I veri obiettivi delle prove nazionali Invalsi
Stefano - 11-06-2008
IIn questi giorni prendono avvio gli Esame di Stato a conclusione del primo ciclo di istruzione, con la novità di contemplare, oltre al colloquio orale e alle canoniche prove scritte di italiano, matematica e lingue comunitarie, anche una prova nazionale scritta, sotto forma di quiz, riguardante italiano e matematica.
Fioroni, con la circolare n. 32 del 14 marzo 2008, ha voluto lasciare un altro segno indelebile del suo passaggio, imponendo, a quello che un tempo si chiamava esame di terza media, l'effettuazione di un'ulteriore prova, uguale per tutti gli alunni d'Italia, da svolgersi lo stesso giorno (il prossimo 17 giugno), con una durata massima di due ore, predisposta centralmente dall'Invalsi.
Numerosi sono i motivi di dissenso sulle modalità d'effettuazione, sulla filosofia che ne sta alla base e sui reali scopi di un provvedimento di chiara e diretta discendenza morattiana.
In primo luogo, i contenuti su cui verterà tale prova, a causa della loro genericità, risultano di fatto incomprensibili e vaghi, inoltre, la prova nazionale non prevede alternative per gli alunni in situazione di handicap (tranne una versione digitale per la minorazione visiva), né tanto meno per gli alunni stranieri, benché proprio loro, spesso, abbiano una scarsa conoscenza della lingua italiana.

Ancor più paradossale risulta il fatto che l'esame a conclusione del primo ciclo di istruzione, realizzato secondo queste modalità, diventa il più pesante, almeno a livello di numero di prove, che un alunno italiano dovrà affrontare in tutta la sua carriera scolastica.
Nella scuola che ha deciso di fare a meno dei "programmi nazionali", sostituendoli (anche se ancora in via provvisoria) con qualcosa di ben più aleatorio quali le "Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo d'istruzione" , dove è teorizzata la personalizzazione e l'individualizzazione degli insegnamenti, risulta estremamente contraddittoria la proposizione di una prova centralizzata, predisposta da un Ente (l'INVALSI) che, per proprio statuto, non può tenere conto delle variabili legate alla composizione socio-culturale del territorio, dell'utenza e né tanto meno degli elementi fondanti (metodologie, strategie, percorsi, scelte di contenuti ...) la programmazione attuata all'interno di ciascuna classe.
La fumosa autonomia, che in realtà da anni nelle nostre scuole si manifesta in una vera e propria "autogestione della miseria", viene maldestramente recuperata, dalla circolare ministeriale, nella fase valutativa (il cui onere è chiaramente delegato alle commissioni esaminatrici), quando ciascuna scuola è libera di determinare l'importanza da assegnare alla prova nazionale, paradossalmente, anche nessun peso.

Detto ciò è chiaro che il fine di tale operazione non è, come dichiara la circolare, concorrere "alla conoscenza dei livelli d'apprendimento di talune discipline conseguiti al termine del 1° ciclo dagli alunni sul territorio nazionale", ma, con la scusa di "allineare il nostro sistema di istruzione agli standard internazionali", stilare una graduatoria nazionale delle scuole medie (al momento, da allargare poi a tutti gli ordini di scuola !).
La posizione in graduatoria determinerà un flusso di finanziamenti pubblici e privati (le famose fondazioni), tendendo a promuovere le scuole ritenute (dai numeri) migliori e ad escludere e penalizzare ulteriormente quelle ritenute peggiori.
La posizione in graduatoria influirà sull' afflusso di alunni, docenti e dirigenti verso le prime, sulla fuga dalle seconde, con la conseguente soppressione di queste ultime (come è stata auspicato dal nuovo ministro della Funzione Pubblica Brunetta), in quanto ritenute poche competitive, oltre che inefficaci ed inefficienti, in una chiara logica aziendalistica che ben poco ha a che spartire con l'idea e la prassi di una scuola pubblica inclusiva e democratica.

Dalla valutazione delle scuole a quella dei docenti il passo è breve e benché l'INVALSI (e il ministero) dichiarino che tale valutazione non avrà alcuna ricaduta sui docenti, questo è vero solo perché a questa seconda incombenza provvederà la proposta di legge per la riforma dello Stato Giuridico che è stata appena presentata, il 12 maggio, dalla neo eletta presidente della commissione Cultura della Camera, on. Valentina Aprea.

A differenza degli anni passati, quando è stato possibile opporre il rifiuto individuale alla somministrazione dei test INVALSI, oggi questa prova è stata resa obbligatoria dalla direttiva e dalla circolare dell'ex ministro Fioroni, ciò nonostante è importante che proprio in questi giorni nelle scuole italiane si parli di questo problema, si alzino delle voci per esprimere liberamente il proprio giudizio negativo su tale proposta, per difendere la professionalità docente, le scelte didattiche e pedagogiche, per continuare la battaglia a difesa della libertà d'insegnamento e della democrazia.

Comm. Scuola Secondaria I grado-UNIcobas Scuola


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Giorgio Dellepiane Garabello    - 15-06-2008
Comincio dalla fine:
1) una scuola che si rispetti non ha paura di essere a sua volta valutata, classificata, confrontata, ecc...
a meno che la si ritenga organismo intangibile, cosa che perlomeno è assai poco democratica;
2) le «Indicazioni nazionali» chiedono al corpo docente (ma anche a genitori ed allievi) di assumersi la responsabilità del "percorso scolastico" attraverso il quale conseguire le competenze elencate in modo testuale: insomma TUTTI hanno mete didattiche prestabilite ma con libera scelta "dell'itinerario per"; spetta poi all'INVALSI di trovare un filtro valutativo col quale -alla fine di tale percorso- sia possibile determinare cosa è stato raggiunto;
3) chi ha paura di una Scuola Statale che non ingiunga a tutti cosa-come-dove-quando si debbano acquisire le competenze richieste dal sistema d'istruzione pubblico?

 cagliostro    - 15-06-2008
E così sia!
Che le scuole inefficienti vengano chiuse, con relativo licenziamento di insegnanti e dirigenti. Che la gente percorra 100 km per andare a frequentare le scuole d'eccellenza! Che vengano venduti agli amici gli edifici che ospitavano le scuole inefficienti e così via .

 Elena Duccillo    - 16-06-2008
Vorrei aggiungere ancora che dopo 4 anni di rimostranze cioè dall'epoca del progetto piota, nulla in sostanza ma solo in apparenza è stato fatto per gli alunni con disabilità. L'unica categoria presa in considerazione sono i disabili visivi. Per gli altri una facciata di interesse nell'archivio Sidi e basta. Oltre agli esempi di prove differenziate non si va: però si sono fatti più furbi e non dicono più manifestamente che le prove dei disabili avranno un codice di esclusione. Docimologicamente parlando si può capire che i disabili vanno valutati con criteri assoluti e non con i criteri relativi ai quali si rifanno le prove per gli "alunni normodotati", ma la prassi di far predisporre prove differenziate e poi NON ACQUISIRLE e non elaborarne i dati resta.
Vergogna!

 Ernesto    - 17-06-2008
Torno adesso dalla fine della prova e della correzione, ma qualcuno vuole commentare di come ci hanno trattato?? Non voglio discutere sulla validità o meno della prova, ma almeno che sia condotta con la dovuta serietà mi sembra il minimo. Ci hanno costretto a scaricare le griglie di correzione tutta Italia alle 12.00 così il sito Invalsi si è intasato (come qualsiasi persona di buon senso aveva previsto), ma non basta (tralasciamo la dicitura apparsa sulla pagina quando non ci si poteva collegare "collegamento interdetto a causa di eventi meteorologici eccezionali") alle ore 15.40 arriva una mail alla segreteria sul canale Intranet che a causa delle difficoltà di collegamento le griglie erano disponibili via posta elettronica in Intranet. Così dalle 12.00 alle 15.40 sono stato davanti al computer per cercare di scaricare quei 4 fogli che sono serviti a correggere le prove. Ma il nostro tempo vale veramente così poco ??? Ma perchè siamo sempre trattati come incompetenti ? (avevo già avvertito il presidente e Lui era d'accordo con me di quello che sarebbe accaduto). Credo che in Tutta Italia sia successo la stessa cosa, ditemi se sbaglio. grazie e scusate il mio sfogo, ma sono stanco e sfiduciato .