Le vite degli altri non è solo il titolo di un film.
Da quando è iniziato lo stucchevole dibattito sull' età pensionabile preferisco non ascoltare le grida di dolore sempre più simili a ragli di un certo establishement politico di questo paese. Consapevole come sono che non vi è alcuna inevitabilità del lavoro sempre più flessibile, che lo stato sociale è cosa diversa dalla beneficenza pubblica, che la colpevole indifferenza rispetto alla distribuzione del reddito, le rendite camuffate da volano economico, siano il vero cancro di questo paese, anche sull'età pensionabile mi picco di avere un pensiero non autoreferenziale com'è ormai diffuso fra molti politici e giornalisti o maitre a penser. Un pensiero credo comune ai più,
a quelli che non siedono da nessuna parte perché nominati, a quelli che lavorano e spesso lavoro e fatica coincidono - penso al mondo operaio, edile ecc. - pagano le tasse e mandano avanti questo paese..Ecco perché, leggendo gli aut aut della Bonino, penso a De Andre', mi riecheggiano quei versi che senza malizia, ma come constatazione semplice, vedono una donna "
mai stata madre, mai stata moglie che si prende la briga ed anche il gusto di dare a tutti il consiglio giusto". Ella sa di certo cosa significa correre in auto blu al proprio posto di lavoro senza controllo orario e con rimborso taxi forfettario, e quando disoccupata perché in pochi l'abbiano votata, sopravvivere con vitalizi e nomine retribuite come costi di una democrazia per la quale molto sangue operaio è stato versato; ma chi volete che ricordi più i morti di Reggio Emilia, la legge truffa? Essi sono convinti di essere lì solo in ossequio al mito del
selfmade man o
woman che siano, in spregio a lotte e conquiste.
Cosa contano le vite degli altri o in specie quelle delle altre? Ricordo un articolo di Lidia Menapace, titolato
donne di destra e donne di sinistra,
mi descriveva quale sono e sono stata: scapigliata, affannata e di corsa come quelle che corrono in fabbrica e alle 7 timbrano il cartellino dopo aver cambiato pannolini, preparato frittate e pagato un nido privato perché nei pochi pubblici non c'è posto, e magari alla sera si passa pure dagli anziani genitori a cui bisogna dar comunque un occhio di tanto in tanto...
Non voglio continuare, abituata come sono a lottare e non a pietire, e certa che vero esercizio di democrazia, sarebbe quello di far vivere in un anno sabbatico "
le vite degli altri"quelle della gente comune di cui, morti i partiti di massa, si è smarrita ogni conoscenza, e tutti i lor signori figli di un unico pensiero
fan pagare ai più gli agi di pochi. A chiedersi perché altrove ci si usuri a 60 anni e qui da noi prima (magari perché in Germania ancora oggi appena usciti dalla scuola superiore si guadagna 1600 euro al primo impiego, ci si può mettere in aspettativa con conservazione del posto per ben 3 anni e,le misure a sostegno della disoccupazione e della maternità sono ben altro rispetto all'Italia), come fa il ministro o ex Bonino, invocando aumento dell'età pensionabile per tutti con equiparazione immediata fra uomini e donne,
non si fa altro che sollecitare sentimenti antisociali di un pensiero reazionario che porta acqua al mulino di chi come forza politica di quei sentimenti è intriso, per costoro destra e sinistra sono realtà e termini ormai del tutto inutili e l'antico esercizio di battersi per qualche diritto civile - il divorzio ieri, la moratoria della pena di morte oggi - per poter demolire ogni diritto sociale non basta più. Siamo noi a dire BASTA.