breve di cronaca
Gli iscritti ci sono, la scuola forse


La battaglia per mantenere a Sarsina la prima classe dell'Itc Renato Serra per il nuovo anno scolastico, pare vinta. Gli iscritti sono ventidue, quindi sarebbe stato raggiunto e superato il numero minimo di venti richiesto dalla legge Moratti. Inoltre le autorità scolastiche, regionali e provinciali, avevano assicurato che la classe si sarebbe potuta costituire se il numero degli iscritti fosse stato intorno ai venti. Ma come mai non si parla di problema risolto? Il motivo è immediato, ci sarebbe il parere contrario della preside Veronica Gamberini che lo ha comunicato al sindaco di Sarsina, Lorenzo Cappelli, che ovviamente si è arrabbiato. Le ragioni di tale presa di posizione non sono ancora del tutto chiare. Pare siano calati gli studenti nella sede centrale di Cesena e che rischi di saltare qualche corso. Così invece di abolirlo a Cesena la preside preferirebbe abolirlo a Sarsina. Questo favorirebbe gli insegnanti, quasi tutti di Cesena, costretti a fare i pendolari ma penalizzerebbe gli studenti della valle del Savio. Proprio in nome dei diritti di chi abita nelle zone più disagiate, era stata concessa la seppur minima deroga alla legge. Che la preside fosse contro al mantenimento della prima classe lo si era potuto capire quando aveva chiuso il termine delle iscrizioni nel rispetto delle leggi ma senza concedere la proroga fino a luglio come sarebbe stato possibile. Il Comune di Sarsina ora si fa forte delle assicurazioni dei dirigenti scolastici regionali e provinciali, dell'impegno assunto dalla Provincia e dalla Comunità Montana cesenate quindi non dovrebbero esserci problemi nonostante il rifiuto della preside. Sarsina dovrebbe così continuare ad avere la propria scuola secondo i numeri ottenuti sul campo, le iscrizioni infatti parlerebbero chiaro. I grandi sforzi degli alunni e dei loro genitori avrebbero quindo colto nel segno, arrivando a toccare le ventidue iscrizioni. Ma è altrettanto vero che una sede distaccata di un istituto che vuole sopravvivere contro il parere del proprio massimo dirigente non avrebbe certo vita facile. Insomma il problema, comunque sia, rimane e non di poco conto.

Piergiorgio Pellicioni



  discussione chiusa  condividi pdf