Oltre la Destra, oltre la Sinistra. È tempo.
Alberto Biuso - 30-01-2008

Liberarsi dal totalitarismo mediatico

Una delle condizioni di ogni totalitarismo è il controllo capillare dei media. Anche nelle democrazie televisive contemporanee è diventato questo, ormai, l'obiettivo primario di chi intende guidare governi e società. È quindi drammatica la prospettiva che alla Presidenza del nostro Esecutivo vada per l'ennesima volta il padrone della tv commerciale italiana, che della televisione -oltre che di molta stampa e della tv pubblica- fa da sempre un uso spregiudicato e personalistico. Una situazione che non ha confronti in Europa.

Evitarlo non sarà facile e richiederà prima di ogni cambiamento di alleanze un mutamento di paradigmi culturali. In un contesto storico e politico nel quale la definizione marx-engelsiana dei parlamenti -«comitati d'affari della borghesia»- si è trasformata da formula polemica in descrizione scientifica e in cui ogni voce critica o dissonante viene neutralizzata a favore di finte opposizioni e tutti concordano invece sul mito economico e antropologico dell'incremento del PIL; in un contesto internazionale dominato dalla logica del terrorismo, analoga alla logica mafiosa per la quale chi eroga il terrore è lo stesso soggetto che promette protezione; in un mondo come questo è arrivato il tempo di abbandonare la dicotomia Destra-Sinistra. Che non è inutile, è dannosa. Perché strumentale al permanere degli interessi costituiti dell'ampia classe trasversale di politici, amministratori, intellettuali, affaristi, che su tale contrapposizione ha costruito e perpetua le proprie fortune.

Oltre la Destra, oltre la Sinistra, non per un appiattimento nel liberismo occidentalista, con governi tra di loro intercambiali e nei quali due ex ministri del primo governo Berlusconi -Dini stava all'economia e Mastella a quello del lavoro- affossano il governo Prodi, ma per un progetto che abbia il coraggio di opporsi alla subordinazione all'Impero statunitense, contraria agli interessi nazionali; di riaffermare il principio che la legge è uguale per tutti, compresi i Ministri e le loro consorti, i deputati e i governatori delle regioni; di sostenere che la risorsa principale dell'Italia non sono i TAV o i Ponti ma il territorio e la sua bellezza; di porre dei limiti al potere invasivo della televisione, che cancella ogni differenza, distrugge le culture locali, controlla e guida i processi di trasformazione verso il profitto di pochi elevato a indiscutibile dogma.

Oltre la Destra, oltre la Sinistra, entrambe asservite al totalitarismo mediatico, alla sua illusione di libertà. «Perché il vecchio fascismo, sia pure attraverso la degenerazione retorica, distingueva: mentre il nuovo fascismo - che è tutt'altra cosa - non distingue più: non è umanisticamente retorico, è americanamente pragmatico. Il suo fine è la riorganizzazione e l'omologazione brutalmente totalitaria del mondo» (P.P. Pasolini, Scritti corsari, Garzanti, Milano 1993, p. 50).

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 Mario Fiore    - 03-02-2008
Sono perfettamente in linea con le tue considerazioni, ma possiamo fare qualcosa?