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La scuola vista da noi
Sissa - 27-06-2007
Ho appena finito di leggere l'interessante volume "La mia scuola. Chi insegna si racconta" Einaudi editore.
Penso che ne avrete sicuramente parlato visto che il libro è del 2005. Mi ha colpito in particolare quanto scritto da Maurizio Braggion a p. 43.
Insegnare Logora è la premessa. Cito "Mal pagato, umiliato e offeso dal Palazzo, poco considerato a livello sociale, oberato da sempre maggiori impegni, vuoi per gli incarichi ricevuti, vuoi a seguito delle novità della riforma. Questo è il quadro a tinte fosche del prof. del nuovo millennio. Come se non bastasse l'insegnante, specie quello delle cosiddette "zone a rischio", deve confrontarsi quotidianamente con classi sempre più difficili da gestire, nelle quali molti allievi hanno alle spalle un vuoto familiare spaventoso e un presente difficile da decifrare. Per i più deboli tra gli insegnanti, il burnout è dietro l'angolo"
E' un ritratto crudo del docente d'oggi, ma non ci si può non ritrovare. Cosa ne pensate voi della Redazione? E i colleghi?

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 ottaviano Molteni    - 07-07-2007
Commento quello che tante volte ho ribadito e trasmesso. siamo una categoria veramente "logorata". Nelle parole presenti nelle righe che hai trasmesso tutta la verità attuale. si potrebbero citare esempi e luoghi, fatti e persone...in tutta Italia il maestro, ma quello con la m maiuscola è sottoposto ad uno stress che non ha confronti. Sì, l'insegnante, quello vero - perchè è inutile negare che si sono anche da noi le "pecore nere" - viene logorato ogni giorno di più. E non tanto dal suo "vero" lavoro, l'insegnamento, quanto da tutto ciò a cui oggi viene sottoposto. Citare tutti i problemi è inutile...tutti noi li viviamo giorno dopo giorno. Il vero problema è che cambiano i governi e i ministri, le leggi e le riforme. tante parole nero su bianco. Ma poi i fatti...sono sempre quelli. E siamo noi che dobbiamo superare gli ostacoli, tamponare le falle, trovare strategie, stilare relazioni e documenti, discutere con questi e quelli, inventarci spazi e risorse che...non ci sono, ma devono esserci.
Siamo dei maghi noi italiani. da sempre. una classe di eroici, umili lavoratori che, soffrendo tira avanti questa Italia tanto politicamente distratta e avara - di riconoscimenti e di stipendi a livello europeo -verso chi formerà gli Italiani del domani. Problemi antichi, mai risolti, e che forse non si vuole risolvere.
La scuola Italiana è come le nostre ferrovie.
Avevo diciott'anni quando viaggiavo con lo zaino militare malamente affardellato sui treni per girare l'Italia: arrivavano pieni, dopo poco erano stracolmi, si dormiva per terra, sporchi, con ritardi all'arrivo e che peggioravano man mano sino ad arrivare all'incredibile...sono passati più di trent'anni e siamo ancora lì...nonostante le riduzioni del personale, la chiusura di molte stazioni con biglietteria automatica - che spesso non funziona -, l'aumento dei prezzi per migliorare una qualità che non c'è. E sono sempre più convinto che non sia certo colpa dei macchinisti, piuttosto che dei bigliettari...ma allora di chi è la ...responsabilità?
E se i ferrovieri sono una categoria unita, noi docenti di tutti gli ordini di scuola non sappiamo assolutamente cosa sia l'unità di categoria.
E se poi approveranno la proposta di un certo ministro...ben venga l'innalzamento dell'età lavorativa a 70 anni! Certo è una bella trovata cari colleghi/e. In fondo avere 60 anni ed avere di fronte alunni di 5/6 anni non è poi una grande differenza generazionale, e per persone così "flessibili" ed "eclettiche" come la nostra categoria non è un grosso problema vero? e poi come avranno la pensione i giovani? i mi chiederei invece : quando i nostri giovani potranno entrare in ruolo...alla nostra morte?