Occorre guardare oltre gli ostacoli
Giocondo Talamonti - 13-04-2007
L'allarme occupazionale lanciato dal Sindacato a imprese del territorio, questa volta, almeno, rivolto alla difficoltà di reperire addetti nei settori siderurgico, meccanico, elettrico, metallurgico e chimico è il nodo al pettine di una politica del lavoro che in un'ottica di moderna programmazione impone un riesame non solo in ambito locale, ma a livello nazionale.
Non esiste un sistema di orientamento allo studio che tenga conto, oltre che degli interessi e inclinazioni professionali dei soggetti da formare, anche della vocazionalità del territorio e dell'integrazione delle politiche scolastiche nel contesto degli indirizzi universitari che vi insistono. Assistiamo così, da anni, ad una corsa di iscritti verso Istituti superiori classici o scientifici trascurando quelli ad indirizzo tecnologico-professionale che garantiscono piena occupazionalità al termine del processo di studi.
Così è oggi, ma non è detto che debba continuare ad esserlo in futuro. Tutto dipende dalla volontà dei soggetti istituzionali, scolastici ed imprenditoriali a riunirsi e discutere per individuare gli obiettivi occupazionali del territorio, lavorando sulle potenzialità di crescita economica ed informando opportunamente studenti e famiglie sulle prospettive di lavoro a medio e a lungo temine.
Ogni realtà geografica, anche limitata, si sviluppa nell'integrazione di servizi offerti, nella qualità e nella certezza degli obiettivi proposti.
L'aggiornamento dei target informativi, perché diano risposte concrete di occupazionalità non può avvenire alla fine del percorso, sarebbe poco valido, dispendioso ed inefficiente.
Occorre guardare oltre gli ostacoli, avendo ben chiare le finalità che si perseguono e le disponibilità in termini di risorse umane.

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