Riflessioni e proposte sull'esame di stato
Docenti IISS - 20-07-2007
Docenti dell'Istituto d'Istruzione Secondaria Superiore "N. Zingarelli" - Cerignola (FG)

Abbiamo voluto ripristinare una prova d'esame seria, credibile e spendibile di fronte al mondo dell'Università e del lavoro, in grado di premiare i più meritevoli e riconoscere agli studenti gli sforzi fatti nei cinque anni di studio.


E' la dichiarazione del Ministro della P.I. Giuseppe Fioroni del 12 aprile 2007, che non ci sentiamo di condividere a conclusione degli esami di stato anno scolastico 2006/07.

Iniziamo dalla composizione delle commissioni.
I dati forniti dal M.P.I. danno il 22,17% di rinunce dei commissari esterni, pari a un commissario ogni quattro nominati. Non esistono però dati per i commissari interni, perché per le loro sostituzioni ha provveduto la scuola sede d'esame.
Escludendo i cambiamenti climatici che hanno portato a croniche forme di "esamite", ben certificate dal medico curante (evviva il codice deontologico e il giuramento di Ippocrate!), le ragioni vanno ricercate nell'entità dei compensi spettanti alle commissioni. E' pur vero che la partecipazione agli esami è un obbligo legato alla funzione docente, d'altra parte è ancor più vero che i compensi previsti ledono la dignità professionale dei docenti, già ampiamente lesa a giudicare le competenze mensili. Un commissario interno percepisce un compenso netto riferito alla funzione e alla trasferta pari a circa € 435,00, che considerando un impegno in media di 20 giorni lavorativi è uguale a € 20,00 giornaliere e, conteggiando n. 5 ore al giorno, pari a € 4,00/ora. E si lamentano gli extracomunitari! Inoltre per venire incontro ai commissari esterni, è stata prevista quest'anno per compensi riferiti alla trasferta l'introduzione della fascia entro la mezz'ora, che abbassa il trattamento di coloro che l'anno scorso si muovevano fuori comune, tutti considerati entro l'ora.
Con questa considerazione non si vogliono assolvere i "disertori", ma offrire a chi ci governa una chiave di lettura del fenomeno.
Sulle pagine del sito della pubblica istruzione era di questi giorni l' identikit dei presidenti e dei commissari esterni: l'84,04% dei presidenti sono dirigenti scolastici o docenti di secondo grado di ruolo da almeno 10 anni; l'81,30% dei commissari esterni sono docenti del secondo grado con incarico a tempo indeterminato.
In riferimento ai commissari esterni il dato che ha destato preoccupazione è il rimanente 18,70%, pari a circa un commissario ogni cinque, che è stato nominato tra il personale con incarico determinato o attingendo dalle graduatorie di istituto. E' successo, e ve ne è la prova, che sono stati nominati commissari docenti che non avevano mai prestato attività di insegnamento, se non sporadicamente. Lungi dal mettere in discussione la preparazione accademica dei neo-commissari, c'è da riflettere sulla dichiarazione di serietà dell'esame di stato, se a valutare un percorso quinquennale dei nostri allievi è un docenteallievo.
Quindi si è proceduto alla nomina, come commissario esterno, di personale estraneo all'Amministrazione, mentre alcuni colleghi, che hanno presentato regolare domanda per commissario esterno, non hanno ricevuto alcuna nomina (anche di questo ve ne è la prova). I misteri della scuola!
In ogni caso, considerati i dati forniti dal Ministero (12.254 i presidenti di commissione di esame, 40.553 i commissari esterni e 65.189 i commissari interni), si è superato il limite massimo di euro 138.000.000, previsto nelle disposizioni transitorie della Legge n.1/2007.
Alla fine le commissioni si sono costituite e all'atto del loro insediamento hanno elaborato calendari sprint, con il presupposto di essere sottopagati e quindi bisognava ridurre i tempi di lavoro all'inversosimile. E i ragazzi ...?
Parlando anche con colleghi operanti presso le altre sedi d'esame del territorio, abbiamo appreso che mediamente una classe/commissione con n. 25 candidati ha utilizzato n. 2 giorni per le correzioni delle prove scritte. Orbene, considerando n. 75 elaborati per le tre prove scritte e finanche n.6 ore lavorative al giorno per i due giorni previsti, le commissioni hanno dedicato un tempo di 9 min e 36 sec per ogni prova scritta. Un po' pochino per assicurare serietà all'esame...

Sulla base di queste premesse, pur non suggerendo la posizione da molti sostenuta dell'abolizione dell'esame di stato e del valore legale del titolo di studio (così potranno sparire tutti i diplomifici, altro che riforma per gli "ottisti"!), soluzione non praticabile, considerati i vizi di incostituzionalità, proviamo altre strade, puntualizzando ciò che non va e suggerendo ciò che si potrebbe fare.

Composizione della commissione: innanzitutto, poiché in questo periodo è molto in uso, se non inflazionato, il termine "meritocrazia", meglio sarebbe una commissione completamente esterna con un referente interno per gli studenti. Ovviamente è da rivedere l'entità dei compensi.

Prove scritte: per quanto riguarda la prova scritta di italiano, la molteplicità delle tracce tende a prescindere dalle conoscenze degli studenti. Infatti è la prova che spaventa di meno i candidati e soprattutto i meno bravi, preoccupati eventualmente di esprimere una elementare capacità grammaticale e sintattica. Ciò è confortato da esperienze personali nelle scuole del territorio. A partire dall'a.s. 1998/99, data in cui entrò in vigore il nuovo esame voluto dall'allora ministro Berlinguer per mandare in pensione l'esame sperimentale di Fiorentino Sullo, ad oggi le valutazioni della prova scritta di italiano sono in media per classe superiori alle altre prove scritte.
Per quanto riguarda la seconda prova, quella di indirizzo, premesso che non è ragionevole comunicare la materia con mesi di anticipo, vanificando il lavoro didattico delle altre discipline, la Provvidenza corre sempre in aiuto ai candidati più deboli, ma sempre più competitivi nell'uso delle nuove tecnologie. Poco serve l'avviso del divieto assoluto di apparecchiature elettroniche portatili di tipo "palmari" o personal computer portatili di qualsiasi tipo, in grado di collegarsi all'esterno degli edifici scolastici tramite collegamenti wireless alla normale rete telefonica, come disposto dalla nota ministeriale n.801/Dip del 29/05/07. Certamente prima delle prove scritte i candidati hanno consegnato alla commissione il proprio telefonino, ma ciò non esclude che non ne abbiano avuto un secondo, salvo l'idea balzana di procedere a perquisizioni poliziesche (vedi il caso del liceo di Giulianova). Per la terza prova le scuole erano in attesa di modelli predisposti dall'INVALSI ai fini dell'elaborazione della prova stessa (art.3, comma 2 L. n.1/07), ma è mancata la direttiva ministeriale. Noi suggeriamo che le materie oggetto del cd "quizzone" fossero scelte a livello ministeriale sì da assicurare una certa omogeneità su tutto il territorio nazionale, poi potrebbe essere affidato alla commissione il contenuto e la tipologia.
Sempre a garanzia della richiamata serietà, per tutte le prove scritte, i nomi degli studenti potrebbero essere inseriti in busta chiusa insieme all'elaborato.

Colloquio orale: l'art.16 dell'O.M. n.26 del 15/03/07 dedica ampio spazio al colloquio, che nella prassi però si attesta su un tempo medio di circa 45 al massimo 50 minuti. Tutto questo tempo per l'argomento scelto dal candidato, anche in forma multimediale, l'interrogazione per tutte le materie presenti e la discussione obbligatoria delle prove scritte. Il comma 3 del citato art.16 fa riferimento alla natura multidisciplinare del colloquio.
Confessiamo che il termine multidisciplinare ci pone qualche perplessità. Chi vive nella scuola è abituato a frequenti neologismi, ma, tralasciando il significato letterale, in concreto multidisciplinare che significa?
Nella prassi, se la commissione non risulta equilibrata, composta da professionisti intelligenti e coordinati da un presidente che sa e sa fare, il colloquio viene condotto dai commissari interni in modo benevolo fino al limite del coma diabetico, mentre diventa inquisitorio e vessatorio quello dei commissari esterni. Il modello misto ha riproposto quel carattere rissoso e compromissorio ante-Moratti. Per il colloquio, se vuol essere tale, se vuole accertare competenze trasversali e non solo conoscenze specifiche, bisogna limitare il numero delle discipline interessate, per esempio eliminando quelle oggetto delle prove scritte.

Punteggi e voti: I punteggi tendono a ridurre l'arbitrarietà del commissario, a rendere esplicito il criterio di attribuzione e si basano su prove strutturate. Il punteggio è la misurazione di una prestazione, il cui grado di accettabilità viene definito prima della somministrazione. Quindi con il punteggio non si valuta, ma si misura una performance. Il voto invece contiene anche un giudizio, che tiene conto della prestazione, ma anche e forse soprattutto la personalità dell'alunno e di altri aspetti fondamentali della valutazione.
E' ovvio che un punteggio, che è il risultato di una misurazione, non può essere "proposto", ma solamente assegnato. Asafa Powell ha vinto la gara sui 100 metri agli ultimi Campionati di Giamaica d'atletica con il tempo di 10"04: tale tempo è la misurazione della sua prestazione. Ora immaginiamo che tre giudici di gara per l'assegnazione del risultato inizino a discutere, sottoponendo il tempo a maggioranza. Assurdo! E' quanto succede all'esame di stato, il cui meccanismo prevede che il punteggio sia sottoposto al voto di una maggioranza, di cui fanno parte anche commissari incompetenti nella disciplina oggetto della prova. La loro logica è quella del voto, ossia stanno considerando non la prova, ma lo studente nel suo complesso e quindi si sentono legittimati ad esprimere opinioni diverse, proponendo punteggi più alti o più bassi a seconda dell'idea che si son fatta del candidato. La logica che governa questa procedura è quella della vecchia maturità, solamente che invece dei giudizi abbiamo i punteggi.
Una proposta seria può essere quella di continuare a utilizzare i punteggi con il loro significato scientifico di misurazione, ma solo relativamente alle prove scritte, mentre per il colloquio è importante che la valutazione sia espressa solo in forma provvisoria, da tradursi in voto esclusivamente in sede di scrutinio, sulla scorta di una valutazione globale della classe e dell'alunno.
In tal modo lo scrutinio non si ridurrebbe ad una sommatoria di numeri, ma riacquisterebbe dignità, riappropriandosi della discussione sulle persone e sarà in grado di premiare i più meritevoli e riconoscere agli studenti gli sforzi fatti nei cinque anni di studio, come dichiarato dal nostro signor Ministro.

Ultima riflessione. L'art.3 della Legge di riforma n.1/07 disciplina il contenuto dell'esame, finalizzato all'accertamento delle conoscenze e delle competenze acquisite nell'ultimo anno del corso di studi. Ma chi fa il lavoro di docente, sa benissimo che tra giornate del ricordo, della memoria e della rimembranza, tra educazione stradale, seminari su droghe e bullismo e altre idee ministeriali, il secondo quadrimestre è praticamente annullato, funzionando a ritmo psichedelico. Siamo estremamente convinti che l'educazione rappresenta il sale che dà sapore al sapere, ma poi assistiamo a prove d'esame dove le conoscenze e le competenze sono semplici accessori. Di qui il problema della valutazione dell'esame: valutiamo le prove o il candidato? Preferiamo per essere seri valutare le prove, ma per non tralasciare la valutazione di un quinquennio di scuola forse non è sufficiente portare a 25 punti il credito scolastico. Se educazione e istruzione devono andare di pari passo, è necessario aumentare il peso del credito scolastico: 50 punti? Questo lo lasciamo agli alchimisti ministeriali dell'esame di stato.

Cerignola, 15 luglio 2007

Pio Mirra coll. vicario
Gianfranco Claudione Docente lettere, latino
Miriam Anzivino Docente lettere, latino e greco
Giovina Mangione Docente lettere, latino
Maria D. Guastamacchia Docente lettere, latino e greco
Agata Dell'Aquila Docente lingua e civiltà inglese
Gianfranco Piemontese Docente Storia dell'Arte
Raffaella Basso Docente lettere, latino
Vincenza Consorte Docente matematica e fisica
F.to Antonio Tummolo Docente storia e filsofia
Giovanni Carlo Dicarolo Docente lettere, latino e greco



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 C66    - 22-07-2007
Condivido interamente il contenuto dell'articolo.
Per quanto riguarda il portare almeno al 50% il peso del credito scolastico si trattava di una buona prassi non non scritta già in uso nel vecchio esame di maturità; sarei ancora più favorevole al ribaltamento della ripartizione del peso fra il punteggio del credito scolastico ed il punteggio dell'esame, da svolgersi però con una commissione completamente esterna ad eccezione di un membro interno per classe.
Sarebbe da ripristinare anche l'opzione di "richiesta di nomina solo in caso di necessità" nelle domande di partecipazione agli esami dei docenti, probabilmente avrebbe evitati almeno una parte di quelle "improvvise malattie" imputabili anche al discutibile rispetto dello Stato nei confronti dei docenti, sia in termini di retribuzione che in termini di attribuzione di status sociale.