breve di cronaca
Sperimentazione "vera"
ROMA — Non ci sarà il decreto di fine agosto per avviare la sperimentazione della Riforma scolastica targata Letizia Moratti. Ieri, a consiglio dei ministri finito, la responsabile di viale Trastevere è stata affrontata dai colleghi di governo — in particolare dai ministri centristi — che mal avevano digerito il promesso blitz per avviare la sperimentazione in tutte le scuole che si fossero autonomamente proposte.
«Mancano i fondi»
Una discussione accesa alla quale ha preso parte anche il ministro dell'Economia, che ha ricordato la mancanza di fondi disponibili per portare a termine il progetto.
Non solo. Un disegno «allargato» avrebbe rimesso in discussione anche il problema degli organici. Risultato: la sperimentazione ci sarà — e il comunicato finale dà sostegno formale alla Moratti — ma sarà molto limitata e ridotta ad alcune scuole pilota che saranno individuate, tra quelle che si propongono, in precise aree geografiche (Nord, Centro e Sud).
In altri termini, niente riapertura delle iscrizioni per i piccoli di meno di tre anni in attesa per la scuola dell'Infanzia e di quelli con meno di 5 anni che vogliono andare in prima elementare. Si farà solo in poche scuole — individuate da un pool apposito — che potranno «provare» anche inglese e informatica con i piccolissimi. Sperimentazione vera, quindi, e nessuna forma surrettizia di anticipo della Riforma. Per questo non ci sarà bisogno del decreto legge.
Al termine della riunione la Moratti ha incontrato a lungo Berlusconi faccia a faccia. E in quella sede avrebbe espresso tutto il suo malumore per non aver potuto portare a termine il piano come era stato studiato.
Restano, nella maggioranza, le tensioni per un progetto non del tutto condiviso. L'Udc ha sempre manifestato perplessità sull'ingresso anticipato, e ieri il ministro Giovanardi spiegava: «La riforma non può partire senza il consenso del Parlamento attraverso anticipazioni per via amministrativa».
Con questo sistema di sperimentazione molto limitata — che sarà «visionato» dal sottosegretario Gianni Letta in accordo con il ministro Moratti — l'esecutivo salva sia l'immagine del responsabile di viale Trastevere, sia l'esigenza di un dibattito parlamentare su provvedimenti tanto delicati. In più, si scantona il nodo dei fondi che, come ha insistito Tremonti, non erano reperibili.
Difficile, in questo quadro, parlare di un successo del ministro Moratti, che ha dovuto accontentarsi di un sostegno di facciata e di un progetto molto ridimensionato rispetto alle previsioni.
E la Margherita non si lascia scappare l'occasione per attaccare il ministro. «Complimenti. Dopo il fallimento dei suoi progetti di riforma, il ministro dell'Istruzione ha ottenuto un contentino, una manciata di scuole dove poter dare il via alla sperimentazione», ha detto Alberta Soliani, capogruppo della Margherita in settima commissione.
L'Ulivo: «Contentino»
Secondo l'opposizione, infatti, tutto questo serve solo a creare un polverone che nasconda i fallimenti «della politica scolastica del governo».
Non la pensa allo stesso modo il ministro per i Beni culturali Giuliano Urbani che ha insistito, invece, sulla serietà del provvedimento. «Prima di andare a fondo con la Riforma vogliamo vedere come e se funziona. Per questo la sperimentazione non sarà estesa a tutte le scuole. Altrimenti che sperimentazione è?».
s. m.


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