Cosa hanno in comune tali parole? Occorre mettere in evidenza il fenomeno della globalizzazione. Tale termine, ha preso consistenza reale, è diventato cioè un fatto concreto, grazie alla potenza dei bit. Essi sono semplici, piccole essenze facilmente gestibili e manipolabili da parte di moltissime persone: gestibili da molti, manipolabili da molte meno. Grazie alle reti che li trasportano, passare un'intera azienda, tutta la ricchezza di un popolo da un posto all'altro è questione di un click. Un'altra caratteristica dei bit è che non hanno nè colore nè sapore. Rappresentano film, denaro, suoni, affari, amori, strategie di guerra e di pace, fame e disperazione, gioia e dolori, dati banali e dati sensibili in cui è raccontata la nostra vita. Sono l'essenza della globalizzazione.
Come preconizzato dalla letteratura e da molti film, nonchè da quanto dicono chiaramente i più grandi guru dell'informatica, tali tecnologie non sono però neutrali; ma la cosa che le rende nuove e per certi versi molto più proccupanti, rispetto ad altre, è sul livello di autonomia delle stesse. Cerco di chiarire.
Le informazioni che viaggiano lungo le reti e che passano per switch, router, pc, server, lasciano sempre traccia di sè. Miliardi di files di log vengono accatastati nei nodi delle reti. Miliardi di software li generano, li analizzano, li stampano, li trasferiscono altrove. In modo automatico, incessante, senza scioperi. La rete ormai si comporta quasi come un organismo vivente dotato si sistema nervoso centrale e periferico, con una sua vita propria e con una sua particolare coscienza, rudimentale ma terribile: sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere. Ormai spegnere Internet è molto difficile, direi quasi impossibile. Non è proprio lo Skynet di Terminator, ma solo Dio sa cosa potrà succedere tra, diciamo 20 anni.
Tale piccola premessa mi serve per parlare di un piccolo caso che accade dalle mie parti.
Sono stati installati dei lettori di badge che rilevano in tempo reale le presenze a scuola sia degli insegnanti che del personale in generale. Un lettore è installato in centrale, un altro nella nostra succursale, connessi in wifi, in onde radio. Gli insegnanti, in più, firmano quando arrivano un apposito registro di presenza ed in più firmano nel registro di classe. Tre records.
Io personalmente faccio il Don Chisciotte. Ho rifiutato di "
badgiare" appellandoni a molte sentenze di vari organi giudicanti. Ovviamente il log del programma di gestione si è incazzato e, molto di più la dirigenza, dal suo punto di vista a ragione. Non rispetto le regole, sono un anarchico, sto violando la normativa, è obbligatorio "
badgiare".
Le motivazioni della dirigenza sono molto serie: "
non è uno strumento di controllo", "
serve solo per determinare quanto più velocemente possibile le sostituzioni in caso di assenza". Quindi è uno strumento organizzativo e non ispettivo, inquisitorio, di sorveglianza. Quindi si può obbligare ad usarlo.
Tralasciando il fatto che già abbiamo varie persone che gestiscono le presenze, basta dare un'occhiata al foglio delle firme per vedere se alle 8,05 c'è qualche assenza. Ma vabbè, il computer è più efficiente, assegna lui le sostituzioni, non fa preferenze, non ha nè simpatie nè antipatie.
Ma dimentichiamo il file di log.
Ognuno di noi viene memorizzato per quanto concerne gli orari di ingresso e di uscita. Tali dati possono diventare informazioni usabili e dico usabili, pro o contro la persona. Oggettivamente. Dipende dal gestore, che ha una potenziale arma in più. Esempio: se uno entra sistematicamente alle 8,02 ed è antipatico, verrà torturato anche se per assurdo, e non è il mio caso, è un eccellente insegnante. Il software non sa nulla della persona, segnala solo che è uno che arriva in ritardo. Fa bip. mugolii, colora di rosso dei pallini, rompe le scatole anche ai controllori.
Altro esempio.
In qualità di ex network administrator, gestivo il firewall della mia scuola. ISA mi riempiva di log, di informazioni inerenti chi si è collegato con cosa, a che ora, per quanto tempo. Naturalmente tali log sono utili per statistiche, per vedere se tutto funziona bene: uno strumento di diagnosi tecnica-organizzativa. Una volta ne ho stampato uno per leggerlo meglio ed, apriti cielo, ho visto quali erano i siti più gettonati e da quali pc. Non dico niente altro, per non andare in galera.
Morale.
L'uso di tecnologie informatiche tende a sfuggire e, applicando una delle leggi di Murphy, sfugge tout court, alla buona volonta di chi le usa. Ha una sorta di vita propria. Non basta dire "
le uso per scopi amministrativi" . Non dipende solo dalla buona volontà o buona fede, è che sono intrinsecamente "
controllanti" e, spesso inquisitorie. La perdita di privacy, di libertà individuale è lo scotto inevitabile da pagare sull'altare dell'efficienza.
Morale2
Probabilmente il mio dirigente mi subbisserà di lettere di ammonimento. Potrei dare via ad una mia difesa basata su quanto scritto: soldi, fatica, cartabollata, tempo e salute. Molto probabilmente "
badgerò" pure io, magari solo all'entrata. Quieto vivere. Stanchezza. Rassegnazione.
Riccardo Ghinelli - 17-02-2008
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A volte, quando qualcuno mi rinfacciava le "diciotto ore" che sarebbero l'impegno di lavoro di un insegnante, ho desiderato un badge nella mia scuola, che permettesse di sapere quanto tempo effettivamente passiamo sul posto di lavoro. Che registrasse anche il tempo passato a fare fotocopie, a prender contatto coi colleghi, oltre naturalmente alle riunioni e agli scrutini. E anche un bel log che certificasse a che ora siamo entrati e usciti da certe sessioni di esame o di scrutinio. E anche un badge a casa, per il tempo passato a corregger compiti o scrivere verbali. Che bello sarebbe! |
Paolo Basile - 17-02-2008
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Insisti, persisti, intigna. Se ti quieti non vivi. |
Patrizia Martinenghi - 17-02-2008
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Anche nella mia scuola tre anni fa abbiamo avuto la sventura di essere controllati da un badge. Risultato: ansia da "devo arrivare in tempo", ma mai un ringraziamento per le ore passate in più a scuola. I soliti furbetti, poi, lasciavano il badge nel cassetto e chi arrivava prima lo "badgiava"per altri. nessuno è mai stato ripreso e, in quanto alle supplenze, beh, non è servito a nulla, tanto che l'anno dopo non è stato più riutilizzato (circa 20.000 euro buttate al vento) |
miha - 18-02-2008
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Big brother is watching you! |
Gianfranco Amodeo - 19-02-2008
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A Riccardo:
Davvero pensi che avere un badge serva per avere qualcuno riconoscente delle nottate passate a scuola? Amico mio, se fai del bene, dalle nostre parti nessuno ti ringrazia, neanche gli alunni. Perchè non lo usi per il tempo passato a fare altro (fare la spesa, a fare l'amore, nel periodo di ferie)? Forse i tuoi cari, e solo loro, ti ringrazieranno. |