'normale'.
Ma 'paese normale' pare fatichiamo sempre di più ad essere, confermando ciò che all'estero dicono - un po' incuriositi - di noi. Quello che ci farebbe normali a questo punto, potrebbe essere, un'opposizione che, fatti velocemente (!) i suoi "mea culpa", prendesse senza indugio l'iniziativa e, denunciando il declino della scuola e della cultura degli italiani, sfidasse il governo su questo campo. Certo ci vuole coraggio a levare la voce se si è consapevoli d'aver fatto poco quando si era al governo. Ma se si porta la responsabilità di un paese sedendo in parlamento, anche se dalla parte dell'opposizione, conta di più il bene comune. E le principali risorse di un paese sono i giovani e la conoscenza. Dunque la scuola.
Scommettere sulla scuola: diventi per una volta il motto dei progressisti. Denunci l'opposizione, senza paure, senza compromessi, tutto quello che non va nella scuola. A partire dall'elefantiasi inutile della struttura ministeriale, vero argine all'autonomia scolastica (Legge Bassanini), che a ormai undici anni dal suo varo ancora non decolla: sfidi il governo a usare questo come banco di prova del suo federalismo, giochi sul suo terreno. Poi, faccia una seria proposta di legge sullo stato giuridico degli insegnati (altro nodo del degrado scolastico) che li riconosca e, finalmente, li tratti quali veri professionisti della conoscenza. E cerchi il consenso in Parlamento su questi temi. Credo sia possibile perché la scuola è un bene di tutti. Deve esserlo. E se così non sarà, il nulla che pervade i nostri giovani, secondo il monito inquietante di Galimberti, inghiottirà la nostra ormai ex civiltà.
C66 - 07-07-2008
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Prima di esaltare la legge Bassanini sarebbe bene verificare quanta parte del corpo docente l'ha gradita e quanta parte, al contrario, se n'è ne sentita svilita e da essa è stata demotivata.
Credo che i sedicenti progressisti avrebbero qualche sorpresa poco gradita se volessero indagare sull'argomento in modo oggettivo. |