Quanto valgono le parole
Patrizia Tanda - 02-04-2007
C'è in giro aria di elezioni, e con essa arrivano dichiarazioni di intenti e le inevitabili promesse.
Alla "scorrettezza" del ministro Fioroni nei confronti dei dirigenti scolastici e dei sindacati lombardi, fa da contrappunto la (apparente) disponibilità di Prodi, il quale ieri si è visto contestare da genitori e insegnanti bolognesi che fanno capo ai movimenti a favore del Tempo Pieno e di una buona scuola.
Il movimento, grazie a Bologna (infinitamente grazie) è riuscito finalmente a ottenere quello spazio mediatico che gli era stato negato per sei anni e a trasformare il problema degli organici in questione nazionale.
Della contestazione ha parlato ieri il TG sebbene di straforo e oggi è passata dalle pagine bolognesi di Repubblica alla stampa nazionale tutta.
Leggo sulla rassegna stampa della Flc articoli dalle edizioni nazionali di Corriere, Repubblica, Unità, che sbandierano l'ennesima dichiarazione di intenti del premier: «Stiamo per presentare un disegno di legge intitolato "Norme urgenti in materia di istruzione" che avrà la precedenza nel cammino legislativo - ha spiegato Prodi - per il ripristino della norma abrogata dalla Moratti sul tempo pieno, come modello educativo, e lo mettiamo in procedura accelerata».
La Bastico che ultimamente si è contraddistinta per aver detto tutto e il contrario di tutto quanto "non fatto" spacciandolo come attuazione piena del programma dell'Unione sulla scuola, ha dichiarato: «La scolarizzazione prolungata nella scuola dell´infanzia e alla primaria permette di dare a tutti i cittadini italiani pari opportunità e di combattere la dispersione scolastica». Non ce ne eravamo accorti, infatti ci piaceva difendere il TP per puro spirito di contraddizione contro il tagli, pardon! le razionalizzazioni di spesa, presenti in finanziaria, e non come mezzo per attuare l' articolo 3 della Carta Costituzionale.
Ma è tempo di elezioni, un premier può anche arrivare a promettere l'impromettibile (?). Credo sappia bene quanto deve alla scuola per il risultato elettorale, anche se finora sembra essersi guardato bene dal ricordarlo.
Ora è tempo di elezioni, bisogna aprire spiragli di speranza.
Quanto valgono le parole lo vedremo a breve, a settembre. Intanto non facciamo l'errore fatto nel settembre scorso e non riprendiamo il sonno che ci ha colpiti a causa della sindrome da "governo di centrosinistra" rifiutando di vedere che la direzione presa era in perfetta continuità con la linea del governo precedente.
La Scuola è la SCUOLA, non può permettersi di avere governi amici, vieppiù per come è stata svilita negli ultimi 20 anni.
Non abbassiamo la guardia, continuiamo a tenere gli occhi ben spalancati, a riprendere i mano le fila della contestazione, a gridare per tutto quello che non ci va bene, a cercare di farci sentire.
Forse così finirà il silenzio assordante che circonda tante realtà scolastiche che subiscono come ineluttabile tutto quello che sulla scuola cade e non hanno la forza, la volontà e la determinazione dei genitori e degli insegnanti bolognesi di farsi sentire scendendo in piazza per rivendicare il giusto diritto a una scuola di qualità. Forse così tanti altri insegnanti e genitori apriranno finalmente gli occhi.

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