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Per una manifestazione sulla questione tibetana
SociAlismo LibertArio - 13-02-2008
La Comunità Tibetana in Italia, l'Associazione Donne Tibetane in Italia, Students for Free Tibet, Tibet Culture House, gli Amici del Tibet, l'Associazione Italia - Tibet, sociAlismo libertArio, la Confederazione Italiana di Base Unicobas, l'Associazione Iside, la Lega per l'Abolizione della Caccia - Lazio, l'Unione Naturisti Italiani - sezione del Lazio, Progetto ASIA, l'Associazione Villaggio Terra, l'Unione Vegetariana Animalista, l'Associazione LAOGAI, l'Associazione AREF, l'Associazione per la Campagna di solidarietà con il popolo tibetano, l'Associazione Nessuno tocchi Caino, l'Associazione Radicale Adelaide Aglietta e il Partito Radicale non violento transnazionale transpartito lanciano un appello per una manifestazione sulla questione tibetana.

E' stato evidenziato l'atteggiamento spietatamente imperialistico, adottato dalla Repubblica Popolare Cinese nei confronti dell'inerme popolazione autoctona, dal 1949, anno dell'invasione del territorio. Da allora oltre 1.000.000 di Tibetani sono morti a causa dell'occupazione; il 90% del patrimonio artistico e architettonico è stato distrutto, così come gran parte dell'ambiente e del fragile ecosistema del paese; il massiccio affl usso di immigrati cinesi minaccia la sopravvivenza dell'identità tibetana e ha ridotto la popolazione indigena a una minoranza all'interno del proprio paese, e ciò si è ottenuto anche grazie alla pratica di massa della sterilizzazione.

Di fronte a ciò, assistiamo ad una colpevole inerzia sia da parte delle democrazie occidentali (per ovvi motivi economici e geo-politici), sia da parte di quanti hanno sempre stostenuto che il solo imperialismo fosse quello, altrettanto responsabile, battente bandiera statunitense.

La Cina sul piano interno, distrugge l'ambiente e calpesta i diritti umani (torture, vendita degli organi dei detenuti, migliaia di esecuzioni capitali, negazione del diritto di sciopero ed ogni diritto del lavoro, schiavitù di stato nei laogai, dominio della burocrazia di partito in funzione di capitalismo di stato).
Inoltre l'appoggio finanziario e politico della Cina al regime del Myanmar concorre pesantemente alla feroce oppressione del popolo birmano.
Riteniamo, quindi, necessario :

- continuare ad approfondire ulteriormente il dibattito su tale questione, ritenendo che là dove sono negati i più elementari diritti alla libertà ed all'autodeterminazione ci sia sempre lo spazio per un intervento dei libertari;

- spezzare la barriera di silenzio che, da quasi sessant'anni anni, ricopre le atrocità compiute, in nome del comunismo di stato, dalle autorità cinesi;

- portare all'attenzione dell'opinione pubblica la tragedia del popolo tibetano, lanciando una campagna di sensibilizzazione, a partire da una grande manifestazione nazionale, da tenersi a Roma il 10 marzo prossimo, 49° anniversario della ribellione tibetana all'invasione cinese (1959).

- fare in modo che le Olimpiadi di Pechino non nascondano ulteriormente le persecuzioni ma siano l'occasione per denunciarle.

Chiediamo la liberazione del Panchen Lama, ora sedicenne e sotto sequestro da dieci anni, e di tutti i prigionieri politici rinchiusi in Tibet e Cina nelle "prigioni nere" e nei Laogai (campi di lavoro forzato) dove attualmente soffrono milioni di persone. Sosteniamo la marcia Nuova Delhi - Lhasa (17 Aprile) organizzata dalle ONG tibetane per l'autodeterminazione del Tibet.

Invitiamo, quindi, tutti coloro che volessero aderire a tale progetto a contattare il gruppo SociAlismo LibertArio ed a partecipare alla prossima riunione organizzativa, indetta per mercoledì 27 Febbraio, ore 17.00 presso la sede Unicobas di via Tuscolana, 9.

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