Dicono che si avvicina Natale e si vede.
La rabbia di veder saltare i nostri acquisti pre e post alimentari mostra i primi terribili segni di insoddisfazione e rabbia. Ci si appella al governo, alla giustizia e ci appaiono sullo sfondo della pista, non quella della cocaina, la faccia di Prodi e di Mastella - se li colpisci come al bowling - vengono
rimpiazzati da Berlusconi e Veltroni, che insieme fanno rima, e l'appoggio di quelli che sappiamo donne e uomini per tutte le stagioni.
Ma anche il lavoro sembra una meta più difficile da raggiungere malgrado negli ultimi tempi parecchie categorie, comprese le agenzie di pompe funebri, hanno reclamato quanto sia schifoso lavorare senza regole e sicurezza, lavorare a nero, e non lavorare per niente.
Io con gli altri abitanti del viterbese me ne sto contenta perchè fra tre anni avremo di che volare a basso costo, altro che trasporti via terra e mare, avremo l'aereoporto che dà lavoro e velocità del trasporto. Abbiamo speso anni di proteste e manifestazioni, scioperi e denunce cercando di
mantenere i piedi per terra, che però reclamano la loro appartenenza a un corpo intero fatto anche di cuore e testa, come il contadino dei proverbi con le scarpe grosse e il cervello fino.
Dicono che dietro questa protesta definita inammissibile e selvaggia, ci sia un certo signor Paolo Uggè, già sottosegretario al Ministero delle
Infrastrutture e Trasporti, presidente della Fai Conftrasporto, Forza Italia, nel passato definito come Montezemolo dei Tir, che ha deciso di istituire una Commissione Speciale per il Trasporto delle Merci
Pericolose, merci pericolose quali gli esplosivi, gas, sostanze infiammabili, tossiche, radioattive e infettanti.
Uno che dichiarava circa due anni fa: "Abbiamo liberalizzato il trasporto di persone e merci. Chi vuole creare un'azienda non deve più sottostare alla
discrezionalità della pubblica amministrazione ... Nenni diceva: "Piazze piene, urne vuote". Non si governa con un caravanserraglio: Bersani da
un lato, Pecoraro dall'altro. Noi siamo la progettualità, loro la fumosità».
Ma i Tir che sono guidati da uomini, nel loro mettersi di traverso, alla cappa si direbbe in mare, fermano le merci, quelle da loro trasportate, quelle che aspettiamo come i doni dei re magi, e non è possibile che io non vado a chiedermi quanto merce sono io, nel gioco internazionale delle parti. Mi ritrovo come una donna ellenica che non ricatta più nessuno, come invece fece lei con lo sciopero del sesso per
fermare la guerra degli uomini, mi ritrovo ad avere lo stesso la volontà di sciogliere gli eserciti,e rimango abbagliata da tanta capacità di fermare il paese. Come Lisistrata, i Camionisti riusciranno nel loro
intento e certo non gli sarà riconosciuto nessun merito politico. Noi donne per ora non siamo riuscite ad avere nè l'uno nè l'altro.
E mi chiedo ancora, noi, che lavoratori autonomi non siamo e siamo tanti, cosa avremmo rischiato se mai bloccassimo con i nostri corpi strade e autostrade, invasi dalla nostra protesta, dal nostro sciopero, per
giunta previsto dalla Costituzione?
Certo che non tutti sentono montare fatica e rabbia per i mancati acquisti natalizi ma per benaltre ragioni primarie, ma dietro a certe strillate dei giornali che
faticano ad arrivare alle edicole c'è la signora finestra
dell'Informazione che non si spegne mai e che ci fa solo sperare nel ripristino veloce della merce non deperita nel frattempo. Altrimenti la pubblicità ammiccante e invitante, diventa frode. Sembra che a ogni pioggia segua una tragedia nazionale, metaforicamente è così.
Crollano case e straripano fiumi, secchi fino a un mese prima. Abbiamo tutto e troppo come durante una grandinata e certo non è un bell'arcobaleno che
ci risolve il problema di stare seduti su questo mare di fango.
Sporco di petrolio per giunta, in nome della pace.