A diga del bullismo
Vincenzo Andraous - 23-06-2007
La scuola della Linea Maginot

La scuola chiude i battenti anche per quest'anno, e ancora una volta nelle classi gremite di alunni di oggi e professionisti di domani, ho avuto modo di incontrare vittime e carnefici, in quel bullismo endemico all'istituzione scolastica come alla collettività all'intorno.
Mi sono confrontato con la prima linea professorale, cosiddetta Maginot, per professionalità, e esperienza educativa, ma anche con quell'altra della retrovia, e ho incontrato quella genitorialità che non ammette sentenze di appello, quando si tratta dei figli altrui.
Il fenomeno del bullismo è un problema relazionale, che attraversa le nostre famiglie, scuole, città, strade, a causa delle nostre ripetute e reiterate mancanze e inefficienze, e nessuno può sentirsi autorizzato a non farci i conti.
Per tentare di arginare questo cratere di diseducazione virulenta, è necessario non fare spallucce alle nostre lentezze, e soprattutto alle nostre belle certezze, che non ci consentono di conoscere fino in fondo i dubbi che delimitano aree problematiche di così grande spessore e pericolo per un futuro a misura di uomo.
E' l'esperienza a darmi man forte, è la somma degli errori a rendere obbligante un intervento che non può essere procrastinato, tanto meno amputato nella sua incisività da forme di rigetto baronali o peggio padronali, in ambiti che sono demarcati da confini, sì, sottili, ma diventati frontiere da percorrere in lungo e in largo per conoscerne le reali misure di contenimento.
Indipendentemente da chi farà un passo indietro per porsi dove c'è l'intera panoramica da indagare, è in quest'ottica che dovranno essere presenti quattro poli convergenti: genitori, insegnanti, studenti, territorio, per comunicare tra loro e trasmettere informazioni, movendo una sinergia non di facciata, ma realmente improntata al raggiungimento di obiettivi comuni.
La scuola è di tutti, soprattutto è comunità e condivisione, allora ciascuno abbia il coraggio di mettersi nei panni dell'altro, e una volta tanto, lo faccia con voce liberante, obbligando la scuola, e così se stessi, dalle gabbie di partenza, quelle recintate con il filo spinato delle deleghe inospitali.
Occorre sfuggire a quegli atteggiamenti ottusi, in cui è difficile affrontare con un minimo di onestà e umiltà il dibattito per arginare il fenomeno del bullismo, e in cui si preferisce rifugiarsi in fuorigioco, creando una disattenzione che autorizza l'accantonamento del rispetto delle regole, premiando i soliti furbetti dallo spinello facile.
Occorre sul serio prendere in esame iniziative volte a indagare non più e non solo il mondo degli adolescenti, ma quello adulto, e non solo a scuola.
E' necessario approntare servizi di consulto nell'istituzione scolastica, affinché chi è deputato a leggere oltre che a scrivere un voto, possa ritrovare equilibrio e serenità per riconquistare rigore e autorevolezza, rientrando a pieno titolo nel gioco delle relazioni.
Forse è anche il caso di spiegare a chi genitore lo è, sulla carta, che lo è pure sulla linea mediana della tutela, e che solamente insieme si fa promozione, e prevenzione, sviluppando capacità di partecipazione per progettare interventi rivolti ai ragazzi, azioni di sostegno e accompagnamento urgenti in attesa dell'incontro con il proprio futuro.

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 Luigi    - 24-06-2007
Molto generico e dottorale. Bisogna essere più concreti e comprensibili nella forma, portare esperienze spicciole e dettagliate all'attenzione degli altri.
Non sembra il contributo di un insegnante, ma di qualcuno che sulla scuola sentenzia dall'esterno, oppure, sì, dall'interno, ma dalla scrivania altolocata di un dirigente scolastico.

 ilaria ricciotti    - 25-06-2007
I nostri ragazzi privati, per più generazioni, di dosi massicce di valori da una società sempre più edonistica, e grazie anche al contributo di certe televisioni e programmi spazzatura, non hanno avuto esempi positivi da seguire ed oggi più di ieri continuano ad essere circondati da molti adulti corrotti che esibiscono, senza un minimo di vergogna, il loro concetto di vita che alla fine della giornata o della loro storia diventa una non vita, sprecata, infangata, menomata e disprezzata.
Fortunatamente accanto a questi individui ce ne sono altri che si spendono ogni giorno per esserci sempre e ricordarci che non possiamo essere soddisfatti soltanto se ci concentriamo su noi stessi, lasciando fuori o calpestando gli altri. Per questo cerchiamo una buona volta di concentrarci su esempi positivi, anzichè puntare quotidianamente i riflettori sui numerosi cagliostro senza scrupoli e sui loro figli, bulletti da 4 soldi, codardi e smidollati! Ci sono numerosi giovani che non sprecano la loro esistenza in questo modo! Perchè non parliamo anche di loro?