Scritta fra le ceneri fumanti dell'ultima guerra, la Costituzione Italiana resta ancora il miglior esempio di come fronti ideologicamente contrapposti possano partorire idee e progetti comuni nell'interesse del popolo.
Le visioni di parte, la gestione politica e l'organizzazione della vita sociale trovarono all'epoca un comune denominatore nella volontà di ricostruire il Paese, piegato dalla guerra, ma accomunato dall'obbiettivo di liberarlo, più che dall'invasore tedesco, dal nazifascismo e dalle barbarie ideologiche che si era trascinato per anni.
A sessanta anni di distanza, la stesura della nostra Costituzione mantiene intatti i principi di uguaglianza, di libertà e di giustizia dei quali gli italiani di allora si sono sentiti privati e dei quali oggi nessun popolo che voglia definirsi moderno e progredito può fare a meno se vuol progettare un futuro costruttivo per le generazioni a venire.
Il travaglio della Liberazione e della Resistenza è passato attraverso infiniti sacrifici ed esempi individuali, offerti sull'intero territorio nazionale dai partigiani combattenti con il concorso fondamentale della popolazione italiana.
Se ai primi va il merito di aver affrontato il nemico con il coraggio della disperazione nel fermo proposito di recuperare con le armi la libertà di un paese occupato, la partecipazione dei cittadini inermi al medesimo disegno è, se possibile, ancor più eroica.
Costoro hanno saputo contrastare la presenza nemica senza armi e a sprezzo della vita, animati solo dal desiderio di consegnare ai propri figli un paese libero su cui costruire il loro futuro.
Futuro che inizia dalla dignità di ogni uomo acquisita attraverso il lavoro e l'autonomia economica di programmare la crescita della propria famiglia. A questo si riferisce l'Art.1, che apre la serie dei 139 punti che compongono la Carta Costituzionale.
Lavoro come valore, oltre che diritto, attraverso il quale si realizza la persona umana, nella certezza della parità degli occupati e nella sicurezza del suo svolgimento.
Il concetto di uguaglianza fra tutti i cittadini è oggetto dell'Art. 3, nel quale si ribadisce la medesima dignità sociale senza distinzione di ceto, di sesso, di razza o di religione, perché ciascuno sia libero di apportare il suo contributo alla causa comune del progresso a pari condizioni di partecipazione civile.
Le esperienze tragiche della guerra appena conclusa, le immagini ancora vive di milioni di morti, la condanna di ogni forma di violenza per affermare supposte supremazie materiali o ideologiche, si rispecchiano nell'Art.11, dove il ripudio è fermamente espresso quando essa sia intesa come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione di controversie internazionali.
L'avanzamento di una nazione può avvenire solo nella pace, nel rispetto della dignità di tutti gli uomini, siano essi appartenenti ad un medesimo Stato, che ad entità geografiche differenti.
Nella pace e nella consapevolezza dei diritti e dei doveri di ogni cittadino risiedono le potenzialità di sviluppo economico, etico e sociale di ogni nazione.
A tal fine la Scuola, quale istituzione deputata alla formazione dei cittadini, deve saper alimentare e soddisfare le richieste di conoscenza dei giovani e saperli preparare alle sfide del futuro che li attende al confronto internazionale.
La preparazione scolastica, contemplata negli Art. 33 e 34 ed intesa come passaggio irrinunciabile della formazione culturale delle giovani generazioni, implica un esercizio di libertà dei singoli, un'opportunità incontestabile di progresso umano, uno strumento di crescita civica e sociale, una partecipazione attiva allo sviluppo collettivo che ricade non solo nei diritti, ma nei dovere di ogni cittadino.
Leggere e rileggere la Carta Costituzionale è utile a ribadire l'appartenenza di ciascuno di noi ad un unico quadro di riferimento collettivo, a promuovere mille dibattiti, ma anche a riscoprire l'attualità dei principi contenuti. Tutto sembra scritto da poco; temi e criteri eternamente quotidiani; principi di uguaglianza che nessuno può negare se vuole conservare l'armonia della crescita ed il rispetto del prossimo.
Sessant'anni, ma non li dimostra!