Lettera aperta a tutti gli insegnanti
Gianni Mereghetti - 07-11-2007
Carissimi,

il ministro Fioroni ha firmato l'ordinanza per attivare la procedura del recupero dei debiti. Il principio è giusto, è urgente che ognuno di noi abbia a coinvolgersi con i suoi studenti fino a portare sulle spalle le loro lacune così che trovino le motivazioni e le energie per colmarle. E' la conoscenza la meta di questa strada, la conoscenza di loro stessi e del reale, e sta qui tutto il fascino del nostro entrare in classe ogni mattina. Se il principio dell'ordinanza è giusto, il problema è l'ambiguità che lascia aperta, tanto che è facile immaginare che alcuni di noi se ne serviranno per bocciare di più, altri invece per promuovere indiscriminatamente così da non sottoporsi alle forche caudine dei recuperi estivi. Se dovessimo prendere questa direzione che purtroppo l'ordinanza suggerisce sarebbe l'ennesimo tradimento alla nostra professione, il cui fascino non consiste nell'applicazione di regole così perfette da rendere superflua la libertà, anzi è proprio della mossa di questa libertà che vive. Per questo da oggi diamoci una mano assumendo questa ordinanza come un'occasione per diventare più decisamente educatori, solo così potremo continuare ad aprire ad ogni studente le affascinanti possibilità del conoscere.

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 forentindewitt    - 11-11-2007
Egregio professore, da anni leggiamo le sue riflessioni, che però sono ispirate ad una missionarietà che non può essere richiesta in quello che è comunque un rapporto di lavoro.Se lei ne è ispirato, può anche essere oggetto d'encomio, ma non di biasimo chi intrattiene semplicemente un rapporto onesto con la propria attività, svolgendola in modo dialettico rispetto alle altre esperienze esistenziali.
Per questo, pur essendo sensibile alle difficoltà di quel qualcuno fra i miei ottanta alunni che meno facilmente riesce ad "educarsi", non posso farmene carico nel modo in cui lei dice, pena il consumarmi in una passione che comunque non riuscirò a realizzare se non in minima misura.
Il compito dell'insegnante, diciamo pure la missione, è infatti incisivo, ma quanti altri fattori famigliari, sociali ecc.ci si oppongono!
Per questo io sto già misurando l'impossibilità di giungere laddove il ministro, dalla sua astratta posizione, chiederebbe di giungere.
Per occuparsi in modo veramente risolutivo dei casi in difficoltà, per individualizzare gl iinterventi, non basta il tempo, nè si può chiedere all'insegnante di consumare l'intero giorno, pena il trasformarsi in una macchina docente dai poi dubbi riscontri comunicativi.

 Claudio Pierucci    - 11-11-2007
Francamente non capisco questa esortazione "ministeriale". Non penso che abbiamo bisogno di tutors, anche se affettuosi, da qualsiasi parte essi provengano. Non penso che abbiamo bisogno di interpreti dello spirito "autentico" delle norme del ministro Fioroni. Grazie a prescindere. Saluti distinti.


 francesco dettori    - 12-11-2007
Credo sia ora di finirla con il considerare la nostra categoria come una sorta di volontariato . Quando verrà veramente riconosciuto in termini economici adeguati il nostro lavoro, allora potremmo riparlarne. I 50 euro lordi (in tanti non sottolineano mai il "lordi") per un'attività aggiuntiva sono sempre e comunque una miseria. Chi vuole fare il missionario e il volontario, faccia pure. Ma smettiamola con i richiami al senso del dovere e dell'alta missione educativa e formativa. Siamo in tanti che amiamo lavorare in classe con coscienza e senso di responsabilità, senza tanti clamori, lontano da chi ama invece bearsi in mezzo a progetti e attività di ogni tipo, pur di non faticare a contatto con i ragazzi.